martedì 22 dicembre 1998

La fuga (Dark passage)

anno: 1947       
regia: DAVES, DELMER  
genere: noir  
con Humphrey Bogart, Lauren Bacall, B.Bennett, A.Moorehead, T.D'Andrea, C.Young, D.Kennedy, R.Mallinson, H.Stevenson                
location: Perù, Usa
voto: 6  

Fuggito dal carcere di San Quintino, nel quale era stato ingiustamente ristretto per uxoricidio, Vincent Parry (Humphrey Bogart) trova sul suo cammino verso la libertà l'appoggio di una misteriosa donna di San Francisco (Lauren Bacall) che, ai tempi del processo, aveva sostenuto la sua innocenza. Dopo avere cambiato fisionomia attraverso la chirurgia plastica, Parry finisce in un ginepraio incontrollabile costellato di morti. Riuscirà ugualmente a prendere la via di una nuova fuga verso il Perù dove lo raggiungerà la sua benefattrice, innamorata di lui.
Sceneggiato da Delmer Daves dal romanzo di David Goodis, il racconto inventa una originalissima chiave filmica, nascondendo le sembianze del protagonista per almeno quaranta minuti (ricordate I cinque volti dell'assassino di John Huston?) e affidando tutto alla soggettiva. Il resto è buon cinema di genere con due attori di consumata bravura.    

giovedì 10 dicembre 1998

Va’ dove ti porta il cuore

anno: 1996       
regia: COMENCINI, CRISTINA   
genere: drammatico   
con Virna Lisi, Margherita Buy, Galatea Ranzi, V.Chico, A.T.Rossini, M.G.Bon, Luigi Diberti, Massimo Ghini, Tcheky Karyo           
location: Italia
voto: 5   

Alla giovane Marta (Valentina Chico) si dischiude la porta sul proprio passato quando, leggendo il diario che la nonna morta dalle parti di Trieste (Virna Lisi) le ha lasciato, viene a conoscere molti avvenimenti ignoti. I cattivi rapporti tra sua madre (Galatea Ranzi) e sua nonna (il ruolo è affidato, nella parte giovanile, a Margherita Buy), l'avventura che quest'ultima aveva avuto concependone la figlia sono i tasselli che vanno a riempire un mosaico rimasto troppo a lungo a corto di parole.
La Comencini fa i salti mortali - coadiuvata dalla recitazione palpitante di Virna Lisi e Margherita Buy - per togliere alla pagina pseudo-letteraria della misogina Tamaro - da cui il film è tratto - orpelli retorici e melensaggini a badilate. Ma l'inevitabile respiro del best-seller si avverte dall'insistito io narrante che trapela dal racconto. La sceneggiatura è di Roberta Mazzoni e Cristina Comencini.    

martedì 1 dicembre 1998

La cena

anno: 1998       
regia: SCOLA, ETTORE  
genere: commedia  
con Fanny Ardant, Antonio Catania, Francesca D’Aloja, Riccardo Garrone, Vittorio Gassman, Giancarlo Giannini, Marie Gillain, Nello Mascia, Adalberto Maria Merli, Eros Pagni, Daniela Poggi, Rolando Ravello, Stefania Sandrelli, A.Antonucci, A.Cambi, Nadia Carlomagno, Giorgio Colangeli, C.Colisi Rossi, Eleonora Danco, G.Gandini, L.Gransdorff, A.Innocenti, M.Javarone, H.Kocianski, V.Lupo, P.Merloni, G.Miletic, C.Molfese, M.Mosterdi, S.Nicolai, C.Olmi, M.Patanè, V.Piancastelli, P.F.Poggi, Francesca Rettondini, G.Senesi, F.Siciliano, Giorgio Tirabassi, V.Venantini          
location: Italia       
voto: 6

L'idea è bellissima: quella di mettere un drappello di attori, noti e meno noti, all'interno di una trattoria romana gestita da una bella cinquantenne (Fanny Ardant), ciascuno con le proprie storie e le proprie vicissitudini. Al locale approdano, in ordine sparso, un padre più ignavo che libertario con i suoi figli ormai prossimi alla quarantina (Francesca D'Aloja e Giorgio Tirabassi), una donna manager che attende inutilmente il fidanzato (Daniela Poggi), una madre sciantosa (una procacissima Stefania Sandrelli) con la figlia prossima al noviziato, un poeta solitario e attaccabottoni (Vittorio Gassman), una coppia che da poco ha scoperto di aspettare un bambino e non sa quale decisione prendere (Eleonora Danco e Francesco Siciliano), un timido impiegato che si lascia incantare da un sensitivo (Antonio Catania), un gruppetto di signore anziane, due attori che discutono di una messa in scena metafisica, un professore universitario (un Giancarlo Giannini capace di una performance che entrerà di diritto nei manuali di recitazione) accompagnato da una studentessa-amante (Marie Gillain), un terzetto di giapponesi, un politico meridionale attorniato da qualche tirapiedi e una donna con cinque amanti. Tra ipocrisie e falsità, ciascuno recita come può il copione della propria esistenza, mentre dalle cucine si leva stentorea la voce di un cuoco vetero-comunista brontolone (Eros Pagni). Dando fregio per l'ennesima volta al suo cinema di parola, Scola (autore di soggetto e sceneggiatura, alla quale hanno collaborato la figlia Silvia, Furio e Giacomo Scarpelli) squaderna il proprio talento con trovate illuminate e dialoghi d'alta classe. Peccato che i singoli siparietti non abbiano tutti la stessa intensità o la medesima ispirazione.    

martedì 24 novembre 1998

Intrigo internazionale (North by Northwest)

anno: 1959   
regia: HITCHCOCK, ALFRED
genere: spionaggio
con Cary Grant, Eva Marie Saint, Roger Ellestein, Leo G. Carroll, Martin Landau, James Mason, Jessie Royce  Landis, Philip Ober, Les Tremayne, Adam Williams, Josephine Hutchinson, Ed Binns, Philip Coolidge, Lawrence Dobkin, Ned Glass, John Berardino, Carleton Young, Ken Linch, Edward Platt, Robert Williams, Patrick McVey, Doreen Lang, Malcolm Atterbury, Tommy Farrell
location: Usa
voto: 8

Roger Thornhill (Grant), un tranquillo pubblicitario newyorchese, diventa vittima di uno scambio di persona: gli 007 sovietici lo credono un'agente della CIA ormai prossimo a mettere una spia sovietica con le mani nel sacco, mentre la polizia lo crede responsabile dell'omicidio di un diplomatico statunitense. Se la caverà anche grazie all'aiuto di una seducente doppiogiochista dei servizi segreti americani (Eva Marie Saint).
Da un soggetto di Ernest Lehman, Hitchcock ricava un film dalla trama fittissima, eppure esemplare nella sua linearità, aggiungendo alla consueta suspense (la scena in cui un biplano tenta di eliminare Thornhill è da antologia) elementi comici (esilarante la scena in cui uno strepitoso Cary Grant mette scompiglio durante un'asta, ripresa poi in Intrigo a Stoccolma) e persino erotici ("la scena conclusiva, in cui il treno che trasporta i coniugi penetra in una galleria contiene una trasparente allusione sessuale", Di Giammatteo).    

lunedì 23 novembre 1998

FX – Effetto mortale (Fx Munder By Illusion)

anno: 1986   
con MANDEL, ROBERT  
genere: thriller  
con Bryan Brown, Brian Dennehy, Diane Venora, Cliff De Young, Mason Adams, Jerry Orbach, Joe Grifasi, Martha Gehman, Roscoe Orman, Trey Wilson  
location: Usa   
voto: 7,5

Un mago degli effetti speciali cinematografici (il divo australiano Bryan Brown) viene coinvolto nella fuga di un boss mafioso. All'uomo viene fatto credere che si tratta di un'operazione volta alla salvaguardia di un testimone prezioso in un processo antimafia (Jerry Orbach), che deve essere creduto morto. Trovatosi in un dedalo intricatissimo, l'uomo se la caverà grazie all'ingegnosità con cui sa far fruttare i suoi trucchi.
Scritto da Robert T.Megginson e Gregory Fleeman, FX sembra avere tutte le sembianze del film di serie B: scenografie povere, attori semi-sconosciuti, luci piatte da soap opera. Ma l'idea, a fronte di tanta convenzionalità nel genere thriller-poliziesco, è assolutamente originale e da sola riscatta la povertà di mezzi. Seguito da FX 2: Replay di un omicidio.

venerdì 20 novembre 1998

Mery per sempre

anno: 1989   
regia: RISI, MARCO    
genere: drammatico    
con Michele Placido, Claudio Amendola, Francesco Benigno, Alessandro Di Sanzo, Salvatore Termini, Tony Sperandeo, Roberto Mariano, Maurizio Prollo, Filippo Cenzardi, Alfredo Li Bassi, Gianluca Favilla    
location: Italia
voto: 8    

Il difficile inserimento di un insegnante di liceo (Michele Placido) in un penitenziario minorile di Palermo, nel quale regna sovrana la legge del più forte. Ma i mezzi pedagogici del docente lasceranno il segno.
Memore della lezione de Il seme della violenza di Richard Brooks, il film di Risi si muove in perfetto equilibrio tra istanze sociologiche e fluidità narrativa, congegnando un meccanismo di un iperrealismo tanto estremo da sfiorare a tratti l'inverosimile. Eccellente prova di tutti gli attori, molti dei quali reclutati dal regista nei riformatori palermitani. Da un soggetto autobiografico di Aurelio Grimaldi tratto dal suo romanzo Meri per sempre (la sceneggiatura e i dialoghi sono di Sandro Petraglia e Stefano Rulli).    

sabato 14 novembre 1998

Torna a casa, Lassie! (Lassie, come home!)

anno: 1943       
regia: WILCOX, FRED McLEOD   
genere: drammatico   
con R.McDowall, D.Crisp, D.M.Whitty, E.Gwenn, N.Bruce, E.Lanchester, Elizabeth Taylor   
location: Regno Unito
voto: 6   

Durante gli anni '20 una povera famiglia inglese è costretta a vendere il proprio affezionato esemplare di collie femmina a un ricco latifondista. Condotto nella lontana Scozia, il quadrupede riuscirà a tornare dai suoi "veri" padroni percorrendo centinaia di miglia.
Basato sul romanzo di Eric Knight e sceneggiato da Hugo Butler, Torna a casa, Lassie! è un film destinato al pubblico dei più piccoli, non privo di momenti avventurosi ed appassionanti nonché di un certo interesse pedagogico. Liz Taylor, appena bambina, comparve per la seconda volta sullo schermo. La cagna Lassie in realtà era un maschio. Il film ebbe numerosi seguiti.    

martedì 10 novembre 1998

Radiofreccia

anno: 1998       
regia: LIGABUE, LUCIANO  
genere: commedia  
con Stefano Accorsi, Luciano Federico, Alessio Modica, Enrico Salimbeni, Roberto Zibetti, Francesco Guccini, Serena Grandi, Vito, Patrizia Piccinini    
location: Italia
voto: 3  

Dopo il rock e la narrativa (Fuori e dentro il borgo), Ligabue passa anche al cinema, per raccontare una storia tratta dal suo romanzo e ambientata nella provincia emiliana, a Correggio. Un gruppo di ventenni nel 1975 avvia una radio libera, chiamata Radio Raptus, ribattezzata Radiofreccia all'indomani della morte per overdose di uno di loro (Stefano Accorsi), soprannominato "Freccia". La radio chiuderà alla vigilia del diciottesimo compleanno.
Tanta buona volontà sul piano visivo (Ligabue non teme l'uso di dolly e steady-cam, ma va detto che è stato aiutato nella direzione da Antonello Grimaldi) non pareggia l'inconsistenza narrativa del copione che il rocker emiliano ha scritto con Antonio Leotti (già sceneggiatore di Babylon), che si agita disordinatamente tra sketch abborracciati. Ottima la colonna sonora del film, che ha costituito una delle voci più consistenti del budget complessivo. Francesco Guccini, nella parte di un barista, è tanto avvincente in concerto quanto inamidato davanti alla cinepresa. Peccato.    

domenica 1 novembre 1998

Caccia a Ottobre Rosso

anno: 1990       
regia: McTIERNAN, JOHN 
genere: spionaggio 
con Sean Connery, Alec Baldwin, J.Ackland, T.Curry, P.Firth, Scott Glenn, J.E.Jones, J.Jones, R.Jordan, Sam Neill, S.Skarsgard, Fred Dalton Thompson, C.B.Vance, T.Arana, T.Carhart, D.Davis, A.Davydov, R.Ducommun, L.Ferguson, R.Guttman, C.Janczar, A.Peck, N.Vaughn 
location: Usa
voto: 5 

Nelle acque dell'Atlantico si muove, non captato dai radar, un modernissimo sommergibile sovietico chiamato Ottobre Rosso, comandato dal capitano Ramus (Sean Connery) e ritenuto capace di affondare la flotta navale americana. In realtà il capitano, con parte dei suoi sodali, ha ben altra intenzione: quella di disertare. Ci riuscirà anche grazie all'amichevole tenacia di un medico statunitense (Baldwin).
Il film, tratto dal romanzo di Tom Clancy e sceneggiato da Larry Ferguson e Donald Stewart, segna la fine della guerra fredda anche sullo schermo: la potenza militare sovietica è all'avanguardia ma non è più una macchina ammazzacattivi. La distensione, però, ammanta non soltanto il clima politico che traspare alla fine del film, ma anche il racconto, che si dilata inarginabilmente sui dettagli tecnici delle operazioni di comando: piacerà magari agli appassionati del genere, lasciando freddo lo spettatore poco avvezzo alle sottigliezze delle manovre militari. Il futuro regista di film d'azione come Speed e Twister, Jan De Bont, è il direttore della fotografia. Oscar per gli effetti speciali sonori.    

giovedì 29 ottobre 1998

Matrimoni

anno: 1998       
regia: COMENCINI, CRISTINA   
genere: commedia   
con Diego Abatantuono, Francesca Neri, Stefania Sandrelli, Pierre Brasseur, Cecilia Dazzi, Gigio Alberti, Paolo Sassanelli, Lunetta Savino, Emilio Solfrizzi, M.Dini   
location: Italia
voto: 6   

Bologna, la notte di Natale. Giulia (Francesca Neri), trentacinquenne con due figli, sposata da quindici anni con Paolo (Diego Abatantuono), sta aspettando per cena l'arrivo di sua sorella (Cecilia Dazzi) e quello da Trani del fratello con la famiglia. Ma prima di concludere i preparativi decide di partire per lo stesso paese natio, nelle Puglie. Dopo avere ceduto alle lusinghe di un tenace corteggiatore, tornerà tra le braccia di Paolo non prima di avere appreso che sua madre (Stefania Sandrelli) vive da quindici anni un rapporto clandestino con suo padre (Claude Brasseur), pur essendosene separata, e che sua sorella ha avuto un'avventura con Paolo. Finché Giulia va' dove la porta il cuore, il film trova un'altrettanto felice vena satirica e molto divertente sulle apparenze del matrimonio, ma poi va spegnendosi a mano a mano che incede verso un finale consolatorio.    

martedì 27 ottobre 1998

La conversazione (The conversation)

anno: 1974       
regia: COPPOLA, FRANCIS FORD  
genere: giallo  
con Gene Hackman, John Cazale, A.Garfield, F.Forrest, C.Williams, M.Higgins, E.MacRae, T.Garr, Harrison Ford, Robert Duvall          
location: Usa
voto: 8

San Francisco. Specializzato in intercettazioni di ogni genere, Henry Caul (un gigantesco Gene Hackman) scopre che il caso al quale sta lavorando potrebbe costare la vita a due persone. Combattuto sul da farsi, Caul finisce per invischiarsi in un gioco impossibile nel quale la realtà si rovescia a tutti i livelli e lui da pedinatore diventa pedinato.
Una delle opere più riuscite di un ispiratissimo Coppola, che costruisce uno spettacolo di forza quasi metafisica, con rimandi "al cinema di Bergman ma soprattutto di Antonioni" (Di Giammatteo), giocando tutto sul doppio livello di moralità del protagonista, una spia algida e professionale ma religiosa e divorata da dubbi atavici, la cui vita è segnata dal timore panico di essere scrutato dall'occhio di Dio. Memorabile la scena finale, nella quale Caul, ossessionato dal timore di venire a sua volta spiato, si abbandona stracco a suonare il suo sax in un appartamento ormai coventrizzato. Palma d'oro al festival di Cannes.    

martedì 20 ottobre 1998

Cliffhanger - L'ultima sfida

anno: 1993       
regia: HARLIN, RENNY 
genere: avventura 
con Sylvester Stallone, John Lithgow, M.Rooker, J.Turner, R.Linn, C.Goodall, Leon, C.Fairbrass, G.Scott Cummings, D.Forest, M.Joyner, M.Perlich, Paul Winfield, R.Waite         
location: Usa       
voto: 6

Due guardie forestali espertissime in arrampicate su pareti montuose vanno alla ricerca dei superstiti di una caduta aerea. Si troveranno intrappolati da questi, che in realtà stavano trafugando tre valigie colme di milioni di dollari. Ma la perizia dei due nell'affrontare i pericoli delle vette avrà la meglio.
Dialoghi a zero (alla sceneggiatura hanno messo le mani - si fa per dire - Michael France, autore anche del soggetto, e Sylvester Stallone) ma grande suggestione visiva (un celebre precedente girato sulle montagne, Assassinio sull'Eiger fu firmato da Clint Eastwood quasi vent'anni prima), riprese acrobatiche da brivido sulle Rocky Mountains e tensione adrenalinica sempre al massimo traducono l'idea originaria di John Long in un thriller avventuroso di altissimo livello spettacolare, con scazzottate in abbondanza, muscoli tirati a lucido e recitazione bovina.    

venerdì 16 ottobre 1998

Questa terra è la mia terra (Bound for glory)

anno: 1976   
regia: ASHBY, HAL   
genere: biografico   
con David Carradine, Ronny Cox, Melinda Dillon, Gail Strickland, John Lehne, Ji Tu Cumbuka, Randy Quaid, Lee McLaughlin, Ted Gehring, Mock Alexandra, Guthrie Tomas, Elizabeth Macey, Vaill Sarah, Wendy Schaal, Delos V. Smith Jr., Robert Sorrels, Vaill Susan, Mock Kimbely   
location: Usa
voto: 6,5   

Durante la Grande Depressione degli anni '30, quello che senza saperlo sarebbe diventato il padre di tutta la musica folk dell'intero occidente - Woody Guthrie - se ne andava in giro per le sterminate lande degli States abbrancando lavoretti umili e cantando l'utopia del riscatto alla povera gente. Saltando da un treno all'altro, Guthrie sfiorò le vette del successo: refrattario ad ogni tentativo di contenimento, incline a seguire soltanto l'autarchia del proprio spirito libero, quest'uomo simpatico e gentile, meraviglioso e autentico finì col morire pazzo nel 1967. Ashby - che già aveva mostrato sensibilità in campo musicale affidando la colonna sonora di Harold e Maude alla voce di Cat Stevens - tributa un sentito omaggio a questo grande poeta della canzone, interpretato con grande intonazione da David Carradine. Il film, sceneggiato da Robert Getchell e basato sull'omonima autobiografia del protagonista, vinse due Oscar: migliore fotografia (Haskell Wexler) e colonna sonora non originale.    

sabato 10 ottobre 1998

L'harem

anno: 1967       
regia: FERRERI, MARCO    
genere: grottesco    
con C.Baker, Gastone Moschin, Renato Salvatori, M.Le Royer, B.Berger, C.Sakaroff, Ugo Tognazzi
location: Italia, Jugoslavia
voto: 3    

Intorno a sé la trentenne Margherita (Carroll Baker) costruisce a Dubrovnik un androceo composto da un fotografo (Bill Berger), un industriale (Gastone Moschin), un impiegato (Renato Salvatori) e un confidente omosessuale (Michel Le Royer). Stanchi di essere alternati sul podio dell'amante di turno, i quattro passano ad una feroce contromossa e - in un gioco crudele - costringono la poveretta, rea di essere incapace di scegliere, a gettarsi da una rupe.
Il soggetto di Rafael Azcona, Marco Ferreri e Ugo Moretti (sceneggiato dal solo Ferreri) mira a turlupinare la stupidità maschile, incapace di accettare le pretese che essa stessa propone in fatto di coppia. Ferreri la tira troppo per le lunghe e il film dopo un intrigante spunto iniziale, finisce con l'annoiare. Cammeo per Ugo Tognazzi, nella parte di sé stesso in versione gay. Gli striduli assoli di sassofono della colonna sonora sono di Gato Barbieri, tanto di moda in quegli anni.    

Fuori orario (After hours)

anno: 1986   
regia: SCORSESE, MARTIN  
genere: commedia  
con Rosanna Arquette, Verna Bloom, Thomas Chong, Griffin Dunne, Linda Fiorentino, Teri Garr, John Heard, Cheech Marin, Catherine O'Hara, Dick Miller, Will Patton, Robert Plunket, Martin Scorsese  
location: Usa   
voto: 8

Per correre dietro ad una ragazza che lo ha adescato (Rosanna Arquette), un timido impiegato newyorchese (Griffin Dunne) si trova a dovere vivere una girandola kafkiana di disavventure, inanellandole tutte nella stessa notte, al termine della quale si ritroverà davanti al portone dell'ufficio. 
Scritto da Joseph Minion (uno studente di cinema alla Columbia University), questo piccolo grande film indipendente è presto diventato una leggenda del cinema non solo grazie al consueto tocco di gran classe che il regista conferisce ad ogni singola inquadratura delle sue opere, ma anche per il vulcanico diluvio di trovate che rendono irresistibile un improbabile plot narrativo.    

martedì 6 ottobre 1998

The Truman show

anno: 1997   
regia: WEIR, PETER
genere: fantastico
con Jim Carrey, Ed Harris, Natascha McElhone, Laura Linney, Noah Emmerich, Holland Taylor, Brian Delate, Paul Giamatti, Harry Shearer, Peter Krause, Heidi Schanz
location: Usa
voto: 10

Dal giorno della sua nascita Truman Burbank (Jim Carrey) è l'inconsapevole protagonista di una soap opera trentennale ideata dal produttore di un network televisivo (Ed Harris). L'ingenuo Truman ci mette non poco ad accorgersi che intorno a lui, dalla moglie (Laura Linney) al suo migliore amico, tutti stanno interpretando una parte di quella mega-produzione che è il Truman show. E' così che decide di ribellarsi, rischia di venire ammazzato e trova finalmente la libertà.
Destinato a diventare un caposaldo di quella cinematografia che della satira sui media ha fatto il proprio fiore all'occhiello (L'asso nella manica, Oltre il giardino), il film scritto da Andrew Niccol (il regista del fantascientifico Gattaca) è un'opera insieme geniale, inventiva, ricca di sorprese, sostenuta da una regia impeccabile e servita da un Jim Carrey che mette la propria carica di istrione a servizio di un copione perfetto. Nella colonna sonora appare il musicista minimalista Philip Glass.    

venerdì 2 ottobre 1998

Heat – La sfida

anno: 1995   
regia: MANN, MICHAEL   
genere: poliziesco   
con Al Pacino, Robert De Niro, Val Kilmer, Jon Voight, Tom Sizemore, Diane Venora, Amy Brenneman, Ashley Judd, Mykelti Williamson, Wes Studi, Ted Levine, Dennis Haysbert, William Fichtner, Natalie Portman, Hank Azaria, Jeremy Piven, Ray Buktenica, Hazelle Goodman, Begonia Plaza, Tone Loc, Ricky Harris, Jerry Trimble, Henry Rollins, Kim Staunton, Susan Traylor, Kevin Gage, Tom Noonan, Xander Berkeley, Danny Trejo   
location: Usa
voto: 6   

Un poliziotto di Los Angeles, ovviamente solo e in costante crisi matrimoniale come quasi tutti i personaggi interpretati da Al Pacino, ha il compito di prendere sul fatto il capo di un'organizzazione criminale capace di colpi ingenti compiuti ad una rapidità funambolica (Robert De Niro). La vita del criminale diventa ancora più complicata quando alla polizia si aggiungono gli impacci di un amore impossibile e di un Giuda pronto a spiattellare qualsiasi cosa sul suo ex-capobanda. Secondo i diktat della morale americana, vince ovviamente il buono.
Heat, scritto e diretto da Michael Mann, non è affatto il capolavoro al quale hanno gridato anzitempo i vaticinatori da ultim'ora. Però non è nemmeno una patacca. E' semplicemente il confronto paludato - stravinto da De Niro - tra i due colossi del cinema americano (che figuravano nel cast de Il padrino - Parte seconda senza tuttavia incontrarsi mai), impreziosito da una memorabile colonna sonora di Elliott Goldenthal alle cui musiche sono state affiancate quelle di Brian Eno, Einsturzende Neubauten, Kronos Quartet, Lisa Gerrard, Michael Brook, Moby, Passengers, Terje Rypdal & The Chasers.

mercoledì 30 settembre 1998

Un anno vissuto pericolosamente (The year of living dangerously)

anno: 1983       
regia: WEIR, PETER   
genere: guerra   
con Mel Gibson, Sigourney Weaver, B.Kerr, M.Murphy, L.Hunt, N.Ferrier               
location: Indonesia
voto: 5   

Installatosi a Giacarta - in Indonesia - per un servizio giornalistico sull'operato di Sukarno durante il colpo di stato del 1965, un giornalista americano (Mel Gibson, che nel film curiosamente si chiama Guy Hamilton, come il regista) si trova in bilico tra doveri professionali, amicizia e amore. Il regista australiano, alla sua seconda prova americana, vira in chiave intimista la sceneggiatura scritta con David Williamson e C.J.Koch, tratta dal romanzo dello stesso Koch. Ma i tempi eccessivamente dilatati dirottano la trama su un territorio frammentato al crocevia tra genere d'avventura e sentimentale - emulo della formula di Gilda - nel quale non sempre ci si orizzonta facilmente. Nella colonna sonora compaiono brani di Richard Strauss, Jerry Lee Lewis, Little Richard, Frank Bourke, Gene Vincent e Jimmy Reed. L'attrice nana Linda Hunt - pur vestendo i panni del fotografo indigeno amico di Hamilton, si è aggiudicata l'Oscar quale migliore attrice non protagonista.    

domenica 27 settembre 1998

Tre colori. Film Bianco (Trois couleurs blanc)

anno: 1993   
regia: KIESLOWSKI, KRZYSZTOF 
genere: drammatico 
con Zbigniew Zamachowski, Janusz Gajos, Jerzy Stuhr, Julie Delpy, Philippe Morier-Genoud, Marzena Trybala, Barbara Dziekan, Piotr Machalica, Michel Lisowsky, Cezary Pazura, Jerzy Trela, Grzegorz Warchol, Cezary Harasimowicz, Aleksander Bardini, Jerzy Nowak 
location: Francia, Polonia
voto: 8

Costretto a tornarsene nella originaria Polonia con la coda tra le gambe e chiuso dentro a una valigia dalla moglie che ha chiesto il divorzio per non avere ottenuto la consumazione del rapporto, il parrucchiere Karol Karol (uno splendido Zbigniew Zamakowski) fa improvvisamente fortuna grazie ad un aspirante suicida (Gajos) conosciuto accidentalmente (lo spunta ricorda quello di Ho affittato un killer). Richiamata la ex-moglie (Delpy) con un espediente, Karol ottiene la propria rivincita vendendola chiusa dietro le sbarre.
Secondo dei tre film dedicati ai valori ispiratori della rivoluzione francese, quello dedicato all'uguaglianza - scritto da Kieslowski con il fido Krzysztof Piesiewicz - ha una struttura diversa dagli altri due, con improvvisi scarti su toni da commedia e una trama più articolata. Il talento figurativo del grande regista polacco non si discute; la profondità delle tematiche neppure; meno che mai la direzione degli interpreti. Tanto basta a Kieslowski per collocare l'ennesimo capolavoro nella panoplia di una fulgida carriera. Orso d'argento a Berlino per la migliore regia.

Il caso Moro

anno: 1986       
regia: FERRARA, GIUSEPPE 
storico 
con Gian Maria Volontè, Mattia Sbragia, B.Zanin, C.Ferrara, Enrica Maria Modugno, E.Rosso, Maurizio Donadoni, S.Abbati, D.Mattei, M.Tedde, F.Capitano, Margherita Lozano, Sergio Rubini, D.De Silva, E.Taschini, G.Vocca, U.Raho, S.Blasi, Franco Trevisi, P.Ferrara, Nicola Di Pinto, D.Dublino, P.Vida, B.Corazziari, G.Villa, F.Cornelutti, P.M.Scalondro, D.Biagioni, M.F.Santamaria, Augusto Zucchi, L.Bartoli 
location: Italia       
voto: 8

Nel 1978 l'allora presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro (interpretato da un Gian Maria Volontè ormai avvezzo a prove di livello stratosferico e che per la seconda volta dopo Todo modo interpreta il politico democristiano) viene rapito da un commando armato delle Brigate Rosse che nell'occasione sterminano la scorta dello statista. Dopo estenuanti trattative e infiniti dissapori sia all'interno del governo che della D.C. e addirittura delle diverse falangi delle B.R., Moro viene ucciso.
Alfiere del cinema di impegno civile, Ferrara - che ha ricavato la sceneggiatura, scritta con Robert Katz (già autore di Cassandra Crossing e La pelle) e Armenia Balducci tratta da I giorni dell'ira dello stesso Katz (anch'egli già autore della sceneggiatura de La pelle) - riordina le frange di un racconto convulso, ottenendone un formato fiction assai accattivante. Peccato che le motivazioni dei brigatisti somiglino troppo ad un utopismo ingenuo e che Moro ne esca come una sorta di umanissimo martire scomodo a troppi.    

martedì 22 settembre 1998

L'albero delle pere

anno: 1998       
regia: ARCHIBUGI, FRANCESCA    
genere: drammatico    
con Valeria Golino, Sergio Rubini, Stefano Dionisi, Niccolò Senni, F.Di Giovanni, Victor Cavallo    
location: Italia
voto: 5    

Dopo il (Grande) cocomero e in attesa del mango e della banana, la Archibugi esplora l'universo degli adolescenti dal punto di vista delle pere. Il frutto del titolo è quello che metaforicamente assume la giovane madre (Valeria Golino) di Siddharta Pelosi (Niccolò Senni, vincitore del premio Mastroianni a Venezia), quattordicenne costretto alle responsabilità di un adulto dall'incapacità dei più grandi. Diviso tra un genitore che gioca a fare Peter Pan (Sergio Rubini) e un patrigno che imposta i rapporti sul denaro (Stefano Dionisi), Siddartha deve cavarsela da solo quando la piccola sorellastra (Di Giovanni) si punge accidentalmente con una siringa infetta della madre, cavandosela con una semplice epatite C. Il ragazzino si destreggia ricorrendo a tutta l'arguzia di cui è capace ma la vita gli apparecchia un finale non proprio edificante.
Sfuocato nei personaggi e affidato a un protagonista che parla con la prosopopea di Vittorio Sgarbi, l'opera numero cinque della regista tocca dei temi intriganti con tatto da pachiderma: contorni spessi e situazioni forzate che vanno a scapito del lavoro impeccabile di Luca Bigazzi alla fotografia (premiato a Venezia con l'Osella d'oro) e del marito della Archibugi, Battista Lena, autore di una colonna sonora indimenticabile.    

venerdì 18 settembre 1998

Godzilla

anno: 1998       
regia: EMMERICH, ROLAND   
genere: fantascienza   
con Matthew Broderick, Jean Reno, M.Pitillo, Hank Azaria, K.Dunn, M.Lerner, H.Shearer           
location: Usa
voto: 3   


Un lucertolone gigantesco semina il terrore a New York distruggendo qualsiasi cos gli capiti a tiro. Quando la marina militare sembra averlo distrutto grazie ad un missile sottomarino, il problema si moltiplica per duecento: l'animale ha infatti deposto le uova nel sottosuolo della metropolitana. Stavolta l'abbattimento arriva dall'alto: un bombardamento aereo seppellisce i neonati ma non papà Godzilla, che viene massacrato sul ponte di Brooklyn grazie a una trappola congegnata da un biologo (Matthew Broderick) che lavora sulle mutazioni radioattive di cui il bestione sarebbe l'effetto. Ma c'è un uovo che è stato dimenticato... Riprendendo un personaggio caro al cinema nipponico di serie B degli anni cinquanta, Emmerich - autore della sceneggiatura con Dean Devlin, da un soggetto che i due hanno scritto con Ted Elliott e Terry Rossio - punta tutto sugli effetti speciali non curandosi minimamente della storia né del resto. Più che da un essere umano, il film sembra essere stato partorito da Godzilla.    

martedì 15 settembre 1998

L'odore della notte

anno: 1998   
regia: CALIGARI, CLAUDIO 
genere: gangster 
con Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Giorgio Tirabassi, Emanuel Bevilacqua, Alessia Fugardi, Francesca D'Aloja, Little Tony, Giampiero Lisarelli, Elda Alvigini, Raffaele Vannoli, Federico Pacifici, Marcello Mazzarella, Marina Viro, Stella Vordemann 
location: Italia
voto:6,5

Tra il 1979 e il 1983 una banda di borgatari romani nota come l'Arancia Meccanica e capeggiata da Agostino (detto Remo) Panetta (nel film il cognome è stato cambiato in Guerra e a interpretarlo è un convincente Valerio Mastandrea) - mossa da un'insaziabile voglia di rivalsa di classe e bramosia di arricchimento - seminò il terrore tra l'aristocrazia capitolina compiendo centinaia di rapine.
Partendo dal romanzo di Dodo Sacchettoni Le notti dell'Arancia Meccanica, Caligari - tornato al cinema dopo 15 anni di ostracismo da parte dei vari governi democristiani, peraltro ampiamente ripagati nel film attraverso espliciti riferimenti - realizza una pellicola in veste neo-neorealista come già con il precedente, ottimo Amore tossico. Affidando ad un commento fuori campo che crea un effetto di frizione fra il linguaggio finto-colto e l'inflessione popolare del protagonista, aggiungendo uno stile personale con contrasti tra melodramma e momenti comici, Caligari mette a segno una prova che non può non farci rimpiangere quindici anni di obbligato silenzio. Memorabili sia le musiche in stile trance di Pivio e Aldo De Scalzi che la scena in cui Little Tony, pistola puntata alla testa, è costretto ad intonare Cuore matto.

sabato 12 settembre 1998

Amore tossico

anno: 1983   
regia: CALIGARI, CLAUDIO
genere: drammatico
con Cesare Ferretti, Michela Mioni, Enzo Di Benedetto, Roberto Stani, Clara Memtoria, Dario Trombetta, Loredana Ferrara, Mario Afeltra, Fernando Arcangeli, Mario Gaiazzi, Gianni Schettini, Silvia Srarita
location: Italia   
voto: 10

Vita (breve) e morte di una coppia di tossicodipendenti venticinquenni di Ostia e dei loro pochi amici. Con piglio etnografico, stile documentaristico e crediti pasoliniani, l'esordiente Caligari - che ha scritto il copione con Guido Blumir - realizza un film di brutale realismo, con dei non-attori che mettono in scena le loro reali condizioni di vita. Un'opera coraggiosa, mai consolatoria né edulcorata, uno spaccato sociologico sul modo della droga girato in 16 mm. ed accompagnato dalle musiche volutamente sgradevoli di Detto Mariano. Numerosi i premi raccolti da Caligari: migliore opera prima al Festival di Venezia 1983; migliore interpretazione femminile (Michela Mioni) al Festival di San Sebastiano; premio selezione ufficiale al Festival di Valencia.

Contact

anno: 1997       
regia: ZEMECKIS, ROBERT 
genere: fantascienza 
con Jodie Foster, M.McConaughey, James Woods, John Hurt, David Morse, T.Skerritt, A.Bassett
location: Usa
voto: 3

Convinta dell'esistenza di altre forme di vita nell'Universo, l'astronoma Ellie Arroway (Jodie Foster, sempre più simile a un transsessuale) sembra destinata a ricalcare le impronte di Giordano Bruno, tanta incredulità suscitano le sue ipotesi. Quando però un magnate gli mette a disposizione l'armamentario giusto per fare le sue ricerche, Ellie viene a contatto con la lontana civiltà di Vega, che manda le istruzioni necessarie per potere raggiungere il pianeta con una macchina che viaggia alla velocità della luce. Tornata sulla Terra, Ellie vedrà manomesse le prove del suo viaggio. Ma la speranza resiste...
Dopo il successo di Forrest Gump Zemeckis arrabatta un copione da quattro soldi (di V.Hart e Michael Goldenberg, dal romanzo di Carl Sagan) di palese ispirazione New Age, mescolando teologia e filosofia d'accatto, sullo sfondo di uno scenario sostanzialmente teatrale (l'azione si sviluppa quasi interamente nella stanza dei bottoni). "Il risultato - scrive Lietta Tornabuoni - è un film confuso, pedante, cervellotico e insieme banale [...] inerte, a volte ridicolo, spesso tedioso".    

martedì 8 settembre 1998

Sliding doors

anno: 1998   
regia: HOWITT, PETER 
genere: commedia 
con Gwyneth Paltrow, John Hannah, John Lynch, Jeanne Tripplehorn, Zara Turner, Douglas McFerran, Paul Brightwell, Nina Young, Virginia McKenna, Kevin McNally, Theresa Kartell, Christopher Villiers, Terry English, Peter Howitt, Charlotte Fryer, Evelyn Duah, Neil Stuke, Paul Stacey, Joanna Roth 
location: Regno Unito
voto: 8,5

Al cinema, sul ruolo del caso hanno già indagato in tanti: Molinaro, Lelouch e Kieslowski solo per citare qualche nome a caso. Tuttavia di rado è stata percorsa la strada della commedia. Ancora più di rado l'approdo è stato tanto felice come in questo Sliding doors. All'esordio dietro la macchina da presa, l'apprezzato attore britannico Peter Howitt racconta due storia parallele con gli stessi protagonisti, partendo da un pretesto banale: cosa succede se una venticinquenne addetta alle pubbliche relazioni, appena vittima di un licenziamento, prende o perde la metropolitana? Succede che, nel primo caso, rischia di passare anni senza sapere che il suo convivente la tradisce con una vipera ninfomane, mentre nel secondo si avvede per tempo del tradimento e imbocca risoluta la strada di un rapporto più proficuo. Peccato però che gli azzardi del caso, che di continuo spiazzano lo spettatore in un film mai prevedibile, la portino anzitempo all'obitorio. Ma, come dice John Hannah nel film, "le cose prima o poi finiscono bene" e le due storie parallele si raccordano in un memorabile finale. Siamo finalmente dalle parti del cinema d'autore (ma il debito verso Destino cieco di Kieslowski rimane pesante) che non necessità dell'austerità ingombrante del melodramma, ma si avvale di una sceneggiatura architettata con scientifico rigore e di un montaggio sensazionale (di John Smith) che fanno di questo film un autentico gioiello.

sabato 5 settembre 1998

Estasi di un delitto (Ensayo de un crimen)

anno: 1955       
regia: BUNUEL, LUIS    
genere: thriller    
con M.Stern, E.Alonso, R.Macedo, A.Welter, A.Palma, R.Landa, J.M.L.Rivas, L.Llausas
location: Messico
voto: 6    

Un ricco uomo messicano di mezza età (Ernesto Alonso), afflitto da un atroce senso di colpa che lo porta a credere di essere stato responsabile, da bambino, della morte della sua governante, tenta invano di uccidere quattro donne: tre di queste, però, periranno ugualmente per mano altrui. L'ultima sarà invece salvata dalla redenzione dell'uomo.
Tratto dall'omonimo romanzo di Rodolfo Usigli e sceneggiato da Buñuel e Ugarte Pages, questo "piccolo gioiello di humour nero" (Mereghetti) appartiene alla produzione più commerciale ma non per questo di livello inferiore del periodo messicano del regista. Il tocco di Buñuel si vede chiaramente nelle sequenze oniriche e nei tratti con cui caratterizza il protagonista, un inquietante, sardonico, perverso, impotente e probabile alter-ego del regista. Le musiche di Josè Perez sono di una bruttezza proverbiale.    

Un eroe borghese

anno: 1995   
regia: PLACIDO, MICHELE  
genere: biografico  
con Fabrizio Bentivoglio, Michele Placido, Omero Antonutti, Philippine Leroy-Beaulieu, Daan Hugaert, Laura Betti, Laure Killing, Ricky Tognazzi, Roberto Abbati, Giuliano Montaldo, Luigi Dall'Aglio, Pascal Druant, Cristina Cattellani, Emanuele Gallo Perozzi, Lara Silvestri, Sebastiano Silvestri    
location: Italia
voto: 6  

La vicenda dell'avvocato milanese Giorgio Ambrosoli (Fabrizio Bentivoglio, che "risarcisce [...] il cinema italiano orfano di Volontè", D'Agostini), liquidatore della Banca Privata Italiana, che tra il 1974 ed il 1979, anno della sua uccisione, mette alle corde Michele Sindona con ineccepibile serietà professionale e grande coraggio, scoprendo un intrigo che lega mafia, politica (viene fatto esplicitamente il nome di Andreotti) e Vaticano (Marcinkus).
Prodotto con coraggio da Pietro Valsecchi, il film scritto da Graziano Diana (autore nello stesso anno della sceneggiatura di Cronaca di un amore violato) e Angelo Pasquini e tratto dall'omonimo romanzo di Corrado Stajano è un ritratto sobrio, mai elegiaco, a tutto tondo e di efficace progressione narrativa di uno dei martiri di una società come quella italiana, ancora profondamente intrappolata nelle reti mafiose. Incantevole la fotografia di Luca Bigazzi.    

venerdì 4 settembre 1998

Soldato blu (Soldier blue)

anno: 1970   
regia: NELSON, RALPH
genere: western
con Candice Bergen, Peter Strauss, Donald Pleasence, John Anderson, Jorge Riviero, Bob Carraway, Dana Elcar, Martin West, James Hampton, Jorge Russek, Mort Mills, Aurora Clavel
location: Usa
voto: 8

Scampati ad un'imboscata cheyenne, il soldato nordista, tradizionalista e cattolico Honus (Peter Strauss) e una giovane donna protofemminista che per due anni è stata rapita dagli indiani (Candice Bergen) cercano di raggiungere l'accampamento delle giubbe blu. Con un incedere narrativo che ricorda quello di Accadde una notte di Capra, i due si imbattono in un contrabbandiere d'armi che si arricchisce commerciando con gli indiani (Donald Pleasence) prima di raggiungere la meta. Qui, la donna cerca vanamente di convincere i soldati a rinunciare alla vendetta contro i cheyenne. Ma la vendetta dei bianchi si compirà ugualmente nel 1864, in occasione del massacro belluino presso il fiume Sand Creek, in Colorado.
Storia di una progressiva presa di coscienza di un bianco nei confronti dei diritti dei pellerossa, Soldato blu è anche e soprattutto la metafora della furia bellica statunitense, che all'epoca stava compiendo immani scempi in Vietnam. Con Piccolo grande uomo, Soldato blu apre - sulla scorta della protesta giovanile e delle nuove istanze paritarie del movimento nato nei campus californiani - una riflessione sul lato oscuro della storia americana. Memorabili gli ultimi quindici, terribili minuti in cui viene rievocato il massacro a danno anche di donne e bambini. Sceneggiato da John Gay dalla novella Arrow in the sun di Theodore V.Olsen.

lunedì 31 agosto 1998

L'ultima donna

anno: 1976       
regia: FERRERI, MARCO    
genere: grottesco    
con Gerard Depardieu, Ornella Muti, Michel Piccoli, Renato Salvatori, Giuliana Calandra    
location: Francia
voto: 3    

In un appartamento parigino lo strapotere fallocratico di un ingegnere disoccupato, separato e con infante a carico (un Gerard Depardieu costantemente in costume adamitico), nei confronti delle donne viene progressivamente eroso da una puericultrice (una Ornella Muti per una volta davvero sensuale), incarnazione di una panfemminilità atavica. Vistisi sottrarre l'affetto filiale e la disponibilità erotica delle sue partner, l'uomo finisce per evirarsi con un coltello elettrico.
Provocatorio fino al parossismo, Ferreri, autore del copione con Rafael Azcona e Dante Matelli, si limita a tornare sui temi più consueti del suo cinema: la maternità, la guerra dei sessi, la coppia, "supposta cellula cancerogena del nostro tessuto civile" (Grazzini). Peccato che - a parte la nudità dei due protagonisti (perentoria quella di Depardieu, timida quella di una Muti) - il film si limiti a ricalcare quanto già visto in altre opere del regista, da L'ape regina, La donna scimmia, Marcia nuziale, L'harem, Dillinger è morto, Il seme dell'uomo, La cagna, La grande abbuffata fino a Non toccare la donna bianca.    

domenica 30 agosto 1998

Due pezzi di pane

regia: CITTI, SERGIO  
genere: grottesco  
con Vittorio Gassman, Philippe Noiret, Luigi Proietti, Paolo Volponi, Anna Melato  
location: Italia
voto: 8  

Aedi di una romanità gentile sparita nel tempo, Peppe Dorè (Philippe Noiret) e Pippo Mifà (Vittorio Gassman) sono i dioscuri di un'amicizia assoluta, che li porta a condividere la stessa donna e poi lo stesso figlio. Ma quest'ultimo, una volta cresciuto, sarà l'effige più manifesta di un irreversibile cambiamento dei tempi, ai quali - per non soccombere - si può rispondere solo con una risata suicida.
Favola allegorica, malinconica e nostalgica degli anni Cinquanta su una Roma brutalizzata non soltanto dal catrame e dal cemento, ma anche dalla progressiva depauperizzazione dello spirito dei suoi abitanti, sempre meno disposti alla risata e sempre più imbarbariti da un grigiore panico. Dopo Casotto, Citti dà l'ennesima prova del suo talento visionario e iconoclasta, capace di virtuosismi registici come di bizzarrie narrative e trovate spiazzanti. Ormai affrancatosi dall'influenza della dottrina pasoliniana, Citti rimane uno dei più innovativi e meno celebrati registi del panorama italiano dell'ultimo quarto di Novecento.

venerdì 28 agosto 1998

Arancia meccanica

anno: 1971   
regia: KUBRICK, STANLEY
genere: grottesco
con Malcolm McDowell, Patrick Magee, Michael Bates, Warren Clarke, John Clive, Adrienne Corri, Carl Duering, Paul Farrell, Clive Francis, Michael Gover, Miriam Karlin, James A. Marcus, Aubrey Morris, Godfrey Quigley, Sheila Raynor, Madge Ryan, John Savident, Anthony Sharp, Philip Stone, Steven Berkoff, Gillian Hills, Virginia Wetherell, Carol Drinkwater, John J. Carney, Lindsay Campbell, Katya Weith, Margaret Tyzack, Pauline Taylor, Neil Wilson, Richard Connaught, Shirley Jaffe, Craig Hunter, Cheryl Grunwald, Lee Fox, Prudence Drage, Vivienne Chandler, Gaye Brown, Michael Tarn, Barbara Scott, David Prowse, Jean Adair
location: Regno Unito       
voto: 9

Alex (Malcolm MacDowell) - un diciottenne teppista inglese innamorato della musica di Beethoven, reduce da una serie di atroci scorribande - viene usato dal governo come cavia per sperimentare una nuova terapia capace di eliminare l'insorgenza di qualsiasi istinto violento. Reintegrato nella società, dapprima Alex subirà un brutale contrappasso infertogli da coloro che aveva seviziato in precedenza, quindi resuscita i propri istinti criminali.
Controverso capolavoro visivo del regista anglo-americano, che dà fondo a tutta la sua immaginazione arrivando a toccare una delle vette più alte mai raggiunte a livello visivo nella storia del cinema: dall'uso dei piani sequenza al montaggio, fino all'invenzione di un futuristico linguaggio giovanile e al colore usato in modo magistrale, Kubrick si eleva di una spanna assurgendo ad indiscusso maestro del cinema. Quanto in 2001 era accennato, in questo film tratto dall'omonimo romanzo di Anthony Burgess viene prepotentemente esplicitato, con una forza visiva che da questo punto in avanti contrassegnerà l'intera produzione di Kubrick. Sul piano dei contenuti, il massiccio impiego di violenza nel film all'epoca fece non poco discutere, con la critica che avvertì più il lato sovversivo del messaggio che non quello pedagogico. Il titolo viene da un'idioma inglese, queer as a clockwork orange, che sta per "strano come un'arancia meccanica", come viene ridotto il protagonista sotto terapia.

La lunga estate calda (The long hot summer)

anno: 1958       
regia: RITT, MARTIN  
genere: drammatico  
con Paul Newman, J.Woodward, A.Franciosa, Orson Welles, L.Remick, Angela Lansbury, R.Anderson, S.Marshall, M.Albertson, J.P.O'Malley, W.Walker          
location: Usa
voto: 6

Quando Will Varner (Orson Welles), cinico e potentissimo latifondista della provincia americana, assolda Ben Quick (Paul Newman), un giovane con il fiuto per gli affari ed un passato da piromane, animato da uno spirito autarchico e refrattario al comando, si innescano l'invidia e l'ira dei figli di Will, Clara (Joanne Woodward) e Jody Varner (Anthony Franciosa). Col tempo, la prima finirà per innamorarsene, mentre il secondo riuscirà a ristabilire un rapporto con il genitore dopo aver tentato di bruciarlo vivo. Tratto da William Faulkner e sceneggiato da Irving Ravetch e Harriet Frank Jr., La lunga estate calda è un omaggio all'epopea dell'America dei pionieri, affidato ad interpreti che gareggiano per bravura (Newman, che era in procinto di sposarsi con la Woodward, fu premiato a Cannes) e raccontato con esemplare fluidità narrativa.    

giovedì 27 agosto 1998

Il testimone dello sposo

anno: 1997       
regia: AVATI, PUPI  
genere: sentimentale  
con Diego Abatantuono, Ines Sastre, Dario Cantarelli, Cinzia Mascoli, Valeria D’Obici, Tony Santagata, Ninì Salerno  
location: Italia
voto: 6

Sasso Marconi, 1899. Angelo Beliossi (Diego Abatantuono) torna nel paese natale dall'America, dove ha trovato la fortuna, per testimoniare alle nozze dell'amico di infanzia Edgardo Osti (Dario Cantarelli) e per ritrovare la fidanzata di quindici anni prima. Il destino lo disarciona dai suoi intenti: la sposa (Ines Sastre), condannata al matrimonio dagli interessi della sua famiglia, si innamora di lui, che dopo qualche esitazione le si concede.
Matrimoni, tavolate, pettegolezzo provinciale e costumi d'epoca sono ormai caratteristiche salienti del cinema di Avati. Stavolta però il regista emiliano vi aggiunge, oltre alla consueta perfetta orchestrazione degli attori - tutti smisuratamente intensi e intonati - una nitida fotografia delle assurdità di un'epoca dominata dal patriarcato che non è poi così lontana.    

mercoledì 26 agosto 1998

Urla del silenzio (The killing fields)

anno: 1984       
regia: JOFFÉ, ROLAND  
genere: guerra  
con Sam Waterston, Haing S.Ngor, John Malkovich, Julian Sands, C.T.Nelson, S.Gray, B.Paterson
location: Cambogia
voto: 8  

La guerra in Cambogia iniziata nel 1973 fa da sfondo all'amicizia - la storia è vera - tra l'inviato del New York Times e futuro premio Pulitzer Sydney Schanberg (Sam Waterston) e l'interprete-guida Dith Pran (Haing S Ngor, un uomo che dopo essere passato veramente attraverso l'inferno dei lager cambogiani è diventato chirurgo negli Stati Uniti). Perseguitati dalla violenza cieca dei khmer rossi, i giornalisti sono costretti a lasciare il territorio e Pran, che tenta con un espediente di unirsi a costoro, è invece ad costretto ad una lunga e tormentata odissea che dopo anni (nel 1979) lo riporterà a rivedere l'amico e a riabbracciare i familiari. Premiato con tre Oscar - miglior attore non protagonista, fotografia (di Chris Menges, autore in seguito di film come Un mondo a parte e Un padre in prestito)  e montaggio - il film d'esordio del regista britannico Roland Joffè si divide sostanzialmente in una prima parte documentaristica e rapsodica ed una seconda tesa e avvincente, indubbiamente più coinvolgente. A questa pellicola, prodotta niente di meno che da David Puttnam, va l'indiscutibile merito di avere affrontato il tema di una guerra assurda sulla quale il cinema non ha mai riflettuto abbastanza. La sceneggiatura è di Bruce Robinson.    

martedì 25 agosto 1998

La seconda guerra civile americana (The second civil war)

anno: 1997       
regia: DANTE, JOE   
genere: fantapolitico   
con B.Bridges, J.Cassidy, James Coburn, P.Hartman, Dan Hedaya, J.E.Jones, K.Dunn           
location: Usa
voto: 3   

In un futuro prossimo ed imprecisato il governatore dell'Idaho (Beau Bridges), stanco dell'eccessiva immigrazione di gente straniera, decide di chiudere le frontiere. Sul fatto si avventa come una iena un network nazionale, disposto a mandare al massacro diversi bambini pakistani pur di ottenere lo scoop. L'iniziativa del governatore dell'Idaho viene seguita da altri stati e nel caos istituzionale più totale scoppierà la seconda guerra civile americana dopo quella del 1861.
Dante, con l'aiuto della sceneggiatura di Martyn Burke, ce la mette tutta per scagliare l'ennesima freccia avvelenata contro il sistema dei media e la demenzialità dei presidenti americani. Ma il plot narrativo si perde in una miriade di divagazioni inutili, la satira sa di già visto e la comicità strizza spesso l'occhio al pecoreccio.    

Tano da morire

anno: 1997       
regia: TORRE, ROBERTA 
genere: musicale 
con C.Guarino, M.De Rosalia, A.Aliotta, M.Aliotta, A.Marina Confalone 
location: Italia
voto: 6

Ispirato alla storia vera di Tano Guarrasi, l'esordio cinematografico di Roberta Torre è un coraggioso musical sulla mafia, idealmente scritto sotto la potestà di due iconoclasti di professione come Daniele Ciprì (ex-compagno della regista e direttore della fotografia di questo film) e Franco Maresco. La trama vorrebbe che nel 1988 a Palermo Tano (Ciccio Guarino), uomo d'onore gelosissimo delle sue quattro sorelle nubili, venga ucciso da un presunto sicario di una famiglia rivale. Il fatto permette ad almeno una delle sorelle (Mimma De Rosalia) di trovare in seguito marito a dispetto dell'immane bruttezza. Ma la sorte vuole che anch'ella perisca violentemente. Sgangherato, kitsch fino all'impossibile, sostenuto da un intero cast di attori non professionisti, fumettistico ed eccentrico ad ogni regola di mercato, Tano da morire è uno dei casi cinematografici del 1997: successo inaspettato ai botteghini a dispetto della confezione francamente povera e fracassona. Peccato che in un film che è una girandola di idee originali il tallone d'Achille sia proprio nella musica, affidata ad un mestierante come Nino D'Angelo che fa cantare i siciliani in napoletano. Ma O' rap 'e Tano rimane un cult.    

lunedì 24 agosto 1998

Palcoscenico

anno: 1937       
regia: LA CAVA, GREGORY   
genere: commedia   
con Katherine Hepburn, Ginger Rogers, Adolphe Menjou, G.Patrick, C.Collier, A.Leed, L.Ball           
location: Usa
voto: 3   

Un nugolo di oche starnazzanti circola per le sale di un albergo newyorchese per aspiranti attrici di teatro dando fuoco alle polveri del proprio torrenziale chiacchiericcio. Dietro la vera sostanza del film, che è questa, c'è anche un barlume di trama: una della attrici, guarda caso l'ultima arrivata (Katharine Hepburn, come al solito calata nel cliché della donna aggressiva e indipendente), figlia di un miliardario, porta via la parte ad un'altra più navigata di lei (Andrea Leeds), che, affranta dal dolore, si suicida. La morte della collega darà un nuovo impulso all'altra, che - dopo avere dimostrato scarse capacità di recitazione - otterrà un largo successo.
Sconnesso, verboso, impantanato in una logorrea incomprensibile che esclude ogni partecipazione dello spettatore, il film scritto da Morris Riskind e Anthony Veiler ed ispirato ad una commedia di Edna Ferber e George Kaufman ebbe un successo assolutamente immeritato.    

Il nodo alla cravatta

anno: 1991
regia: DI ROBILANT, ALESSANDRO 
genere: drammatico 
con Patrick Bauchau, Eleonora Danco, Delia Boccardo, Fabio Ferrari, Sergio Orzeszko, A.Alben, L.Murolo, Paolo De Vita, E.Gori, Guido Cerniglia, S.Abbati, Carla Cassola, R.Manzella         
location: Italia
voto: 8 

Carletto (Sergio Orzeszko) è un tredicenne romano refrattario al rigido sistema educativo che vorrebbe imporgli il padre (Patrick Bauchau). Insofferente all'ambiente familiare e a quello che gli propone la sua sorella maggiore (Danco), Carletto preferisce tornarsene - alla maniera del Totò di Dov'è la libertà? - nel collegio dove lo ha mandato per punizione il padre.
Impegnato sul fronte del politico e del sociale, Di Robilant traccia un ritratto iperrealista e profondo delle inquietudini adolescenziali, senza indulgere ad alcuna commiserazione nei confronti del protagonista, che ha anzi l'aspetto ed il temperamento tipici dell'antipatico. Sceneggiato con Umberto Marino, Il nodo alla cravatta accoglie al meglio la lezione dei 400 colpi, aggiornandola ad un contesto di ordinaria ipocrisia borghese. "Il nodo alla cravatta - spiega Mereghetti - è quello che Carlo non è ancora capace di fare, ma anche il cappio che minaccia di soffocarne la gioventù".    

sabato 22 agosto 1998

Febbre a 90° (Fever pitch)

anno: 1997       
regia: EVANS, DAVID    
genere: commedia    
con Colin Firth, R.Gemmel, N.Pearson, L.Ashbourne, M.Strong                
location: Regno Unito
voto: 6    

1989. La storia sentimentale tra Paul (Colin Firth) e Sarah (Ruth Gemmell), due trentenni colleghi in un istituto superiore di Londra, potrebbe scorrere felice se non fosse che Paul ha una fissazione maniacale con la squadra di calcio dell'Arsenal. Ma una volta che la sua squadra, in quello stesso anno, riesce a vincere lo scudetto, per Paul arriva un senso d'appagamento che lo abbandonerà definitivamente tra le braccia di Sarah.
Trasposizione cinematografica di un romanzo autobiografico di Nick Hornby, Febbre a 90° è una commedia leggera che cerca di spiegare senza troppi sociologismi la passione per il calcio e gli eccessi ai quali questa può condurre. Interpreti - è il caso di dirlo - in palla.    

Messaggi quasi segreti - Spaghetti slow

anno: 1998       
regia: JALONGO, VALERIO  
genere: drammatico  
con Ivano Marescotti, Brendan Gleeson, Giulio Di Mauro, Niamh O’Byrne, Anita Zagaria  
location: Irlanda, Italia
voto: 6

Simone (Giulio Di Mauro) va in Irlanda per una vacanza studio voluta a tutti i costi dal dispotico padre (il sempre bravo Ivano Marescotti). Quando giunge a destinazione e conosce Allison (Niamh O'Byrne), la figlia "dark" dei padroni di casa presso i quali Simone è ospite, i due adolescenti scappano da Dublino per raggiungere un rave party in un'altra località. Sarà allora che i due padri, assai diversi per censo e personalità, si troveranno costretti ad un'affannosa ricerca per potere rintracciare i rispettivi figli.
In perfetto equilibrio tra le istanze illustrative delle inquietudini giovanili e la raffigurazione delle dinamiche familiari, il primo lungometraggio di Jalongo ha il grande merito di non indulgere - a dispetto delle tematiche trattate - su toni piagnucolosi né tanto meno moralistici.    

giovedì 20 agosto 1998

Un'altra donna (Another woman)

anno: 1988   
regia: ALLEN, WOODY  
genere: drammatico  
con Gena Rowlands, Mia Farrow, Ian Holm, Blythe Danner, Gene Hackman, Betty Buckley, Martha Plimpton, John Houseman, Sandy Dennis, Philip Bosco, Harris Yulin, Frances Conroy, Mary Laslo, Bruce Jay Friedman, Kenneth Welsh, David Ogden Stiers  
location: Usa
voto: 8

Affittato un appartamento dove potere portare a termine il libro che sta scrivendo, Marion (Rowlands), una professoressa di filosofia di mezza età, donna newyorchese colta, bella e brillante, ascolta accidentalmente - attraverso la grata dell'aria condizionata - le sedute che il suo vicino psicanalista intrattiene con una giovane paziente (Mia Farrow). Marion proietta su se stessa le vicende dell'altra donna, portando alla luce i molti lati oscuri di un'esistenza vissuta all'insegna della repressione dei sentimenti.
Grazie anche ad una Gena Rowlands di immensa e toccante bravura, reduce dalla perdita del marito John Cassavetes e alla calda fotografia di Sven Nykvist, Allen realizza un film incredibilmente "vero", riuscendo a risucchiare lo spettatore nel vortice di una curiosità che passa dalla protagonista a noi stessi. Alla sua terza opera "seria" dopo Interiors e Settembre, il regista ebreo-newyorchese regala al cinema il suo film forse più bello, sicuramente il più intenso, profondo, struggente.

Il bambino d'inverno (L'enfant de l'hiver)

anno: 1989       
regia: ASSAYAS, OLIVIER   
genere: drammatico   
con C.De Bayser, M.Feller, J.P.Ecoffey, M.Matheron, A.Grinberg, N.Richard, V.Vallier, P.Mescam, V.Thevenet, M.David, G.Blain    
location: Francia
voto: 8   

Fitte trame amorose si intrecciano nelle vite di quattro trentenni parigini. Stephane (Michel Feller) ha appena lasciato Natalia (Marie Matheron), che aspetta un loro figlio, per stare con Sabine (Clotilde de Bayser) che per rimanere con l'astro nascente del teatro Bruno (Jean-Philippe Ecoffey) sarebbe disposta a qualunque cosa. Tra allontanamenti e ritorni le esistenze dei quattro scorrono incerte fin quando i gesti perentori delle due donne (Natalia fa adottare il bambino da un altro, Sabine uccide Bruno in un conato di gelosia) non cambiano le vite di ciascuno.
Sembra la trama di un film di Rohmer e invece Assayas, ex-critico dei Cahiers du cinema, realizza un film dove il profluvio rohmeriano delle parole lascia spazio all'intensità dei gesti di chi ama, o almeno così crede. Toccante, di un'autenticità quasi documentaristica tanto le situazioni sono rese con un senso di assoluta verità e gli attori le interpretano con uguale, eccezionale disinvoltura, Il bambino d'inverno lascia intravedere un nuovo, grande autore.    

mercoledì 12 agosto 1998

Il piccolo grande uomo (Little big man)

anno: 1970   
regia: PENN, ARTHUR
genere: western
con Dustin Hoffman, Richard Mulligan, Faye Dunaway, Martin Balsam, Chief Dan George, William Hickey, Carol Androsky, Jack Bannon, Cal Bellini, Bud Cokes, Bert Conway, Jeff Corey, Lou Cutell, Ray Dimas, M. Emmet Walsh, Cecilia Kootenay, Ruben Moreno, Jack Mullaney, Rory O'Brien, Alan Oppenheimer, Kelly Jean Peters, Steve Shemayne, Amy Eccles, Robert Little Star, Thayer David, Alan Howard, James Anderson, Jesse Vint, Philip Keannelly, Steve Miranda, Emily Cho, Norman Nathan, Helen Verbit
location: Usa
voto:8

Le avventure di Jack Crabb (Dustin Hoffman) - adottato da ragazzo dagli indiani e deciso a vendicare il massacro dei suoi compagni mandando allo sbaraglio il generale Custer a Little Big Horn - vengono raccontate in un lunghissimo flashback dall'ormai ultracentenario protagonista, che nella sua vita è stato commerciante, pistolero, eremita ed altro ancora.
Western crepuscolare dal respiro picaresco tratto dal romanzo di Thomas Berger e sceneggiato da Calder Willingham (già fortunatissimo sceneggiatore di Orizzonti di gloria), Il piccolo grande uomo racconta, ridicolizzandole, le meschinerie dei bianchi, facendo ricorso a toni da commedia che costituiscono l'autentica cifra di originalità del film. Obbligatorio il confronto con Soldato blu di Ralph Nelson, rispetto al quale non si può non riconoscere un certo interesse per il botteghino.    

venerdì 7 agosto 1998

Festa per il compleanno del caro amico Harold (The boys in the band)

anno: 1970   
regia: FRIEDKIN, WILLIAM  
genere: drammatico  
con Kenneth Nelson, Frederick Combs, Cliff Gorman, Laurence Luckinbill, Keith Prentice, Peter White, Reuben Greene, Robert La Tourneaux, Leonard Frey  
location: Usa
voto: 7

Mentre un gruppo di omosessuali newyorchesi sulla trentina sta festeggiando uno di loro, arriva all'improvviso l'eterosessuale Alan (White), turbato da qualcosa che non si saprà fino alla fine. Ben presto il clima della festa vira su toni da psicodramma, lasciando così affiorare antichi rancori e vecchi segreti ma offrendo ad Alan la possibilità di chiarire i propri sentimenti.
Portata sullo schermo dopo il successo ottenuto a Broadway, la commedia di Mart Crowley si avvale dello stesso cast di attori sconosciuti e bravissimi (intelligente anche il doppiaggio italiano) che ne hanno decretato la fortuna. La condizione omosessuale viene guardata in tutte le sue sfaccettature, sviscerata a tutto tondo senza moralismi ed evitando le esagerazioni caricaturali.    

Gli occhi della notte (Wait until dark)

anno: 1967

regia: YOUNG, TERENCE
genere: thriller
con Audrey Hepburn, Alan Arkin, Richard Crenna, J.Weston, S.Jones, J.Herrod, E.Zimbalist Jr.
location: Usa
voto: 7

Una non vedente (Audrey Hepburn) riesce da sola a difendersi da tre malviventi che con raggiri e minacce le vogliono portare via la bambola nella quale è stata nascosta della droga dopo averla messa accidentalmente nelle mani del marito di lei (Zimbalist Jr.).
Scritto dalla mano felice di Frederick Knott e sceneggiato da Robert e Jane-Haward Carrington, Gli occhi della notte è un thriller carico di suspense e claustrofobico che rievoca l'ambientazione scenografica e l'impianto teatrale di un altro successo dello stesso autore, Il delitto perfetto. Peccato che nella prima parte del film l'andirivieni di uomini nella casa della protagonista indifesa tolga plausibilità alla vicenda.

mercoledì 5 agosto 1998

L'avventura del Poseidon (The Poseidon adventure)

anno: 1972       
regia: NEAME, RONALD    
genere: dramma catastrofico    
con Gene Hackman, Ernest Borgnine, R.Buttons, C.Lynley, R.McDowall, S.Stevens, Shelley Winters, J.Albertson, P.Steve Martin, A.O'Connell, E.Shea, F.Sadoff, S.Mathews, J.Arvan, B.Webster, John Crawford, B.Hastings, E.Nelson, Leslie Nielsen                
location: Usa
voto: 7    

Un piroscafo in rotta da New York verso Atene viene rovesciato da un terremoto marino. Un sacerdote che intende la religione in maniera assai pragmatica (Gene Hackman) riesce - dopo avere trovato innumerevoli resistenze - a salvare sei persone.
Sceneggiato da Stirling Silliphant e Wendell Mayes (già con Wilder nella stesura del copione de L'aquila solitaria) dal romanzo di Paul Gallico, il film prodotto da Irwin Allen ricama, sui consueti motivi di genere (la natura ribelle, la cupidigia umana, le sfaccettature della diverse situazioni individuali), elementi esistenzialisti, rievocando così la lotta tra l'uomo e il suo destino apparecchiato da Dio di un altro romanzo sul mare come il celebre Moby Dick. Le scenografie (di William Creber) sono all'altezza, gli effetti speciali e la caratterizzazione dei personaggi decisamente meno. Prodotto da uno specialista del genere, Irwin Allen.    

domenica 2 agosto 1998

La bella di Roma

anno: 1955       
regia: COMENCINI, LUIGI  
genere: commedia  
con Alberto Sordi, Silvana Pampanini, Paolo Stoppa, L.Beghi, B.Foà, Sergio Tofano, Bice Valori, L.Volonghi, C.Barbi, G.Calì, E.Iannetti, M.Meniconi, F.Patrizi, C.Picchiotti, Gigi Reder, Antonio Cifariello  
location: Italia
voto: 6  

Per ottenere i soldi per l'acquisto di una trattoria, la cassiera di un bar (Silvana Pampanini) si lascia corteggiare dal suo maturo principale (Paolo Stoppa) e da un fabbricante di poltrone (Alberto Sordi), i quali andranno in bianco per ragioni diverse, mentre lei riuscirà nell'intento.
Il soggetto di Luigi Comencini e Ettore M.Margadonna - sceneggiato dai due con Edoardo Anton (autore dei dialoghi, che nello stesso anno aveva scritto il copione di un altro film in chiave neorealista rosa, Il segno di Venere) e Massimo Patrizi - mira a sfruttare il successo commerciale della "fidanzata d'Italia", alla quale tutto si può ascrivere tranne la capacità di recitare. Il film è nel complesso rapsodico e non privo del solito accento moralistico-cattolico proprio del cinema di Comencini, ma un Sordi in grande forma ne risolleva le sorti.    

sabato 1 agosto 1998

L'amore a vent'anni (Antoine e Colette)

anno: 1962       
regia: TRUFFAUT, FRANCOIS   
genere: episodi
con Jean Pierre Léaud, M.F.Pisier           
location: Francia
voto: 5   

Il 17enne Antoine (Jean-Pierre Lèaud), magazziniere in un negozio di dischi, fa di tutto per entrare nelle grazie della coetanea Colette (Marie-France Pisier), ingraziandosi anche i genitori di lei. Ma Colette, a sorpresa, un bel giorno si presenta con un Marcantonio...
Truffaut scherza con leggerezza sull'amore ed i presunti "traumi" di quell'età.