sabato 27 aprile 2002

Garage Olimpo

anno: 1999   
regia: BECHIS, MARCO  
genere: drammatico  
con Antonella Costa, Carlos Echevarria, Enrique Piñeyro, Pablo Razuk, Dominique Sanda, Chiara Caselli, Paola Bechis, Marcelo Chaparro, Adrian Fondari, Miguel Oliveira  
location: Argentina
voto: 7,5

Argentina, 1978. Mentre sui campi di calcio la nazionale di casa ruba il mondiale agli olandesi, la dittatura militare si macchia di crimini disumani, torturando orribilmente gli esponenti del movimento rivoluzionario, somministrando loro potentissime scariche elettriche, chiudendoli in bugigattoli nei quali sono costretti a nutrirsi di schifezze e a restare perennemente bendati prima di diventare dei martiri, desaparecidos gettati vivi nell'oceano dall'alto degli aerei militari. L'oriundo Marco Bechis guarda ancora una volta alla terra che ha accolto intere generazioni di italiani speranzosi, mettendone a nudo tutta la sconcezza politica, etica e culturale. Lo stile asciutto, essenziale, refrattario a qualsiasi sentimentalismo, enfatizza l'allucinante tragedia delle vittime di regime anche grazie al ricorso ad una luce cianotica e alla rarefazione dei dialoghi. Teso, crudissimo al punto di richiedere qualche ellissi scenica, il film di Bechis gioca magistralmente sul contrasto tra l'ordinarietà della vita urbana e le efferatezze dei centri di tortura di Buenos Aires come il Garage Olimpo. Premiato ai Festival di Salonicco, Huelva, La Habana, Messina.    

venerdì 26 aprile 2002

L’ora di religione

anno: 2002   
regia: BELLOCCHIO, MARCO
genere: drammatico
con Sergio Castellitto, Jaqueline Lustig, Chiara Conti, Gigio Alberti, Alberto Mondini, Gianfelice Imparato, Piera Degli Esposti, Toni Bertorelli, Gianni Schicchi, Maurizio Donadoni, Bruno Cariello, Renzo Rossi, Donato Placido, Pietro De Silva
location: Italia
voto: 6,5

Ernesto Picciafuoco (Castellitto) è un affermato pittore che vive al centro di Roma. Raggiunto improvvisamente dalla notizia che il Vaticano vuole santificare sua madre, con l'occasione Ernesto rivede i suoi fratelli, tutti impegnati da lungo tempo per una causa che lui, ateo convinto, non condivide. Bellocchio ricorre ai temi classici del suo cinema: la follia (il fratello psicopatico e bestemmiatore, responsabile del matricidio) era l'oggetto di Matti da slegare e La visione del Sabba; la famiglia come cellula primaria del conflitto è il filo conduttore di molte sue opere (I pugni in tasca, In nome del padre, Gli occhi, la bocca e Salto nel vuoto); l'ipocrisia borghese (Il sogno della farfalla); la psicanalisi. La regia, che non si astiene da qualche deragliamento intellettuale che spezza l'uniformità narrativa del film, è sobria, gli attori diretti benissimo (con un guizzo della solita Piera Degli Esposti), Castellitto in stato di grazia. Ma tanta clamorosa acrimonia da parte degli ambienti cattolici nei riguardo del film di Bellocchio non sembra essere giustificata. Le due bestemmie sparate con pietosa disperazione dal fratello del protagonista (ma nel cinema italiano si erano già sentite ne La festa perduta) sono l'unico sussulto iconoclasta di un film che scruta da vicino i motivi dell'ateismo, li problematizza dissacrando assai più l'ipocrisia borghese di quanto non faccia con gli ambienti cattolici. L'intento di introspezione psicologica, intrapreso in un'originale chiave gialla, si stempera in un finale anodino nel quale la vicenda amorosa del protagonista con la presunta insegnante di religione del figlio spazza via l'acredine antireligiosa di Ernesto.    

martedì 16 aprile 2002

L'uomo della pioggia – The rainmaker

anno: 1998       
regia: COPPOLA, FRANCIS FORD   
genere: drammatico   
con Matt Damon, Clare Danes, Jon Voight, M.Kay Place, Mickey Rourke, Danny De Vito   
location: Usa
voto: 6   

Il giovanissimo avvocato Rudy Baylor (Damon) non fa in tempo a fare il giuramento che incespica subito su una causa colossale: una modesta madre di famiglia ha citato in giudizio una ciclopica compagnia assicurativa, capitanata da un avvocato spregiudicato (Voight). Fermezza, astuzia e un pizzico di follia permetteranno ancora una volta a Davide di sconfiggere Golia.
Coppola gira col consueto mestiere un legal-movie che guarda con sano cinismo al mondo dell'avvocatura. Confezione impeccabile, trama prevedibilissima, tocchi da maestro qui e lì (il personaggio di DeVito è addirittura determinante) sono sufficienti a tenere a galla un film qualunque come questo.    

venerdì 12 aprile 2002

Parla con lei

anno: 2002       
regia: ALMODOVAR, PEDRO   
genere: drammatico   
con Javier Càmara, Leonor Watling, Dario Grandinetti, Rosario Flores, Geraldine Chaplin           
location: Spagna
voto: 5   

Benigno fa l'infermiere e da quattro anni assiste Alicia, in coma a seguito di un incidente. Nello stesso ospedale, Marco presidia quotidianamente il capezzale della torera Lydia, messa brutalmente k.o. da un toro durante una corrida. Tra i due nasce un legame cucito dalla comune dedizione verso le "loro" donne. La loro amicizia verrà messa alla prova quando Benigno approfitta del corpo inerme di Alycia per metterla incinta.
Sotto tono rispetto alle prove precedenti, Almodovar gioca sugli schemi classici del suo cinema: rimescola l'archetipo femminino e mascolino assegnando  a Lydia un ruolo maschile e mostrando tutta la femminilità dei due uomini; insiste sull'amicizia sulla quale aleggia una vaga dimensione omosessuale, spinge al parossismo il gioco della comunicazione, dando a Benigno il compito di parlare per quattro anni ininterrotti ad una donna in coma. Il film sembra così andare alla ricerca dell'effetto a tutti i costi, della lacrima gratuita e gira a vuoto per almeno un'ora intera, tra dialoghi banalissimi e situazioni alle quali il regista ci ha ormai abituati. Volendo commuovere a tutti i costi, il film si aggira pericolosamente dalle parti della soap-opera, con qualche clamoroso quanto insolito guasto anche in cabina di regia. Toccante il cammeo di Caetano Veloso, che interpreta Cuccuruccuccu.    

giovedì 4 aprile 2002

Monsters & Co.

anno: 2002   
regia: DOCTER, PETE  
genere: animazione  
location: Usa
voto: 9  

A Mostropoli c'è la crisi energetica: i bambini, che con le loro urla di spavento forniscono la materia prima per la città abitata da mostri, sono ormai "scafati" e terrorizzarli è diventato un mestiere sempre più improbo. Il guaio è che alla crisi si aggiunge il timore di un'epidemia di chissà quale malattia che potrebbe veicolare una bambina capitata a Mostropoli grazie alle tresche del crudelissimo Randall. Sullivan districherà la matassa e riuscirà a trovare il modo per decuplicare l'accumulo di energia facendo ridere i bambini.
La Pixar non sbaglia un colpo: dopo Toy story e Bug's life arriva un altro capolavoro, un apologo ecologista con risvolti sociologici (l'assuefazione al consumo con la conseguente perdita di emozioni delle giovani generazioni) lastricato di citazioni cinematografiche. Il film diretto da Pete Docter è un concentrato di genialità nel campo dell'animazione, perfezione narrativa, fantasia a go-go, risate e persino qualche lacrima. Aspettando il prossimo…