sabato 30 settembre 2000

La vita sognata degli angeli (La vie revée des anges)

anno: 1998   
regia: ZONCA, ERICK    
genere: drammatico    
con Elodie Bouchez, Jo Prestia, Patrick Mercado, Gregoire Colin, Lyazid Ouelhadj, Murielle Colvez, Louise Motte, Natacha Régnier, Francine Massenhave, Frédérique Hazard, Zivko Niklevski    
location: Francia
voto: 9    

Lille (Francia). Nell'appartamento di una ragazza in coma a causa di un incidente vivono le due ventenni proletarie Isa (Elodie Bouchez) e Marie (Natacha Régnier). La prima è solare e generosa, la seconda autodistruttiva, antisociale e stizzosa, al perenne inseguimento dell'amore sbagliato. Isa comincia a frugare tra le lettere della proprietaria di casa, che non conosce ed è in coma, mentre Marie si attacca morbosamente ad un ricco rampollo che la prende in giro. La ragazza in coma si riprenderà, forse anche grazie alle cure di Isa. Marie morirà suicida, nonostante l'affetto della sua amica.
A 42 anni Zonca esordisce con un film di finissima scrittura, giocato su una gamma espressiva che tocca tutti i colori dell'arcobaleno, su una sceneggiatura rigorosa e perfetta, realizzando un film toccante, sincero, a tratti struggente, interpretato con bravura impressionante dalle due protagoniste, vincitrici ex-aequo della Palma d'oro a Cannes. In esso si alternano i temi del conflitto di classe, di quello tra i sessi e una prospettiva complessa dei legami di amicizia. Intenso, vibrante, magnificamente raccontato: un esordio impeccabile per uno dei più promettenti registi transalpini. Il film vinse 3 premi Cèsar in Francia: miglior film, miglior attrice (Bouchez) e migliore promessa femminile (N.Régnier).    

mercoledì 27 settembre 2000

Fight club

anno: 1999      
regia: FINCHER, DAVID
genere: drammatico
con Brad Pitt, Edward Norton, Helena Bonham Carter, Meat Loaf Aday, J.Leto
location: Usa      
voto: 1

Un annoiato yuppie newyorchese (Edward Norton) ravviva le sue giornate frequentando gruppi di malati terminali, fino a quando non incontra il sedicente Tyler Durden (Brad Pitt), con il quale fonda il Fight club, una sorta di massoneria i cui membri - accomunati da un progetto neo-luddista - provano l'emozione di esistere massacrandosi a pugni nudi. Sotto la guida del "messia" Durden, la cellula primaria del Fight club fa proseliti in tutti gli States, mette a segno, uno dopo l'altro, efferati atti terroristici e diventa una scheggia impazzita ed irrefrenabile di una società alienata e allo sbando. Quando il nostro yuppie si rende conto che Durden è soltanto una proiezione della sua mente, un effetto del suo io-diviso e della sua schizofrenia, è forse ormai troppo tardi per tornare indietro.
Qualcuno lo ha definito "una parabola dark e paradossale sull'alienazione prodotta dall'onnipotenza dell'economia. Violento, ma con humour" (Lastrucci) ma si fatica davvero a trovare un barlume di umorismo in un film che ha tutti i crismi dell'ideologia dell'ultradestra conservatrice: critica alla società capitalista in favore di un ritorno neo-francescano alle origini, esaltazione sperticata della violenza e dei riti di iniziazione come prova della dignità della propria esistenza, mito dell'ultrauomo. Peccato che la categoria destra-sinistra sia, nel duemila, del tutto sorpassata ed inadeguata per definire un film diseducativo, girato male, lento, magniloquente, teso soltanto alla provocazione: prova ne sia che Roberto Silvestri, il critico del Manifesto opportunamente turlupinato da Nanni Moretti in Caro diario, lo ha definito uno dei film "più commoventi, etici […] visti al Lido", sprecando per questa spacconata anche l'aggettivo "poetico". Brutto il film, ma brutta anche l'idea (la sceneggiatura è di Jim Uhls), con Norton che veste ancora una volta i panni dello schizofrenico dopo l'esordio di Schegge di paura. Rimane da chiedersi dove andremo a finire: trent'anni fa ci scandalizzava il burro che Marlon Brando riponeva nell'ano di Maria Schneider in Ultimo tango a Parigi. Negli anni ottanta ci sembrava violentissimo Platoon e ci infastidivano la televisione di Donatella Raffai e programmi come Colpo Grosso. Oggi abbiamo fatto il callo a film come Crash, Assassini nati e Fight club, alla pubblicità delle linee erotiche e alla faccia di Maria De Filippi e abbiamo eletto a nuovi messia della sinistra gente come Serena Dandini e Fabio Fazio. Di questo passo, il cinema di Clint Eastwood - per recuperare quella famosa e vieta categoria - ci sembrerà roba di ultrasinistra?   

lunedì 25 settembre 2000

Senza un attimo di tregua (Point blank)

anno: 1967       
regia: BOORMAN, JOHN  
genere: gangster  
con Lee Marvin, A.Dickinson, K.Wynn, C.O’Connor, L.Bochner, M.Strong, J.Vernon, S.Acke, J.Sikking, S.Warner  
location: Usa
voto: 4  

Fuggito da Alcatraz, Walker (Lee Marvin) vuole vendicarsi dell'ex-compagno di galera Yost (Keenan Wynn), che gli ha portato via la donna (Angie Dickinson) e 93.000 dollari: centrerà l'obiettivo inanellando una serie di delitti più o meno efferati.
Al suo esordio vero e proprio, Boorman punta su una miscela di azione e racconto a puzzle, condita dall'algido carisma di Marvin. La sceneggiatura di Alexander Jacobs, David Newhouse e Rafe Newhouse basata sul romanzo The hunter di Donald E.Westlake (che l'ha formato sotto lo pseudonimo di Richard Stark), perde colpi con gli anni e le motivazioni del protagonista sembrano rimanere fini a sé stesse. Nel 1998 Brian Helgeland ne ha fatto un remake intitolato Payback e interpretato da Mel Gibson.    

domenica 24 settembre 2000

The game - Nessuna regola

anno: 1997  
regia: FINCHER, DAVID
genere: noir
con Michael Douglas, Sean Penn, Deborah Kara Unger, James Rebhorn, Peter Donat, Carroll Baker, Anna Katarina, Armin Mueller-Stahl, Charles A. Martinet, Scott Hunter McGuire, Florentine Mocanu, Elizabeth Dennehy, Caroline Barclay
location: Usa   
voto: 7,5

Nicholas Van Orton (un eccellente Michael Douglas), ricco e potente consulente finanziario di San Francisco, compie il suo 48° compleanno. Per l'occasione, suo fratello (Sean Penn) gli regala la tessera di iscrizione ad una società che si occupa di ravvivare la vita monotona di yuppies e colletti bianchi. In pochissimo tempo la vita di Nicholas si trasforma in un incubo. Ma si tratta soltanto di un gioco costosissimo che suo fratello ha pagato per fare approdare Nicholas all'abreazione della morte suicida del padre.
Se si chiude un occhio (meglio tutti e due) sull'inverosimiglianza della storia (la villa del plutocrate espugnabile in un attimo, il fortunoso ritorno dal cimitero del Messico dove era finito, i proiettili a salve che però bucano il parabrezza dell'auto e così via) e si prende il film, appunto, per un gioco, la cosa funziona: collocato al crocevia tra Fuori orario e F/X - Effetto mortale, il copione scritto da John Brancato e Michael Ferris nel suo essere senza nessuna regola è tesissimo e pieno di invenzioni; il film è ben diretto e meglio interpretato e il doppio finale regala sorprese a volontà. Cinema vacanziero ad altissima tensione.

venerdì 22 settembre 2000

Ironia della sorte (L’ironie du sort)

anno: 1973       
regia: MOLINARO, EDOUARD  
genere: guerra  
con Pierre Clementi, M.H.Breillat, J.Spiesser, R.Kolldehoff, J.Desailly, B.Fossey, J.Mills, H.Verner, P.Vaneck, C.Rich  
location: Francia
voto: 4

Cosa accadrebbe se un attentato contro un gerarca fascista va in porto o meno? Quale sarebbe la vita dell'attentatore, il giovane Antoine (Pierre Clementi)? Prova ad immaginarlo Edouard Molinaro partendo da un romanzo di Paul Guimard, adattato con dai due con Pierre Kast (i dialoghi sono dello stesso Guimard), ambientando l'occupazione nazista a Nantes, nel 1943. Molte variazioni che nascono da uno stesso episodio (un'automobile nazista che si accende o meno) e che fanno rincontrare molti anni dopo i diversi personaggi sotto diverse spoglie. Operazione convincente e lucida sulla carta, meno in pellicola: il racconto è farraginoso, a volte patetico, spesso autocompiaciuto e gli interpreti non sono decisamente all'altezza. Un meccanismo intelligente ma mal congegnato.    

mercoledì 20 settembre 2000

Space cowboys

anno: 2000   
regia: EASTWOOD, CLINT  
genere: fantascienza  
con Clint Eastwood, Tommy Lee Jones, James Garner, Donald Sutherland, James Cromwell, Loren Dean, Courtney B. Vance, Alexander Kuznetsov, Rade Serbedzija, Barbara Babcock, William Devane, Marcia Gay Harden  
location: Usa
voto: 8

Un satellite russo per le comunicazioni sta per finire sulla terra. Il solo che può ripararlo evitando che ciò accada è Frank Corvin (Eastwood), il progettista che ne aveva realizzato i congegni anni prima, non certo per darli ai russi. Corvin, che quarant'anni prima era rimasto a terra quando il suo capo (James Cromwell) preferì alla sua squadra - il Team Dedalus - uno scimpanzé, vuole come unica condizione che lui e gli altri tre vecchietti della sua squadra vadano finalmente in orbita per riparare il guasto. Ma una volta lì si accorgono che si tratta di un satellite nucleare installato durante la Guerra Fredda. I quattro vecchietti realizzano comunque un'operazione impossibile. Nello stesso anno in cui riceve il Leone d'oro alla carriera, l'ormai settantenne Eastwood si cimenta anche con la fantascienza (qualcosa di vagamente simile l'aveva già fatta con Firefox - Volpe di fuoco), mostrando di sapere attraversare i generi con stile ed eleganza. Space cowboys non è soltanto un film quasi-fantascientifico, ma una mistura riuscitissima di spionaggio, thriller e comicità (le scene in cui i quattro cercano di superare le prove fisiche per il lancio sullo spazio sono spassosissime) che è l'ulteriore cifra che si aggiunge alla ricchissima panoplia del regista americano. La sceneggiatura, davvero impeccabile, è di Ken Kaufman e Howard Klausner.    

sabato 16 settembre 2000

La lingua del santo

anno: 2000       
regia: MAZZACURATI, CARLO  
genere: commedia  
con Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio, Isabella Ferrari, Toni Bertorelli, Ivano Marescotti, Marco Paolini, Giulio Brogi  
location: Italia
voto:5

Nella Padova dell'opulenza economica due poveri cristi, Antonio (Albanese) e Willy (Bentivoglio), l'uno con la passione del rugby, l'altro afflitto dall'allontanamento della moglie (Isabella Ferrari), dopo vari furtarelli, rubano una reliquia di Sant'Antonio (la "lingua" del santo, appunto) per chiedere un riscatto. Al no del Vaticano replica un ricco mecenate locale (Giulio Brogi), che in realtà ha preparato loro una trappola. Willy ci cascherà volutamente; Antonio prenderà il volo oltre l'Oceano.
Reietti e diseredati continuano ad essere i protagonisti delle storie di Mazzacurati, con risultati alterni. Ne La lingua del santo, declinata troppo su registri patetico-sentimentali, toni da commedia e accademismi in fase di regia forniscono una prova complessivamente opaca, dove la bravura dei due protagonisti non basta ad uscire dalla gabbia di un film eccessivamente alla caccia di lirismo.    

martedì 12 settembre 2000

I cento passi

anno: 2000   
regia: GIORDANA, MARCO TULLIO  
genere: biografico  
con Luigi Lo Cascio, Luigi Maria Burruano, Lucia Sardo, Paolo Briguglia, Tony Sperandeo, Roberto Zibetti, Claudio Gioe', Fabio Camilli, Ninni Bruschetta, Francesco Giuffrida, Gaspare Cucinella, Domenico Centamore, Pippo Montalbano, Roberto Zibetti, Andrea Tidona, Mimmo Mignemi, Paola Pace  
location: Italia   
voto: 8

Cento sono i passi che separano l'abitazione di Peppino Impastato (un magnifico Luigi Lo Cascio) da quella del boss mafioso Tano Badalamenti (Tony Sperandeo), a Chinisi, in provincia di Palermo. Peppino rifiuta questo imparentamento territoriale, cresce refrattario all'etica mafiosa che vorrebbe impartirgli il padre, confluisce nelle file del PCI, fonda una radio libera negli anni '70 (Radio Aut) con il preciso intento di denunciare le malefatte dei mafiosi e dei notabili scudocrociati, si candida con Democrazia Proletaria e, dopo tanto coraggio, finisce ammazzato col tritolo nello stesso giorno del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, nel 1978. Si disse che aveva fatto la fine dell'editore Feltrinelli: un incidente durante un'operazione di sabotaggio a un treno… 
Giordana ha un profilo pressoché unico nel nostro cinema. Dopo il riflusso (Maledetti vi amerò), gli anni di piombo (La caduta degli angeli ribelli) la tragedia dello stadio Heysel (Appuntamento a Liverpool) e il delitto Pasolini (Pasolini - Un caso italiano), continua a raccontarci senza retorica la storia del nostro passato più recente con una sensibilità, un'acutezza e una limpidezza narrativa che sembrano essere la sua cifra registica più pronunciata. Alla sapidità dei contenuti si aggiunge una forma sempre snella, caratterizzata da un'impeccabile direzione degli attori. Anche quando, come in questo caso, il regista si cimenta con degli esordienti. Ancora una volta, Giordana si conferma una delle stelle più luminose del nostro firmamento cinematografico. Nella colonna sonora appaiono brani di Arvo Pärt, degli Animals e dei Procol Harum (A wider shade of pale).

lunedì 11 settembre 2000

A ciascuno il suo

anno: 1967       
regia: PETRI, ELIO   
genere: giallo   
con Gian Maria Volontè, Irene Papas, Gabriele Ferzetti, L.Nucci, Mario Scaccia, Luigi Pistilli, Leopoldo Trieste, G.Pallavicino, T.Zappalà, L.Scalise, O.Cannarozzo, A.Rivero, M.Jannucci, F.Tranchina, C.Ferro, C.Oliviero, V.Macchi, Salvo Randone   
location: Italia
voto: 6   

In un paese di provincia siciliano, il professor Paolo Laurana (Gian Maria Volontè) indaga sulla morte di un uomo, che sembra avere un movente politico. D'accordo con la moglie del defunto (Irene Papas), Laurana sembra vicino alla soluzione del caso quando finisce sotto il tritolo, senza sapere che probabilmente il movente dell'omicidio era passionale.
Liberamente ispirato al romanzo omonimo di Leonardo Sciascia e sceneggiato da Elio Petri e Ugo Pirro, il film segue a livello metanarrativo la ricomposizione del mosaico che il protagonista compie attraverso le lettere anonime che lo minacciano di morte dopo avere fatto altrettanto con il morto ammazzato. Si compone così una galleria di personaggi la cui funzione non è sempre chiara ai fini del racconto, che si avvale comunque di un crescendo di tensione ben orchestrato da Petri e magnificamente eseguito da Volontè.