giovedì 28 aprile 2011

Ultimo domicilio conosciuto (Dernier Domicile Connu)

anno: 1969       
regia: GIOVANNI, JOSÉ
genere: poliziesco
con Lino Ventura, Marlène Jobert, Michel Constantin, Paul Crauchet, Alain Mottet, Béatrice Arnac, Guy Heron, Albert Dagnant, Monique Mélinand, Marcel Pérès, Germaine Delbat, Hervé Sand, Pascal Gillot, François Jaubert, Régine Lovi, Paul Beauvais, Aude Olivier, Philippe March, Mathilde Ceccarelli, Carlo Nell, Pippo Merisi, Luigi Cortese, Raymond Meunier, Jacques Marchand, Frédéric Santaya, Lucie Arnold, Robert Favart, Guy Kerner, Bianca Saury, Jean Sobieski
location: Francia    
voto: 3

Non c'è tensione, non c'è emozione, non sento niente, no, nessun dolore. A parte quello da orchite. Non siamo in una canzone di Battisti-Mogol ma in polar francese degli anni '60, nel quale per un'ora e quaranta si assiste a esasperanti quanto interminabili ricerche, passando dal farmacista alla vicina di casa, dal presunto pedofilo al carpentiere, il tutto per risalire all'identità di un certo Martin (March), l'uomo che la polizia sta cercando da cinque anni per farlo testimoniare contro la malavita organizzata. Allo sbaraglio di questa impresa impossibile vengono mandati il rude commissario Leonetti (Ventura), prossimo alla pensione, e una sua assistente con la vocazione da missionaria (Jobert). I modi garbati di quest'ultima e la determinazione del primo centrano l'obiettivo ma la mala non perdonerà.
Fiacco, estenuante, stupidamente didascalico (c'è una quantità indicibile di riprese alle insegne dei negozi per farci capire se i due protagonisti stanno per entrare in una farmacia o in un negozio di ortaggi), il filmetto dell'ex romanziere Josè Giovanni - che stavolta attinge dalla penna di Joseph Harrington - è un b-movie stiracchiato condito da risibili scene d'azione.    

martedì 26 aprile 2011

Limitless

anno: 2011       
regia: BURGER, NEIL
genere: fantastico
con Bradley Cooper, Robert De Niro, Abbie Cornish, Andrew Howard, Anna Friel, Johnny Whitworth, Tomas Arana, Robert John Burke, Darren Goldstein, Ned Eisenberg, T.V. Carpio, Richard Bekins, Patricia Kalember, Cindy Katz, Brian Anthony Wilson, Rebecca Dayan, Ann Marie Green, Damali Mason, Meg McCrossen, Tom Bloom, Nina Hodoruk, Tom Teti, Stephanie Humphrey, Joseph McCarthy, Peter Pryor, Daniel Breaker, Chris McMullin, Dave Droxler, Luisina Quarleri, Piper Brown, Simon MacLean, Saxon Palmer, Stephen Sable, Caroline Maria Winberg, Damaris Lewis, Martha Ann Talman, Robert Bizik, Hugh Douglas, Howard Strong, Arlette de Alba, Eddie J. Fernandez, Ray Siegle, Nicolas le Guern, Richard Miller, Violeta Silva, Anna Parkinson, Laurence Roscoe
location: Usa       
voto: 8

Non è polvere bianca ma serve a potenziare a dismisura le facoltà del nostro cervello che - per chi lo usa - non viene sfruttato oltre il 20%. È piccola e trasparente: è la pillola che fa miracoli. Ad assumerla è Eddie Morra (Cooper), un aspirante scrittore con la sindrome da foglio bianco che grazie a questo intruglio riesce a concludere un mezzo capolavoro letterario in pochissimi giorni per poi diventare nel giro di qualche mese un guru della finanza e puntare in seguito al Senato dopo aver moltiplicato quattrini in progressione esponenziale. Peccato che quella pillola faccia gola a molti e che conduca i suoi assuntori a gesti inconsulti. Così Morra si trova a dover fare i conti con un processo per omicidio, viene pedinato per strada e tenuto sotto scacco da un suo creditore malavitoso che si è appassionato all'uso della pasticca.
Neil Burger, che già con The illusionist aveva fatto capire che di illusioni se ne intende, costruisce a partire da romanzo The Dark Fields di Alan Glynn un fantathriller ambiguo su quella che potrebbe essere la smart drug del futuro per colletti bianchi. Il plot narrativo, specialmente nella prima parte, funziona a meraviglia, sorretto da un'inventiva visionaria che è la vera cifra stilistica del film, a suon di spericolati movimenti con la macchina da presa, carrellate, effetti ottici e zoomate a go-go. Poi la tensione si stempera leggermente nei molti rivoli del racconto, entra in scena De Niro e sembra di vedere il Maradona dei tempi d'oro che gioca in un campetto dei salesiani: gli altri non toccano palla. Want Some Morra?    

domenica 24 aprile 2011

U-Boot 96 - Quando il cacciatore diventa la preda

anno: 1981   
regia: PETERSEN, WOLFGANG  
genere: guerra  
con Jürgen Prochnow, Herbert Gronemeyer, Klaus Wennemann, Hubertus Bengsch, Martin May, Bernd Tauber, Heinz Honig, Klaus Bengsch, Martin Semmetrogge, Erwin Leder  
location: Germania   
voto: 5

Esistono diverse versioni di questo film claustrofobico, quasi interamente ambientato in un sottomarino: da quella abbordabile (un paio d'ore circa), circolata per il mercato europeo, a quella televisiva, andata in onda sulla televisione tedesca in ben 6 puntate. La versione "director's cut" - della quale il regista Wolfgang Petersen va giustamente orgoglioso perché grazie a questo colossal da miliardi di marchi sarebbe in seguito entrato nel firmamento hollywoodiano - dura "appena" 220 minuti. Troppi, davvero troppi per raccontare la vicenda tratta dal romanzo di Lothar-Gunther Buchheim, ambientata nel 1941, quando un sottomarino tedesco si diresse verso le coste inglesi per attaccare la flotta dell'odiatissimo Churchill. Nel film accade un po' di tutto, dagli attacchi dei cacciatorpedinieri britannici alla rottura del sistema sonar fino all'inabissamento con inevitabili corollari disastrosi. Poi un miracolo tecnico-ingegneristico della flotta riporta a galla il gigante del mare. L'ebbrezza dura poco: dal cielo arriva un micidiale attacco aereo delle forze alleate che trasforma quella gioia in un eccidio.
Pur nell'evidente dispendio di mezzi, che spiega perché in seguito Petersen avrebbe proseguito la propria carriera negli Stati Uniti, il film è tutto un dare ordini, un invitare alla calma, un correre vorticosamente per il corridoio. In più, i caratteri dei marinai sono bozzettistici e solo qualche squarcio frastornante rompe la monotonia del racconto, che si trasforma in un apologo esistenzialista sulla condizione umana, nel quale il nazismo rimane distintamente dietro le quinte.    

venerdì 22 aprile 2011

L’Altra Verità (Route Irish)

anno: 2010       
regia: LOACH, KEN 
genere: guerra 
con Mark Womack, Andrea Lowe, John Bishop, Geoff Bell, Jack Fortune, Talib Rasool, Craig Lundberg, Trevor Williams, Russell Anderson, Jamie Michie, Bradley Thompson, Daniel Foy, Najwa Nimri, Maggie Southers, R David  , Anthony Schumacher, Gary Cargill, Donna Elson, Stephen Lord, Jaimes Locke, Tayf Basil, Ranj Hawra, Hind Kamil, Andy Dwyer, Ali Karami, Nick Baty, Nasredine Banda, Taban Othman, Natalie Flood 
location: Iraq, Regno Unito       
voto: 8

"Siamo dei criminali che si vendono come puttane per fare la guerra". Ci vuole la morte dell'amico fraterno Frankie (Bishop) sulla Route irish in Iraq ("la strada più pericolosa del mondo", quella dove morì Calipari e venne ferita la Sgrena) per far acquistare a Fergus (Womack) questa consapevolezza. Lui e il suo sodale sono dei contractors, soldati mercenari con licenza di uccidere grazie all'ordinanza 17 (dopo il secondo sparo di avviertimento, sei libero di trucidare chi vuoi). Fergus non riesce a farsi una ragione della morte dell'amico, indaga seguendo le prove raccolte su un cellulare, scopre qualcosa di davvero sordido, trame e interessi privati oltre l'immaginabile e decide di farsi giustizia da solo.
Dopo averci raccontato la guerra nelle versioni drammatiche della Spagna franchista, dell'Irlanda indipendentista e del Nicaragua sandinista, a 74 anni Loach firma il suo migliore film bellico, un durissimo atto d'accusa contro le forze alleate dell'Occidente che con la scusa di esportare la democrazia all'estero finiscono col portare anche fanatismo, interessi, sangue e distruzione. L'altra verità è un film a metà strada tra spy-story, buddy-movie e melodramma che ha tutta la forza delle opere migliori del regista britannico: la ricerca della verità, la voglia di riscatto del singolo, la frenesia d'azione, la regia secca e nervosa, lo svolgimento classico e lineare, l'esemplare direzione degli attori, la tensione senza sosta. Nonostante qualche didascalismo, un'epica a tesi e un eccesso di spettacolarizzazione (la scena della tortura è un pugno in faccia allo spettatore), Loach moltiplica i livelli di lettura non solo attraverso dei geniali colpi di scena, ma anche in relazione al tragico percorso esistenziale del protagonista, costretto alla vita consapevolmente schizofrenica di chi dal proprio mestiere ha imparato soprattutto la barbarie. Attraverso il prisma di Fergus la guerra diventa un virus endemico e accecante che non risparmia neppure il privato della persone.    

domenica 17 aprile 2011

Moana

anno: 2009       
regia: PEYRETTI, ALFREDO
genere: biografico
con Violante Placido, Fausto Paravidino, Gaetano Amato, Michele Venitucci, Giorgia Wurth, Elena Bouryka, Cosimo Fusco, Giuseppe Soleri, Augusto Zucchi
location: Italia       
voto: 2

Se non fosse morta di cancro a soli 33 anni, nel 1994, la pornostar Moana Pozzi probabilmente sarebbe finita nel tritacarne del sistema massmediatico e consegnata al vuoto pneumatico della memoria, in accordo con il suo personaggio. Invece in un gallinaio di indicibile livello che ha portato persino Ilona Staller in parlamento, la showgirl genovese passava per una donna tutta d'un pezzo, intelligente e capace (qualcuno disse persino colta). Miti d'oggi, costruiti sull'indecifrabilità del nulla: la Pozzi fu una donna ambiziosissima, incapace di guardarsi allo specchio al di là dei centimetri di carne. E' per questo che il misero tentativo di mettere nelle mani di un regista da strapazzo un filmetto autobiografico (Amami) che sperava le potesse permettere di uscire a testa alta dal mondo a luci rosse o la candidatura per il partito dell'amore o, ancora, la redazione di un libro di memorie in cui metteva in fila le performance sessuali dei suoi numerosissimi amanti (qui vengono citati Craxi e Tardelli) sono, più che un indizio, la prova inconfutabile della sua tracotanza. Il film tv diretto da Alfredo Peyretti ne ricostruisce la traiettoria biografica, dai contrasti giovanili in famiglia per via della sua precoce spudoratezza al primo contatto casuale col mondo dell'hard core, fino all'entrata a pieno titolo nel firmamento del mondo a luci rosse, la rivalità con Cicciolina, il rapporto col manager Schicchi (Paravidino), il matrimonio segreto, le frequentazioni a dir poco losche. Violante Placido interpreta la parte principale mantenendosi sempre sui registri di un soft patinato, contornata da attori che non potrebbero neppure fare i figuranti in una telenovela. 180 minuti di racconto monocorde per una storia di vita di scarsissimo interesse.    

venerdì 15 aprile 2011

Habemus papam

anno: 2011       
regia: MORETTI, NANNI
genere: commedia
con Michel Piccoli, Nanni Moretti, Margherita Buy, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Francesco Graziosi, Camillo Milli, Roberto Nobile, Ulrich Von Dobschütz, Gianluca Gobbi, Camilla Ridolfi, Leonardo Della Bianca, Dario Cantarelli, Manuela Mandracchia, Rossana Mortara, Teco Celio, Roberto De Francesco, Chiara Causa, Mario Santella, Tony Laudadio, Enrico Ianniello, Cecilia Dazzi, Lucia Mascino, Maurizio Mannoni, Massimo Verdastro, Giovanni Ludeno, Giulia Giordano, Francesco Brandi, Leonardo Maddalena, Salvatore Miscio, Salvatore Dell'Aquila,  Il Gruppo Diapason, Don Somasiry Jayamanne, Mauro Casanica, Alfredo Cairo, Jelle Bruinsma, Kevin Murray, Erik Merino, Joan Peter Boom, Harold Bradley
location: Italia       
voto: 5

Aridatece Michele Apicella! Sono ormai vent'anni - dai tempi di Palombella rossa - che il più blasonato dei nostri registi sembra avere smarrito quella genuinità e quella cattiveria che gli hanno fatto conquistare meritatissimi allori tra pubblico e critica. Da allora sono passati due film marcatamente autobiografici, qualche cortometraggio e un brusco cambio di registro arrivato con La stanza del figlio, premiato a Cannes. Ne Il caimano la materia filmica era sovrabbondante ma almeno ci ha regalato un finale profetico (eravamo nel 2006). Habemus papam sembra indicare il punto di non ritorno verso quell'imborghesimento che lo stesso Moretti, in occasione di un celebre duello televisivo con Monicelli, stigmatizzava. I suoi film girati nel XXI secolo, quando non si chiudono nel privato, guardano a personaggi singoli, per quanto di enorme potere. Stavolta è il turno del cardinale Melville (Piccoli), eletto papa suo malgrado all'indomani della scomparsa di Karol Wojtyla. L'uomo tentenna, punta i piedi, costringe il segretario di Stato vaticano (Stuhr) a una messinscena per sedare la spasmodica attesa dei fedeli, viene messo in contatto con un celebre psicanalista (lo stesso Moretti) che finisce "recluso" all'interno del Vaticano mentre il caso passa nelle mani della ex moglie del terapeuta (Buy).
Grande dispendio di mezzi e raffinatezza non bastano per fare un film sul tema della responsabilità che non affonda mai un colpo, è talmente benevolo con i cardinali da farli sembrare dei bonaccioni totalmente disinteressati al potere e smembra il film radicalmente in due parti: una in cui va in scena il disagio esistenziale del neo-pontefice; l'altra, decisamente più faceta, in cui Moretti si prende la scena a suon di battute, lasciandoci intravedere ciò di cui potrebbe ancora essere capace se soltanto smettesse di addomesticare quell'ego che ha prodotto in passato risultati sopraffini.    

mercoledì 13 aprile 2011

The Next Three Days


anno: 2011       
regia: HAGGIS, PAUL  
genere: noir  
con Russell Crowe, Elizabeth Banks, Brian Dennehy, Lennie James, Olivia Wilde, Ty Simpkins, Helen Carey, Liam Neeson, Michael Buie, Moran Atias, Remy Nozik, Jonathan Tucker, RZA  , Jason Beghe, Tyrone Giordano, Sean Huze, Nazanin Boniadi, Kevin Corrigan, Lauren Haggis, Leslie Merrill, Rachel Deacon, Denise Dal Vera, Kaitlyn Wylde, Allan Steele, Peyton Grace Allen, Derek Cecil, Aisha Hinds, Brenna McDonough, James Ransone, Daniel Stern, Trudie Styler  
location: Usa      
voto: 7

Dopo una lite con la sua capoufficio e una seconda lite con un'amica a cena, la serata di Laura Brennan (Banks) si conclude malissimo: la polizia irrompe in casa sua davanti agli occhi attoniti di suo marito John (Crowe) e ai pianti del figlio per ammanettarla con l'accusa di omicidio proprio ai danni della capoufficio. Nonostante le prove sembrino schiaccianti, John è convinto della sua innocenza e si industria per farla evadere dalla prigione a qualsiasi costo, trasformandosi da professore universitario in killer.
Remake del francese Pour elle, diretto dal giovane Cavayé e interpretato da Vincent Lindon, il film sceneggiato e diretto da  Paul Haggis tiene sempre altissima la quota adrenalinica, sfiora a più riprese l'implausibile e lascia fino all'ultimo lo spettatore nel dubbio tra colpevolezza e innocenza della donna. Quanto basta per confezionare un noir di buona fattura e mandare a spasso il cervello per un paio d'ore.    

lunedì 11 aprile 2011

C'è chi dice no

anno: 2011       
regia: AVELLINO, GIAMBATTISTA
genere: commedia
con Luca Argentero, Paola Cortellesi, Paolo Ruffini, Myriam Catania, Claudio Bigagli, Marco Bocci, Roberto Citran, Massimo De Lorenzo, Chiara Francini, Edoardo Gabbriellini, Harriet MacMasters-Green, Max Mazzotta, Isabelle Adriani, Giorgio Albertazzi
location: Italia       
voto: 7

In occasione di una cena tra ex compagni di scuola tre amici fiorentini, precari a causa di qualche raccomandato figlio di papà che ha soffiato loro il posto, si coalizzano per una rappresaglia: ognuno di loro - questo è il piano - avrà in "cura" il raccomandato dell'altro. Quando tutti e tre sono a un passo dall'ottenere ciò che spetterebbe loro, le cose si complicano a causa di due poliziotti zelanti. Ma i tre amici continueranno a dire no ai soprusi dei raccomandati.
Dopo aver fatto squadra con Ficarra e Picone in un cinema comico tanto aggraziato quanto annacquato, Giambattista Avellino firma il suo primo lungometraggio in solitaria con una commedia dal ritmo brillante, garbata e con diverse trovate originali, che non manca di centrare il bersaglio etico-pedagogico grazie a un messaggio equilibrato, capace di calibrare vigore morale e rigore giudiziario. Peccato per qualche venatura di buonismo in eccesso.    

domenica 10 aprile 2011

Unstoppable - Fuori controllo

anno: 2010       
regia: SCOTT, TONY
genere: dramma catastrofico
con Denzel Washington, Chris Pine, Rosario Dawson, Ethan Suplee, Kevin Dunn, Kevin Corrigan, Kevin Chapman, Lew Temple, T.J. Miller, Jessy Schram, David Warshofsky, Andy Umberger, Elizabeth Mathis, Meagan Tandy, Dylan Bruce, Jeff Hochendoner, Ryan Ahern, Christopher Lee Philips, Kevin McClatchy, Toni Saladna, Patrick McDade, Bill Laing, Scott A. Martin, Richard Pelzman, Lissa Brennan, Barry Ben Sr., Heather Leigh, Carla Bianco, Keith Michael Gregory, L. Derek Leonidoff, Aisha Hinds, Khalio Walker, Gilda Estelle Chestney, Kam Bott, Kevin Bott, Max Schuler, Gretchen Bluemle, Diane Jonardi, Corey Parker Robinson, Christopher Stadulis, Alicia Murton, David Flick, Jeff Wincott, Nathan Hollabaugh, Rebecca Harris, Mike Clark, William Ward III, Jennifer Boresz, Victor Gojcaj, Maxx Hennard, Joe Coyle, Dihlon McManne, Charles Van Eman, Joshua Elijah Reese, Tom Stoviak, Ellen Gamble, Shelby Camptella, John D. Leonard, Thomas Riley, Jeremiah Fragale, Jason McCune, Adrienne Wehr, Adam Kroloff, Jake Andolina, Jarrod DiGiorgi, Tami Dixon, Sean Derry, Amy Arce, Matthew J Cates, Rick Chambers, Chase Ellison, Juan M. Fernández, Steve Gonzales, Rick Rader, Carly Steel, Warren Sweeney, Stephen Taylor, Stephen Nelson, Brian Michael Morrow
location: Usa       
voto: 5

Tony Scott sembra un bambinone in un negozio di giocattoli: lui si ferma sempre nel reparto dove trova quelli più chiassosi. Il fratello del ben più noto e dotato Ridley non aveva nemmeno fatto a tempo a terminare le riprese di Pelham 1-2-3 che lo ritroviamo subito al lavoro con un copione similissimo al precedente che la dice lunga sulla fantasia del regista. Lì un convoglio della metropolitana, qui un treno che, a causa di un assurdo errore umano, percorre chilometri a tutta velocità sulle strade della Pennsylvania con un carico di sostanze nocive che potrebbero rivelarsi disastrose. I responsabili del traffico su rotaia vorrebbero fermarlo ad ogni costo, i proprietari della compagnia non ne vogliono sapere di un'eventuale perdita causata dal deragliamento ma alla fine la soluzione la troveranno un veterano delle ferrovie prossimo alla pensione anticipata (Washington) e un novellino in piena crisi familiare (Pine).
Alla stregua di tutta la sua produzione cinematografica, Tony Scott confeziona il consueto film fracassone che non guarda tanto per il sottile ai caratteri e alla plausibilità della messa in scena, nonostante la vicenda sia ispirata a una storia vera. Da film che hanno come unico obiettivo quello di mandare in vacanza il cervello e che rimangono sideralmente lontani dai capolavori del genere (a cominciare da A 30 secondi dalla fine) ti aspetti un po' più di ritmo e meno sbrodolamenti a suon di baci e abbracci.    

venerdì 8 aprile 2011

Boris il film

anno: 2011       
regia: CIARRAPICO, GIACOMO * TORRE, MATTIA * VENDRUSCOLO, LUCA 
genere: grottesco
con Francesco Pannofino, Carolina Crescentini, Caterina Guzzanti, Alessandro Tiberi, Antonio Catania, Pietro Sermonti, Ninni Bruschetta, Alberto Di Stasio, Paolo Calabresi, Carlo De Ruggieri, Roberta Fiorentini, Luca Amorosino, Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo, Andrea Sartoretti, Giorgio Tirabassi, Paolo Bessegato, Massimo Popolizio, Claudio Gioè, Thomas Trabacchi, Eugenia Costantini, Vanni De Lucia, Rosanna Gentili, Monica Samassa, Vanessa Compagnucci, Massimiliano Bruno, Adelmo Togliani, Karin Proia, Federico Pacifici, Lavinia Biagi, Ivan Urbinati, Barbara Folchitto 
location: Italia       
voto: 2

Un regista in crisi (Pannofino), avvezzo alle serie televisive, ha l'occasione per fare il grande salto passando al cinema per portare su pellicola il bestseller di Rizzo e Stella, La casta. L'idea geniale sta nel trasformare il copione originale in un cinepanettone a base di peti e scurrilità.
Che tristezza dover constatare che la critica cinematografica e televisiva (il film ha la sua origine dalla serie andata in onda su Sky) plauda a un'operazione che vorrebbe mettere alla berlina il mondo del cinema e che invece ha soltanto le unghie spuntate. Troppo facile cercare la via della satira essendo più trash del trash, troppo facile averne per tutti - da Ozon ai registi di sinistra, dagli arrampicatori alle dive incapaci fino al cinema più biecamente commerciale - senza nessun distinguo. La caduta nel qualunquismo è inevitabile, la trivialità è in formato extra-large e le risate non arrivano mai.    

mercoledì 6 aprile 2011

Sorelle Mai

anno: 2010       
regia: BELLOCCHIO, MARCO  
genere: drammatico  
con Pier Giorgio Bellocchio, Elena Bellocchio, Donatella Finocchiaro, Letizia Bellocchio, Maria Luisa Bellocchio, Gianni Schicchi, Alba Rohrwacher, Valentina Bardi, Silvia Ferretti, Irene Baratta, Alberto Bellocchio, Anna Bianchi  
location: Italia       
voto: 3

Vacanze (mentali) in Val Trebbia per Marco Belloccio, che ha pensato bene di tradurre in un film i corsi di regia che da diversi anni tiene per il laboratorio Fare Cinema a Bobbio, in Emilia. Ad accompagnare l'audace quanto insipida e intimista operazione del regista c'è buona parte del parentado, dalle zie ai figli, più qualche amica di lungo corso come Donatella Finocchiaro. La storia - si fa per dire - è quella di Giorgio (Piergiorgio Bellocchio) e Sara (Finocchiaro), fratelli con aspirazioni artistiche, che occasionalmente si incrociano a Bobbio, dove vivono le zie e dove Sara tiene regolarmente parcheggiata la figlia Elena (Elena Bellocchio). Tra il 1999 e il 2009 sogni e speranze si eclissano, per lasciare il posto ai più duri problemi della vita di tutti i giorni.
Girato in digitale, il film di Bellocchio è interessante da un solo punto di vista: quello della trasformazione dei corpi. Per il resto si tratta di un'operazione carica di albagia, sostanzialmente inespressiva, infarcita di momenti - come quello, lunghissimo, del collegio dei docenti che deve decidere sulla sorte di un ragazzo - completamente fuori registro e un'improvvisazione fine a se stessa che non regge alla prova del montaggio.    

martedì 5 aprile 2011

Sherlock Holmes

anno: 2009    regia: RITCHIE, GUY 
genere: poliziesco 
con Robert Downey Jr., Jude Law, Rachel McAdams, Mark Strong, Eddie Marsan, Robert Maillet, Geraldine James, Kelly Reilly, William Houston, Hans Matheson, James Fox, William Hope, Clive Russell, Oran Gurel, David Garrick, Kylie Hutchinson, Andrew Brooke, Tom Watt, John Kearney, Sebastian Abineri, Jonathan Gabriel Robbins, James A. Stephens, Terry Taplin, Bronagh Gallagher, Ed Tolputt, Joe Egan, Jefferson Hall, Miles Jupp, Marn Davies, Andrew Greenough, Ned Dennehy, Martin Ewens, Amanda Grace Johnson, James Greene, David Emmings, Ben Cartwright, Chris Sunley, Michael Jenn, Timothy O'Hara, Guy Williams, Peter Miles 
location: Regno Unito       
voto: 6,5

Declinato in tutte le salse possibili, a Sherlock Holmes - la creatura letteraria partorita dalla mente di Sir Arthur Conan Doyle - mancava questa versione parafumettistica che giusto un enfant terribile con Guy Pearce avrebbe potuto partorire. Il film non ha il respiro di una ricostruzione pseudobiografica degna di Pontiggia né l'andamento del poliziesco classico. Piuttosto, traghetta il più noto investigatore privato d'Oltremanica in una spy-story da superoe, mettendo in campo il conflitto dialettico tra la ragione e la metafisica della magia. Ai dioscuri Holmes (Downey Jr.) e Watson (Law), il medico inseparabile, Lord Blackwood (Strong) fornisce un compito piuttosto impegnativo, riuscendo a simulare spettacolari tocchi di magia per far credere alla popolazione londinese, terrorizzata, di avere dei poteri soprannaturali. Ma il fiuto di Holmes riuscirà a smascherarlo.
A suo modo, il film di Ritchie può essere considerato un capolavoro per come traduce sul piano filmico gli stupefacenti processi logico-mentali del protagonista e per la qualità delle riprese, le invenzioni visive, i colori saturi, l'inventiva del racconto avventuroso. Chi ama questi fumettoni scoppiettanti vedrà il film dell'ex marito di Madonna come un ottimo film di genere, a cui va riconosciuta l'innovatività del linguaggio e la capacità di saper rischiare; per chi invece è più attento ai contenuti che alla forma si tratterà solo di un piacevole diversivo.    

domenica 3 aprile 2011

Il silenzio dell'allodola

anno: 2005   
regia: BALLERINI, DAVID
genere: biografico
con Ivan Franek, Marco Baliani, Anna-Maria Gherardi, Alberto Caneva, Fabio Troiano, Augusto Zucchi, Pietro Ragusa, Flavio Bucci, Alberto Hoiss
location: Italia, Irlanda, Regno Unito       
voto: 4

Libero riadattamento dell'assurda vicenda di Bobby Sands, scrittore nordirlandese attivista dell'IRA, morto in carcere appena 27enne nel 1981 dopo uno sciopero della fame durato 66 giorni. Girato interamente all'interno dell'istituzione penitenziaria, il film manca di qualsiasi riferimento alla realtà storica di quel periodo che non sia quello di qualche prima pagina dei giornali dalla quale si evince la forza dei movimenti di protesta di Belfast nei confronti della corona d'Inghilterra. L'opera di David Ballerini finisce così col sembrare un qualsiasi film di ambientazione carceraria, una sorta di esperimento di Zimbardo che, pur lasciando la violenza sempre fuori dal campo visivo, racconta ostinatamente il sadismo dei laidi superiori (con qualche caduta di stile sui rapporti omosessuali ai vertici, tanto pruriginosi quanto gratuiti) in una sorta di edizione in minore di quel bel film sugli anni terribili del franchismo che è Salvador - 26 anni contro. Pur avendo dalla sua una fotografia (di Lorenzo Adorisio) impeccabile capace di inquadrature assai originali e un eccellente lavoro sul sonoro, il regista firma un'opera fredda, cerebrale, che - nonostante gli encomiabili intenti di denuncia - sembra cercare una cifra autoriale ed estetizzante a tutti i costi, con la colonna sonora che gioca una parte determinante. Dimentica così di assortire un cast adeguato, con Franek che, pur bravo nella sua mutevolezza, è somaticamente lontanissimo dal vero Bobby Sands, e un gruppo di comprimari che anziché trovarsi a Belfast sembra muoversi tra la Madonnina e Piazza San Marco.