lunedì 29 dicembre 1997

Auguri professore

anno: 1997   
regia: MILANI, RICCARDO  
genere: commedia  
con Silvio Orlando, Claudia Pandolfi, Duilio Del Prete, Claudia Della Seta, Lorenzo Alessandri, Claudio Remondi, Lucio Allocca, Imma Piro, Gianni Ferreri, Alberto Patelli, Vittorio Viviani, Antonella Stefanucci, Flavio Pistilli    
location: Italia
voto: 8  

In mezzo ad un mondo scolastico ormai alla deriva, il professor Lipari (Silvio Orlando) vede naufragare gran parte dei suoi buoni propostiti e dei suoi metodi d'insegnamento all'arrivo di Luisa (Claudia Pandolfi), una sua ex-alunna dei tempi in cui insegnava nel liceo di un paesino abruzzese. Il successo ottenuto con i ragazzi dalla giovane supplente porterà Lipari a sacrificare una parte del suo idealismo in nome di una maggiore concretezza.
Al suo esordio registico, Milani, già assistente di Luchetti, Monicelli e Moretti (e scusate se è poco), grazie al copione scritto da Rulli, Petraglia e Starnone e liberamente tratto da Solo se interrogato dello stesso Starnone, si inoltra sul terreno della pedagogia scolastica, con un'analisi sulla monoliticità dei programmi ministeriali e sui metodi didattici che è la cifra più forte del film. Dall'obbligatorio confronto con La scuola, anch'esso tratto da un divertente volume di Starnone, Auguri professore esce tutt'altro che a testa bassa. Accomunati dal problema dell'attenzione, i due film divergono per il respiro della storia. Alle beghe tra docenti del film di Luchetti fa da contraltare un simpatico volteggiare tra le pieghe di quarant'anni di storia scolastica italiana che rende il film di Milani a tratti davvero esilarante ed originalissimo

domenica 28 dicembre 1997

Caccia selvaggia (Death hunt)

anno: 1980   
regia: HUNT, PETER R.  
genere: avventura  
con Charles Bronson, Lee Marvin, Andrew Stevens, Carl Weathers, Ed Lauter, Scott Hylands, Angie Dickinson, Henry Beckenan, William Sanderson, Jon Cedar, James O'Connell  
location: Canada
voto: 8

Nel 1932, a Yukon, tra le foreste canadesi, il tranquillo forestiero Albert Johnson (Charles Bronson) viene pretestuosamente preso di mira dagli autoctoni sfaccendati che lo accusano ingiustamente di omicidio. L'uomo si troverà da solo a difendersi dall'efferato attacco delle giubbe rosse che vogliono eliminarlo. Quando il comandante degli uomini in divisa (Lee Marvin) sarà sul punto di catturarlo, lo lascerà andare, convinto della sua innocenza.
Scritto da Michael Grais e Mark Victor e basato su una storia vera, il film porta al parossismo la chiave narrativa di tutto il cinema americano: quella dell'inseguimento. L'operazione riesce con ottimi risultati, grazie ad un efficacissimo montaggio, all'apprezzabile prova dei due protagonisti e alla suggestiva fotografia dei paesaggi alaskani e canadesi.

Balla coi lupi (Dances with wolves)

anno: 1990   
regia: COSTNER, KEVIN  
genere: western  
con Kevin Costner, Mary McDonnell, Graham Greene (II), Rodney A. Grant, Floyd 'Red Crow' Westerman, Nathan Lee Chasing His Horse, Maury Chaykin, Conor Duffy, Kirk Baltz, Ryan White Bull, Donald Hotton, Doris Leader Charge, David Fuller, Michael Spears, Charles Rocket, Tony Pierce, Robert Pastorelli, Jason R. Lone Hill, Larry Joshua, Jimmy Herman, Wayne Grace, Tom Everett, Elisa Daniel, Otakuye Conroy, Annie Costner  
location: Usa
voto:8

Nel 1863 John Dunbar (Kevin Costner), stanco di vedere il massacro tra nordisti e sudisti, sceglie di presidiare la zona dalla parti del Nebraska. Nella sua nuova residenza entra in contatto con la popolazione Sioux, supera le barriere linguistiche dell'idioma Lakota, contrae matrimonio e si fa alfiere della lotta contro un vicino popolo bellicoso. Ma all'arrivo dei bianchi distruttori sarà costretto a lasciare la sua gente d'adozione per non attirare l'attenzione dei militari su questa mite e laboriosa popolazione.
Al suo esordio dietro la macchina da presa, Costner imbocca controcorrente la strada di un clamoroso successo: sfida le regole convenzionali imbarcandosi in un genere in declino come il western, facendo durare il film tre ore; rinuncia alla lingua e lascia parlare gli indiani senza doppiaggio per l'intero film; infine, riduce le scene d'azione e nelle poche che tassellano il film consegna perpetuamente ai bianchi la parte degli autentici incivili. Un film epico, a tratti commovente, a tratti prolisso e manicheo, insieme un'elegia della Natura e un'amara parabola sull'inutilità del progresso. Tratto dall'omonimo romanzo di Michael Blake, che è anche sceneggiatore, il film ha vinto ben sette Oscar: miglior film, regista, sceneggiatura, colonna sonora, fotografia, montaggio e sonoro. Come se non bastasse, Costner aveva già vinto a Berlino l'Orso d'argento "per una eccezionale riuscita individuale come attore, produttore e regista" (questa la ragione ufficiale).

martedì 23 dicembre 1997

La vita è bella

anno: 1997       
regia: BENIGNI, ROBERTO    
genere: commedia    
con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, G.Cantarini, G.Durane, Sergio Bustric                
location: Italia
voto: 5    

Durante il Fascismo, il commerciante ebreo Guido Orefice (Roberto Benigni) finisce col figlioletto Giousuè e la moglie Dora (Nicoletta Braschi) in un lager nazista. Per nascondere al piccolo gli orrori di cui è capace l'umanità, Guido gli racconterà che si tratta di un gioco a punti. Il buon papà morirà nel lager, ma Giosuè potrà riabbracciare la mamma nel convincimento che si è trattato soltanto di un brutto gioco.
Ricorrendo ancora una volta al tema del doppio (questa volta riferito all'antinomia tra fantasia e realtà), Benigni scrive con Vincenzo Cerami un film che oltrepassa la vena puramente comica che aveva caratterizzato le sue opere precedenti, per spostarsi su un territorio dove convivono dramma e commedia, strizzando così l'occhio allo Stalag 17 di Billy Wilder. L'operazione, a guardare la parte del film ambientata nel lager, si direbbe riuscita se non fosse che per la prima ora, che racconta le trovate seduttive di Guido nei confronti della futura sposa, si perde in un inutile andirivieni di gag tirate per le lunghe. Ma quando entra in scena il piccolo Giosuè, il registro del film vira su una vena decisamente poetica e toccante.    

martedì 16 dicembre 1997

L'inferno di cristallo (The towering inferno)

anno: 1974   
regia: GUILLERMIN, JOHN    
genere: dramma catastrofico    
con Steve McQueen, Paul Newman, William Holden, Faye Dunaway, Fred Astaire, Susan Blakely, Richard Chamberlain, Jennifer Jones, O.J. Simpson, Robert Vaughn, Robert Wagner, Susan Flannery, Sheila Allen, Norman Burton, Jack Collins, Don Gordon, Felton Perry, Gregory Sierra, Ernie F. Orsatti, Dabney Coleman, Elizabeth Rogers, Ann Leicester, Norman Grabowski, Ross Elliott, Olan Soule, Carlena Gower, Mike Lookinland, Carol McEvoy, Scott Newman, Paul Comi, George Wallace, Patrick Culliton, William Bassett, John Crawford, Erik L. Nelson, Art Balinger, Norman Hicks, Thomas Karnahan    
location: Usa
voto: 8    

A San Francisco una costruzione faraonica di oltre 130 piani, interamente in cristallo, viene avvolta il giorno dell'inaugurazione da un incendio di dimensioni colossali dovuto alle scarse misure di sicurezza adottate da costruttori avidi che hanno ben pensato di intascare una buona parte del preventivo ricorrendo a materiali inadeguati. Nella sciagura perdono la vita più di 200 persone ma molte vite vengono salvate dall'eroismo dell'architetto (Paul Newman) che ha progettato l'edificio e che ha visto disattendere le proprie istruzioni e il capo dei pompieri (Steve McQueen). Durante le tre ore di film che scandiscono la tragedia si intrecciano destini umani, si abbatte l'ipocrisia e tutto sembra trasformarsi in un giudizio universale che costringe gli individui ad una completa trasparenza.
Pur ricalcando appieno i cliché del genere, strutturati secondo una sequenza dove alle responsabilità umane fa da contrappeso l'eroismo di qualche singolo e dove "le operazione di soccorso [vengono girate] come operazioni di guerra" (Grazzini), il film che John Guillermin ha ricavato dai racconti di Richard Martin Stern La torre e da L'inferno di vetro di Thomas M.Scortia e Frank M.Robinson (sceneggiato da Stirling Silliphant, già autore di un altro catastrofico di successo come L'avventura del Poseidon e di quei drammi psicofantascientifici che sono I due mondi di Charly e Il villaggio dei dannati) si avvale di memorabili scene d'azione, merito anche delle ottime riprese di Irwin Allen (regista di film come Swarm - Lo sciame che uccide e che qui figura anche in veste di produttore). La lotta tra gli elementi è imponente e la scena in cui l'acqua ha la meglio sul fuoco memorabile. Tre Oscar: miglior fotografia (Fred Koenekamp e Joseph Biroc), canzone (We may never love like this again) e montaggio (Harold F.Cress e Carl Kress).    

lunedì 8 dicembre 1997

Guardie e ladri

anno: 1951   
regia: MONICELLI, MARIO * STENO 
genere: commedia 
con Totò, Aldo Fabrizi, Pina Piovani, Pietro Carloni, Mario Castellani, Carlo Delle Piane, Aldo Giuffré, Armando Guarnieri, Gino Leurini, Ernesto Almirante, Ave Ninchi, Giulio Calì, Rossana Podestà, Gino Scotti, William C. Tubbs, Rocco D'Assunta, Ettore Jannetti, Alida Cappellini, Aldo Alimonti, Riccardo Antonini, Paolo Modugno 
location: Italia   
voto: 8

Roma. Dopo essersi lasciato scappare un ladruncolo (Totò) che ha truffato un americano (Thubbs), il brigadiere Bottoni (Aldo Fabrizi) ha tre mesi di tempo per riacciuffarlo e riabilitarsi. Senza ricorrere alle armi riuscirà nell'intento, nascondendo però la vera attività del furfantello alla famiglia di quest'ultimo.
Da un soggetto di Piero Tellini, sceneggiato da un'equipe di prim'ordine che si conquistò meritatamente il premio a Cannes, formata dai due registi con Vitaliano Brancati, Aldo Fabrizi, Ennio Flaiano e Ruggero Maccari, la premiata ditta Monicelli e Steno mescola commedia, farsa, melodramma e genere poliziesco offrendo al Principe De Curtis una delle sue prime opportunità di calarsi in un ruolo, quello del padre di famiglia costretto al furto, dove la cifra drammatica ha un peso rilevante. Cannes riconobbe le enormi capacità dell'attore conferendogli la Palma d'oro. I duetti tra i due protagonisti sono memorabili e almeno due scene sono da antologia: quella della distribuzione dei pacchi dono durante il piano Marshall e quello del lunghissimo, estenuante inseguimento a piedi. La fotografia è del futuro regista horror Mario Bava; le scene sono di Flavio Mogherini.    

domenica 7 dicembre 1997

Eva contro Eva (All about Eve)

anno: 1950   
regia: MANKIEWICZ, JOSEPH LEO
genere: drammatico
con Bette Davis, Anne Baxter, George Sanders, Celeste Holm, Gary Merrill, Gregory Ratoff, Barbara Bates, Walter Hampden, Hugh Marlowe, Marilyn Monroe, Thelma Ritter
location: Usa   
voto: 10

L'amicizia tra Mango Channing (Bette Davis), attrice teatrale all'apice del successo, e la sua ammiratrice Eva Harrington (Anne Baxter) si trasforma in un'infuocata rivalità quando quest'ultima mette a nudo i reali intenti delle proprie azioni. Con un raggiro colossale nei confronti di impresari, registi, critici, scrittori, Eva arriva ad aggiudicarsi il più ambito dei premi teatrali. Ma il suo destino sarà segnato dall'inevitabile contrappasso.
Tratto dal racconto di Mary Orr The wisdom of Eve, e sceneggiato con mano raffinatissima dallo stesso Mankievicz, Eva contro Eva è un apologo sulla miseria morale di cui sono provvisti gli uomini (e le donne) del mondo dello spettacolo, "ma anche un amaro ritratto della società americana nel suo insieme, dove dominano attivismo, fragilità psicologica, tendenza alla paranoia, terrore di invecchiare e paura di confrontarsi con se stessi" (Mereghetti). Nutrito da un cast di eccezionale valore - nel quale figura una Marilyn Monroe ad una delle sue prime apparizioni - il film possiede un'invidiabile forza narrativa, coadiuvata da un equilibrio formale che ne fa un vero capolavoro. 6 premi Oscar: miglior film, regia, costumi, caratterista, sceneggiatura e sonoro. Nessuna delle due protagoniste riuscì ad aggiudicarsi l'Oscar, che andò invece a Judy Holliday per Nata ieri. La Davis si rifece prendendo però la meritatissima Palma d'oro a Cannes e sposando Gary Merrill, che nel film ha la parte del suo fidanzato

sabato 6 dicembre 1997

La mia notte con Maud (Racconti morali)

anno: 1969   
regia: ROHMER, ERIC  
genere: drammatico  
con Jean-Louis Trintignant, Françoise Fabian, Marie-Christine Barrault, Antoine Vitez, Leonide Kogan, Guy Leger, Anne Dubot, Marie Becker, Marie-Claude Rauzier  
location: Francia
voto: 8,5

Michel (Jean Louis Trintignant), un ingegnere di Clermont-Ferrand refrattario al pensiero di Pascal e cattolico praticante dalle inossidabili convinzioni morali, conosce la bellissima Maud (Françoise Fabian), donna separata di grande temperamento, anticonformista e spregiudicata. Dopo una notte passata a conversare sui temi dell'amore, della fedeltà e della gelosia, del caso e della necessità, Michel e Maud si reincontreranno cinque anni più tardi, quando lui è sposato a Françoise (Marie-Christine Barrault), la donna portata sull'altare nella convinzione di avere fatto la scommessa giusta: davanti all'evidenza di alcuni fatti, tutte le precedenti convinzioni di Michel crolleranno miseramente.
Impiantato su dialoghi di prim'ordine, fotografato con grande perizia dal magico occhio di Nestor Almendros, il "racconto morale" di Rohmer è cinema di parola che scandaglia con afflato filosofico sentimenti e ragioni umane, mettendo alle corde le convinzioni dei suoi protagonisti e degli stessi spettatori.    

lunedì 1 dicembre 1997

La cambiale

anno: 1959   
regia: MASTROCINQUE, CAMILLO    
genere: commedia    
con Vittorio Gassman, Sylva Koscina, Ugo Tognazzi, G.Moll, Peppino De Filippo, Totò, Raimondo Vianello, Paolo Ferrari, Aroldo Tieri, Lia Zoppelli, Luigi Pavese, T.Ucci, M.Mantovani, A.Bosic, F.Dominici, L.Nucci, D.Perbellini, Nanda Primavera, M.Marchi, O.Gargano, J.Verdirosi, O.Cavalli, N.Cortese, G.Rovere, Mario Castellani, P.De Martino, E.Passarelli, Erminio Macario    
location: Italia
voto: 6    

Una cambiale fa un lungo viaggio di andata e ritorno attraverso le mani di furfanti, ingenui e mezze calze del crimine. Messa in circolazione da un finanziere truffaldino (Aroldo Tieri) come risarcimento per un falso incidente occorso ad un pedone (Macario), la cambiale viene intascata dal legale di questo (Totò) che a sua volta la gira al proprio padrone di casa (Luigi Pavese). Quest'ultimo ci si compra un cane di mezza tacca da un tosacani (Vittorio Gassman) che la gira ad una donna (Sylva Koscina) come indennizzo per un raggiro sentimentale. La donna, a sua volta, acquista una pelliccia da un commerciante (Ugo Tognazzi) che cerca di portarsela a letto. Ma dinanzi al fiuto della moglie (Lia Zoppelli), il commerciante è costretto a racimolare autentica pecunia. E, da qui, la cambiale inizia un percorso a ritroso.
Diseguale negli episodi che raccordano la trama del film e non a caso sceneggiato da una pletora di autori - tra cui spiccano i nomi di Vittorio Metz e Roberto Gianviti che sono anche autori del soggetto - La cambiale trova negli episodi con Totò e Peppino i suoi momenti migliori, mentre in altri si affida a banali luoghi comuni e a un'improvvisazione talvolta fuori misura.