mercoledì 29 febbraio 2012

The artist

anno: 2011       
regia: HAZANAVICIUS, MICHEL
genere: commedia
con Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell, Penelope Ann Miller, Missi Pyle, Beth Grant, Ed Lauter, Joel Murray, Bitsie Tulloch, Ken Davitian, Malcolm McDowell, Basil Hoffman, Bill Fagerbakke, Nina Siemaszko, Stephen Mendillo, Dash Pomerantz, Beau Nelson, Alex Holliday, Wiley M. Pickett, Ben Kurland, Katie Nisa, Katie Wallack, Hal Landon Jr., Cleto Augusto, Sarah Karges, Sarah Scott, Maize Olinger, Ezra Buzzington, Fred Bishop, Stuart Pankin, Andy Milder, Bob Glouberman, David Allen Cluck, Kristian Francis Falkenstein, Matt Skollar, Annie O'Donnell, Patrick Mapel, Matthew Albrecht, Harvey J. Alperin, Lily Knight, Clement Blake, Tasso Feldman, Christopher Ashe, Adria Tennor, Cletus Young, J. Mark Donaldson, Brian J. Williams, Andrew Ross Wynn, Jen Lilley, Brian Chenoweth, Tim De Zarn, Uggie
location: Usa
voto: 7

L'idea di partenza sta tra i paradossi di Escher, l'anello di Möbius e la bottiglia di Klein: un film muto che - nell'epoca del sonoro - parla della scomparsa del muto e dell'avvento del sonoro. Pura fantascienza. A dirigerlo è un regista francese controcorrente, semiesordiente, premiato con un diluvio di statuette a Hollywood. Si tratta di Michel Hazanavicius, che in piena epoca di esplosione del cinema in 3 dimensioni torna all'antico con un film muto (ma c'è la colonna sonora, e che colonna sonora!) e in bianco e nero. La storia è risaputa, non fosse altro che per il fatto di ricalcare, con le dovute differenze, grandi classici che vanno da Luci della ribalta a Viale del tramonto. Siamo nel 1927 e George Valentin (Dujardin) è un divo del cinema. Una della sue fan, Peppy Miller (Bejo), in meno di un lustro passa dal ruolo di comparsa a stella di prima grandezza nel firmamento hollywoodiano. George, che non crede nell'innovazione del sonoro, è destinato a un amaro quanto inesorabile declino.
Il plot narrativo è ben poca cosa, condito con i più scontati ingredienti da commedia rosa. Ciò che invece convince pienamente sono le scelte di regia, gli intarsi sonori, un irresistibile cane ammaestrato e il sorriso trascinante di Jean Dujardin, che ha fatto incette di premi, dall'Oscar a quello per la migliore interpretazione maschile a Cannes.
Il film si è anche aggiudicato l'Oscar 2012 come miglior film, regia, costumi e colonna sonora.    

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