sabato 31 ottobre 2009

Il nastro bianco (Das weisse Band)

anno: 2009   
regia: HANEKE, MICHAEL
genere: drammatico
con Susanne Lothar, Ulrich Tukur, Burghart Klaußner, Josef Bierbichler, Marisa Growaldt, Christian Friedel, Leonie Benesch, Ursina Lardi, Steffi Kühnert, Gabriela Maria Schmeide, Rainer Bock, Maria-Victoria Dragus, Leonard Proxauf, Janina Fautz, Michael Kranz, Levin Henning, Johanna Busse, Yuma Amecke, Thibault Sérié, Enno Trebs, Theo Trebs, Sebastian Hülk, Kai-Peter Malina, Aaron Denkel, Anne-Kathrin Gummich, Luzie Ahrens, Gary Bestla, Leonard Boes, Sophie Czech, Paraschiva Dragus, Selina Ewald, Nora Gruler, Tim Guderjahn, Jonas Jennerjahn, Ole Joensson, Gerrit Langentepe, Lena Pankow, Sebastian Pauli, Franz Rewoldt, Kevin Schmolinski, Alexander Sedl, Nino Seide, Marvin Ray Spey, Malin Steffen, Lilli Trebs, Paul Wolf, Margarete Zimmermann, Michael Schenk, Hanus Polak Jr., Vincent Krüger, Sara Schivazappa, Rüdiger Hauffe, Arndt Schwering-Sohnrey, Florian Köhler, Sebastian Lach, Marcin Tyrol, Sebastian Badurek, Krysiek Zarzecki, Sebastian Pawlak, Lilli Fichtner, Amelie Litwin, Paula Kalinski, Vladik Otaryan, Peter Mörike, Hans-Matthias Glassmann
location: Germania
voto: 8

Un villaggio della Germania alla vigilia della Grande Guerra è funestato da eventi sinistri: il medico locale ha uno strano incidente a cavallo, una donna muore a causa di un apparente incidente sul lavoro, un bambino viene selvaggiamente picchiato e un secondo bambino, disabile, subisce la stessa sorte. La vita nel villaggio va avanti, ma tra la gente del posto cominciano a serpeggiare reciproci sospetti e rancori.
L'austriaco Michael Haneke, che con Il nastro bianco si è aggiudicato la Palma d'oro per il miglior film al Festival di Cannes, confeziona un'opera corale sul tema della società patriarcale: l'educazione severissima e rigidamente formale impartita ai bambini - veri protagonisti del film - è l'humus sul quale di lì a vent'anni avrebbe germogliato il nazismo. Omertà e delazione, famiglie disfunzionali, vessazioni psicologiche e fisiche nel film sono tutte declinate secondo l'imperativo dell'onora il padre. Haneke ne sottolinea le aberrazioni con un bianco e nero che accentua i contrasti tra il bene e il male e con una poetica del fuori campo che, con una sola eccezione, ripropone la presenza di una malvagità inafferrabile che affonda le sue radici nelle colpe di chi la cerca (come già accadeva in Niente da nascondere), nei devastanti anticorpi generati da quella stessa terribile educazione repressiva. Come in tutti i film di Haneke, anche in quest'opera fluviale (oltre 2 ore mezza di durata) lo stile - sottolineato dalla voce off del maestro del villaggio diventato ormai anziano - è distaccato e senza partecipazione verso le paturnie dei personaggi, velatamente morboso e disturbante, mentre le atmosfere, cupe e suggestive, ricordano quelle di Scene di caccia in bassa Baviera. La musica è assente.    

venerdì 30 ottobre 2009

Once

anno: 2007   
regia: CARNEY, JOHN    
genere: musicale    
con Glen Hansard, Markéta Irglová, Hugh Walsh, Gerard Hendrick, Alaistair Foley, Geoff Minogue, Bill Hodnett, Danuse Ktrestova    
location: Irlanda
voto: 5    

Lui sbarca il lunario suonando per le strade di Dublino e aggiustando aspirapolveri nel negozio del padre; lei è una ragazza ceca con figlia e madre a carico e marito lontano. Entrambi, per ragioni diverse, sembrano aver perso l'amore. Si innamorano, incidono un disco e riprendono i loro destini.
Film piccolo piccolo con extra-low budget, Once gira per un'ora e venti intorno alle fantasie dei due protagonisti, accompagnandoci con della buona musica (scritta dallo stesso Hansard, cantautore dalle inflessioni neo-acustiche) ma poggiando su una struttura narrativa minima e fragilissima.    

mercoledì 28 ottobre 2009

Italians

anno: 2009   
regia: VERONESI, GIOVANNI   
genere: commedia a episodi   
con Carlo Verdone, Sergio Castellitto, Riccardo Scamarcio, Ksenia Rappoport, Dario Bandiera, Makram J. Khoury, Remo Girone, Valeria Solarino, Ottaviano Blitch, Elena Presti, Mauro Marchese, Cristina Odasso   
location: Italia
voto: *

L'undicesimo film di Giovanni Veronesi, copia incolore e scadente dei grandi autori della commedia all'italiana, si articola in due episodi. Nel primo Fortunato (Castellitto) deve trasportare alcune Ferrari rubate in Arabia Saudita, accompagnato da un vice (Scamarcio) che in futuro lo dovrà sostituire nella ditta presso la quale lavora. Nel secondo un noto professore di odontoiatria si trova in mezzo a un enorme pasticcio a San Pietroburgo per aver ceduto alla tentazione di andare con le prostitute.
Veronesi, che ha scritto il copione con Ugo Chiti e Andrea Agnello, vorrebbe raccontare i tratti tipici degli italiani all'estero: la furbizia e il dongiovannismo. Non riesce invece che a sfornare clichè a ripetizione, con una comicità di grana grossa che è persino eccessivo definire tale, molto vicina a quella degli indigesti cinepanettoni (non a caso a distribuire è la FilmAuro). La bella prova di Castellitto e la mimica convulsa e tutta sopra le righe di Verdone non servono a salvare un film pessimo.    

sabato 24 ottobre 2009

Baarìa

anno: 2009       
regia: TORNATORE, GIUSEPPE
genere: drammatico
con Francesco Scianna, Margareth Madè, Nicole Grimaudo, Ángela Molina, Lina Sastri, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Gaetano Aronica, Alfio Sorbello, Luigi Lo Cascio, Enrico Lo Verso, Nino Frassica, Laura Chiatti, Michele Placido, Vincenzo Salemme, Giorgio Faletti, Corrado Fortuna, Paolo Briguglia, Leo Gullotta, Beppe Fiorello, Luigi Maria Burruano, Franco Scaldati, Aldo Baglio, Monica Bellucci, Donatella Finocchiaro, Marcello Mazzarella, Raoul Bova, Gabriele Lavia, Sebastiano Lo Monaco, Tony Sperandeo, Elena Russo, Gisella Marengo, Alessandro Di Carlo, Giovanni Gambino, Davide Viviani, Mariangela Di Cristina, Christian Canzoneri, Giuseppe Garufi, Gaetano Sciortino, Giuseppe Russo (II), Maurizio San Fratello, Valentina Rubino, Desirée Rubino, Anna Faranna, Fabrizio Romano, Gaetano Bruno, Lollo Franco, Marco Iermanò, Adele Tirante, Michele Russo, Lauretana Di Salvo, Gaetano Balistreri, Alessandro Schiavo, Orio Scaduto, Enrico Salimbeni, Ludovico Vitrano, Nino Russo    
location: Italia
voto: 5

Mezzo secolo di storia italiana (tra gli anni '30 e gli anni '80 del Novecento) vista attraverso il prisma di Bagheria, il paese siciliano che ha dato i natali a Peppuccio Tornatore. Protagonista ne è Peppino (Scianna), figlio di pecorari con scarse inclinazioni allo studio, carattere difficile e militanza precoce nelle file del partito comunista, padre di una nidiata di bambini.
Alla domanda di dove sia la trama, questa è la risposta: non c'è. Già, perché il film di Tornatore non è altro che un pastrocchio che assembla l'afflato poetico di Nuovo cinema Paradiso con l'epica di C'era una volta in America, senza avere né il lirismo del primo né il senso di un'epopea del secondo, occhieggiando semmai al lavoro meno riuscito del regista siciliano, Malena. Enfatico, ipertrofico, magniloquente, rutilante, fluviale (quasi tre ore di durata), strillato dalla prima all'ultima scena, servito dalla musica tonitruante e insopportabile di Ennio Morricone, il film ha il suo difetto peggiore nella concezione a sketch. Tornatore, infatti, pur di infilare nell'opera tutti i suoi conterranei, non fa altro che costruire un patchwork di scenette e situazioni, alcune peraltro molto divertenti, a fare da corredo a una trama slabbrata e a uno sfondo storico che chiama in causa la mafia, la politica, le rivolte dei braccianti e una miriade di clichè sulla Trinacria che rendono un pessimo servizio agli isolani. Il tutto al solo scopo di mostrare, ancora una volta, un talento visivo fuori dal comune, di raccontare il proprio personale amarcord attraverso un turbinio di carrellate, scene di massa, dolly, dissolvenze. Come a dire: tutto fumo e niente arrosto.    

venerdì 23 ottobre 2009

Hotel Rwanda. Una storia vera

anno: 2004   
regia: GEORGE, TERRY 
genere: drammatico 
con Don Cheadle, Sophie Okonedo, Nick Nolte, Antonio David Lyons, Cara Seymour, Joaquin Phoenix, Desmond Dube, David O'Hara, Fana Mokoena, Hakeem Kae-Kazim, Tony Kgoroge, Mosa Kaiser, Mothusi Magano, Roberto Citran    
location: Ruanda
voto: 6 

Nel 1994 la guerra civile insanguinò il Ruanda, in Africa, provocando un milione di morti, un genocidio di incredibili proporzioni. Terry George prova a raccontare quegli eventi terribili a partire da una storia vera, quella di Paul Rusesabagina (Cheadle), direttore d'albergo di etnia Hutu, una sorta di Schindler nero che diede rifugio a centinaia di Tutsi, la minoranza etnica legata ai colonialisti belgi, perseguitata dalla milizia e dai rivoltosi col machete tra le mani.
Il film è in pieno stile hollywoodiano, con cedimenti sui risvolti sentimentali e tentazioni didascaliche, una discreta quota di retorica e di enfasi, ma anche con una nitida messa a fuoco delle responsabilità internazionali ("voi siete immondizia", viene ammonito il protagonista con crudo cinismo, "l'Africa non interessa a nessuno"). Lo scenario che fa da sfondo alla vicenda è  comunque ben disegnato, in linea con film che hanno raccontato tragedie simili (Un anno vissuto pericolosamente, Urla dal silenzio): l'impotenza delle scarse forze dell'ONU, le difficoltà da parte dei reporter nel documentare gli accadimenti.    

martedì 20 ottobre 2009

Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds)

anno: 2009   
regia: TARANTINO, QUENTIN  
genere: thriller  
con Brad Pitt,  Mélanie Laurent,  Christoph Waltz,  Eli Roth,  Michael Fassbender,  Diane Kruger,  Daniel Brühl,  Til Schweiger,  Gedeon Burkhard,  Jacky Ido,  B.J. Novak,  Omar Doom,  August Diehl,  Denis Menochet,  Sylvester Groth,  Martin Wuttke,  Mike Myers,  Julie Dreyfus,  Richard Sammel,  Alexander Fehling,  Rod Taylor,  Soenke Möhring,  Samm Levine,  Paul Rust,  Michael Bacall,  Arndt Schwering-Sohnrey,  Petra Hartung,  Volker Michalowski,  Ken Duken,  Christian Berkel,  Anne-Sophie Franck,  Léa Seydoux,  Tina Rodriguez,  Lena Friedrich,  Ludger Pistor,  Jana Pallaske,  Wolfgang Lindner,  Michael Kranz,  Rainer Bock,  André Penvern,  Sebastian Hülk,  Buddy Joe Hooker,  Carlos Fidel,  Christian Brückner,  Hilmar Eichhorn,  Patrick Elias,  Eva Löbau,  Salvadore Brandt,  Jasper Linnewedel,  Wilfried Hochholdinger,  Olivier Girard,  Michael Scheel,  Leo Plank,  Andreas Tietz,  Bo Svenson,  Enzo G. Castellari  
location: Francia
voto: 10

Parigi, 1944. Un gruppo di soldati ebrei americani chiamati "i bastardi" e la giovane sopravvissuta a una strage nazista (Laurent) stanno preparando - ciascuno ignorando il progetto parallelo - una strage in un cinema, in occasione della prima di un film di propaganda nazista alla quale interverranno anche Hitler e Goebbels. Ma un astuto comandante della Gestapo (Waltz) potrebbe far saltare entrambi i piani.
"Questo potrebbe essere il mio capolavoro", fa dire Tarantino a Brad Pitt, soddisfatto - nell'ultima scena del film - per aver inciso sulla fronte del nemico l'ennesima svastica, in modo che i nazisti possano essere riconoscibili anche senza divisa. Ma la frase non è lì per caso: mixando un film dell'italiano Castallari (Quel maledetto treno blindato) con uno di Aldrich (Quella sporca dozzina), il regista più folle di Hollywood compie il suo capolavoro frullandoci dentro tutti i topoi del suo cinema: il gusto per i soprannomi, il tema della vendetta (al cinema gli ebrei si prendono la loro rivincita sui nazisti), gli inserti da fumetto, le esagerazioni splatter, l'umorismo, il gusto per la citazione cinematografica e quello per il politicamente scorretto (qui si scherza con l'Olocausto…). Il tutto sorretto da una sceneggiatura impeccabile, suddivisa come al solito in capitoli, dove non c'è una sola scena che allenti per un attimo la suspense. Da sola, quella nella taverna dove si danno appuntamento i bastardi entra di diritto nella storia del cinema. Da vedere e rivedere, a dispetto delle due ore e mezza di durata che scivolano via in un attimo.
Meritatissimo il premio per la migliore interpretazione maschile a Christoph Waltz, vero mattatore del film, al festival di Cannes. Lo stesso attore si è anche aggiudicato il Premio Oscar 2010 come migliore attore non protagonista.

sabato 17 ottobre 2009

L'Italia del nostro scontento

anno: 2009   
regia: FUKSAS, ELISA * LE MOLI, LUCREZIA * MUCI, FRANCESCA
genere: documentario
location: Italia
voto: 6


Ambiente, giovani e politica raccontati da tre giovani registe volute dal patron di Rai Cinema, Franco Scaglia. Nel primo capitolo (di Elisa Fuksas; voto: 5/6) vengono analizzate le ragioni che hanno portato l'Italia dall'essere un Paese paesaggisticamente e artisticamente meraviglioso agli scempi degli ultimi 90 anni. Il capitolo sui giovani, diretto da Francesca Muci (voto: 3/6) è una panoramica condotta nell'intera penisola  su vita, speranze e obiettivi dei giovani d'oggi. L'ultimo, dedicato alla politica e diretto da Lucrezia Le Moli (voto: 4/6) fornisce agli intervistati l'occasione per rispondere a domande molto semplici: cosa hai votato, perché hai votato così e cosa ti aspetti.
Il quadro d'insieme, a dispetto del fatto che le tre registe in erba abbiano lavorato separatamente, è complessivamente omogeneo. Ma mentre nel primo dei tre episodi, diretto dalla figlia del celebre architetto Massimiliano Fuksas, c'è un obiettivo chiaro e una ricerca tutt'altro che banale nel montaggio e nelle immagini, gli altri due, e in particolare il capitolo sui giovani, scadono nell'inchiesta a clichè, sono privi di metodo e chiarezza di intenti e rimangono sideralmente lontani dal nitore di documentari come Vogliamo anche le rose, Videocracy, Parole sante, Biùtiful cauntri e Nazirock. A corredare il tutto ci sono gli interventi di Alain Touraine, Oliviero Toscani, Edoardo Winspeare, alternati a quelli della tantissima gente comune intervistata un po' ovunque.    

venerdì 16 ottobre 2009

Up

anno: 2009   
regia: DOCTER, PETE * PETERSON, BOB 
genere: animazione 
location: Usa
voto: 7,5

Rimasto vedovo e diventato insofferente alla pressante colata di cemento che gli gravita intorno, il signor Fredricksen aggancia la sua casa a migliaia di palloncini e vola verso le Cascate Paradiso, dove la sua amatissima moglie avrebbe voluto andare senza mai riuscirci. "A bordo" con lui c'è un giovane boyscout obeso con gli occhi a mandorla, finito in volo per il caparbio tentativo di assicurarsi la medaglietta mancante per l'aiuto fornito a un anziano. Arrivati quasi a destinazione, i due si imbattono in un esploratore nazistoide che era stato l'eroe d'infanzia del signor Fredricksen e che ora vive isolato dal mondo all'interno di un dirigibile e al comando di un esercito di cani, determinatissimo ad acciuffare un chimerico uccello alto 5 metri.
Otto anni dopo Monsters & Co., la Pixar riporta Pete Docter in cabina di regia, affiancandogli Bob Peterson. Sarà che due cervelli in certi casi sono troppi, ma - nonostante la consueta, impeccabile animazione delle produzione Pixar - il film ha una prima parte molto suggestiva e poetica e una seconda convulsa e a tratti pretestuosa. Come già ne Gli incredibili, Cars, Ratatouille e Wall-e, sembra che l'attitudine della Pixar stia diventando quella di strafare sul piano delle immagini lasciando progressivamente sulle quinte la coerenza e la fluidità del plot narrativo. Davanti a tanta meraviglia di invenzioni visive, al gusto delle molte citazioni cinematografiche (da Gran Torino alla fisionomica di Spencer Tracy), e ai richiami alla poetica di Jules Verne in fondo si tratta solo di un piccolo neo. Ottimo il doppiaggio italiano, affidato alle voci di Giancarlo Giannini, Arnoldo Foà e Neri Marcorè.
Premio Oscar 2010 come miglior film d'animazione.    

domenica 11 ottobre 2009

Basta che funzioni (Whatever Works)

anno: 2009   
regia: ALLEN, WOODY 
genere: commedia 
con Larry David, Evan Rachel Wood, Adam Brooks, Lyle Kanouse, Michael McKean, Clifford Lee Dickson, Yolonda Ross, Carolyn McCormick, Samantha Bee, Conleth Hill, Marcia DeBonis, John Gallagher Jr., Willa Cuthrell-Tuttleman, Nicole Patrick, Patricia Clarkson, Henry Cavill, Olek Krupa, Ed Begley Jr., Christopher Evan Welch, Jessica Hecht, Lindsay Michelle Nader, Armand Schultz, Steve Antonucci, Marc Alan Austen, Julie Basem, Kenneth Edelson, Chris Nuñez, Quincy Rose, Robin Singer 
location: Usa   
voto: 7,5

Boris Yellnikoff (David) è un sessantenne newyorchese misantropo, ipocondriaco, convinto di essere un mancato premio Nobel, che si guadagna da vivere insegnando gli scacchi a dei ragazzini che tratta come perfetti imbecilli e che ha alle spalle una carriera da fisico e un tentativo di suicidio che lo ha lasciato claudicante. Quando nella sua vita irrompe la 21enne Melody (Wood), un squinternata del Mississippi con poco sale in zucca, in fuga da una madre virago, Boris inizia con lei una convivenza forzata che si trasforma in un  matrimonio e che cambierà notevolmente la sua vita.
Al suo trentanovesimo film Woody Allen torna nella sua Manhattan con una commedia acida al centro della quale si trova il suo alter ego Larry David, cabarettista televisivo che, attraverso la penna di Allen, sembra averne per tutti: dalla grettezza dei bianchi del Sud al fondamentalismo cattolico (la frase "Dio è gay" non mancherà di scandalizzare qualcuno), alla sessuofobia diffusa. È puro cinema situazionista e di parola, con la macchina da presa spesso immobile a fungere anche da interlocutrice del protagonista che si rivolge al pubblico in sala, con una trama pressoché invisibile, nel quale a contare sono i dialoghi incendiari e le battute a raffica che non sentivamo dalle stagioni migliori del regista americano. Il tutto imbastito su un'idea dell'amore secondo cui è il caso a governare la nostra vita molto più di quanto non siano i nostri sforzi.    

domenica 4 ottobre 2009

Lezioni d'amore (Elegy)

anno: 2009       
regia: COIXET, ISABEL
genere: sentimentale
con Ben Kingsley, Penelope Cruz, Dennis Hopper, Patricia Clarkson, Deborah Harry, Peter Sarsgaard, Chelah Horsdal, Sonja Bennett, Michelle Harrison, Laura Mennell    
location: Usa
voto: 5

Il professor Kepesh (Kingsley), sessantenne sottaniere abituato a sedurre le sue studentesse, si invaghisce della bella Consuela (Cruz). La ragazza gli fa perdere la testa, diventa la sua ossessione fino a quando, infastidita dal comportamento dell'uomo, non se ne allontana. I due si ritroveranno un paio d'anni dopo, quando Consuela si ripresenta alla porta del professore per metterlo al corrente di una brutta notizia.
Le credenziali c'erano tutte: dal soggetto - tratto da un romanzo di Philip Roth - alla regia - affidata all'estro sensibile di Isabelle Coixet, già autrice di Le cose che non ti ho mai detto, La mia vita senza me e La vita segreta delle parole - al cast, con due stelle di prima grandezza come Ben Kingsley e Penelope Cruz. La trasferta oltreoceano non ha invece giovato alla regista spagnola, tant'è che il film non funziona, divaga macchinosamente tra eros patinato e dialoghi tronfi, tracimando in una dimensione narrativa tanto elegante quanto inerte e artificiale.    

sabato 3 ottobre 2009

Tris di donne e abiti nuziali

anno: 2009        
regia: TERRACCIANO, VINCENZO    
genere: commedia    

con Sergio Castellitto, Martina Gedeck, Paolo Briguglia, Raffaella Rea, Salvatore Cantalupo, Paolo Calabresi, Elena Bouryka, Gigio Morra, Renato Marchetti, Giovanni Esposito, Iaia Forte, Flavio Parenti

location: Italia        
voto: 6,5    
 

Luisa Campanella (Rea) sta per sposarsi e affinché il matrimonio possa andare nel migliore dei modi sua madre (Gedeck) è disposta sbarcare il lunario con piccoli lavoretti di sartoria. Il problema è che suo padre (Castellitto, per la seconda volta in coppia con la Gedeck dopo Ricette d'amore), un cinquantenne andato precocemente in pensione, è un giocatore tanto incallito quanto incapace, che in poco tempo dilapida gli averi della famiglia. Suo figlio Giovanni (Briguglia) tenta di correre ai ripari seguendo con ben altro talento la strada paterna.

Otto anni dopo la commedia partenopea di Ribelli per caso, Terracciano torna sul grande schermo a seguito di una lunga sosta in televisione, dove - tra gli altri - ha diretto la fortunata serie di Un posto al sole. La matrice televisiva visibilissima nel buon giallo giudiziario d'esordio, Per tutto il tempo che ci resta, viene ribadita in questo film al centro del quale ci sono il gioco delle carte e le scommesse ippiche. Un po' L'oro di Napoli, un po' Febbre da cavallo, il film del regista partenopeo si affida soprattutto alla strabiliante interpretazione di Castellitto, al quale fa da supporto un nugolo di caratteristi che ricorda la migliore stagione della commedia all'italiana senza però aggiungere nulla di nuovo.