martedì 22 dicembre 1998

La fuga (Dark passage)

anno: 1947       
regia: DAVES, DELMER  
genere: noir  
con Humphrey Bogart, Lauren Bacall, B.Bennett, A.Moorehead, T.D'Andrea, C.Young, D.Kennedy, R.Mallinson, H.Stevenson                
location: Perù, Usa
voto: 6  

Fuggito dal carcere di San Quintino, nel quale era stato ingiustamente ristretto per uxoricidio, Vincent Parry (Humphrey Bogart) trova sul suo cammino verso la libertà l'appoggio di una misteriosa donna di San Francisco (Lauren Bacall) che, ai tempi del processo, aveva sostenuto la sua innocenza. Dopo avere cambiato fisionomia attraverso la chirurgia plastica, Parry finisce in un ginepraio incontrollabile costellato di morti. Riuscirà ugualmente a prendere la via di una nuova fuga verso il Perù dove lo raggiungerà la sua benefattrice, innamorata di lui.
Sceneggiato da Delmer Daves dal romanzo di David Goodis, il racconto inventa una originalissima chiave filmica, nascondendo le sembianze del protagonista per almeno quaranta minuti (ricordate I cinque volti dell'assassino di John Huston?) e affidando tutto alla soggettiva. Il resto è buon cinema di genere con due attori di consumata bravura.    

giovedì 10 dicembre 1998

Va’ dove ti porta il cuore

anno: 1996       
regia: COMENCINI, CRISTINA   
genere: drammatico   
con Virna Lisi, Margherita Buy, Galatea Ranzi, V.Chico, A.T.Rossini, M.G.Bon, Luigi Diberti, Massimo Ghini, Tcheky Karyo           
location: Italia
voto: 5   

Alla giovane Marta (Valentina Chico) si dischiude la porta sul proprio passato quando, leggendo il diario che la nonna morta dalle parti di Trieste (Virna Lisi) le ha lasciato, viene a conoscere molti avvenimenti ignoti. I cattivi rapporti tra sua madre (Galatea Ranzi) e sua nonna (il ruolo è affidato, nella parte giovanile, a Margherita Buy), l'avventura che quest'ultima aveva avuto concependone la figlia sono i tasselli che vanno a riempire un mosaico rimasto troppo a lungo a corto di parole.
La Comencini fa i salti mortali - coadiuvata dalla recitazione palpitante di Virna Lisi e Margherita Buy - per togliere alla pagina pseudo-letteraria della misogina Tamaro - da cui il film è tratto - orpelli retorici e melensaggini a badilate. Ma l'inevitabile respiro del best-seller si avverte dall'insistito io narrante che trapela dal racconto. La sceneggiatura è di Roberta Mazzoni e Cristina Comencini.    

martedì 1 dicembre 1998

La cena

anno: 1998       
regia: SCOLA, ETTORE  
genere: commedia  
con Fanny Ardant, Antonio Catania, Francesca D’Aloja, Riccardo Garrone, Vittorio Gassman, Giancarlo Giannini, Marie Gillain, Nello Mascia, Adalberto Maria Merli, Eros Pagni, Daniela Poggi, Rolando Ravello, Stefania Sandrelli, A.Antonucci, A.Cambi, Nadia Carlomagno, Giorgio Colangeli, C.Colisi Rossi, Eleonora Danco, G.Gandini, L.Gransdorff, A.Innocenti, M.Javarone, H.Kocianski, V.Lupo, P.Merloni, G.Miletic, C.Molfese, M.Mosterdi, S.Nicolai, C.Olmi, M.Patanè, V.Piancastelli, P.F.Poggi, Francesca Rettondini, G.Senesi, F.Siciliano, Giorgio Tirabassi, V.Venantini          
location: Italia       
voto: 6

L'idea è bellissima: quella di mettere un drappello di attori, noti e meno noti, all'interno di una trattoria romana gestita da una bella cinquantenne (Fanny Ardant), ciascuno con le proprie storie e le proprie vicissitudini. Al locale approdano, in ordine sparso, un padre più ignavo che libertario con i suoi figli ormai prossimi alla quarantina (Francesca D'Aloja e Giorgio Tirabassi), una donna manager che attende inutilmente il fidanzato (Daniela Poggi), una madre sciantosa (una procacissima Stefania Sandrelli) con la figlia prossima al noviziato, un poeta solitario e attaccabottoni (Vittorio Gassman), una coppia che da poco ha scoperto di aspettare un bambino e non sa quale decisione prendere (Eleonora Danco e Francesco Siciliano), un timido impiegato che si lascia incantare da un sensitivo (Antonio Catania), un gruppetto di signore anziane, due attori che discutono di una messa in scena metafisica, un professore universitario (un Giancarlo Giannini capace di una performance che entrerà di diritto nei manuali di recitazione) accompagnato da una studentessa-amante (Marie Gillain), un terzetto di giapponesi, un politico meridionale attorniato da qualche tirapiedi e una donna con cinque amanti. Tra ipocrisie e falsità, ciascuno recita come può il copione della propria esistenza, mentre dalle cucine si leva stentorea la voce di un cuoco vetero-comunista brontolone (Eros Pagni). Dando fregio per l'ennesima volta al suo cinema di parola, Scola (autore di soggetto e sceneggiatura, alla quale hanno collaborato la figlia Silvia, Furio e Giacomo Scarpelli) squaderna il proprio talento con trovate illuminate e dialoghi d'alta classe. Peccato che i singoli siparietti non abbiano tutti la stessa intensità o la medesima ispirazione.