sabato 30 marzo 2013

Hitchcock

anno: 2012   
regia: GERVASI, SACHA
genere: biografico
con Anthony Hopkins, Helen Mirren, Scarlett Johansson, Danny Huston, Toni Collette, Michael Stuhlbarg, Michael Wincott, Jessica Biel, James D'Arcy, Richard Portnow, Kurtwood Smith, Ralph Macchio, Kai Lennox, Tara Summers, Wallace Langham, Paul Schackman, Currie Graham, Spencer Garrett, Terry Rhoads, Tom Virtue, Karina Deyko, Steven Lee Allen, Richard Chassler, Frank Collison, Melinda Chilton, Mary Anne McGarry, Jon Abrahams, Gil McKinney, Emma Jacobs, Spencer Leigh, Sean MacPherson, Gerald V. Casale, Tara Arroyave, Judith Hoag, Josh Yeo, Danielle Burgio, John Lacy, Howard Gibson, Josette Prevost, Lorie Stewart, Jaehne Moebius, Ana Matallana, Lindsey Ginter, Paul Henderson, Kay Henderson, Lisa Marie Boiko, Richard Burns, Meredith Claire, Alexia DuBasso, Jonn Faircrest, Gina Fricchione, James R. Gavio, James Henderson, Bruce Holman, Dion W.H. Holt, Jeremiah Hundley, Sebastian Vale, Michael Kurtz, Joseph Martino, Jeremy S. Miles, Jon Renfield, Linda Sans, James Tappan, Jon Thibault, Jason Wingo, Rapunzel, Cynthia Youngblood, Cinderella
location: Usa
voto: 6


Nel 1959, a 60 anni, reduce dai grandissimi successi di La donna che visse due volte e Intrigo internazionale, Alfred Hitchcock decise di alzare il tiro con gli spettatori e di portare in sala un copione più "forte", ai limiti dell'horror. La scelta cadde su Psyco: la Paramount, che grazie a "Hitch" aveva rastrellato miliardi di dollari, sembra non ne volesse sapere e l'ufficio censura fece la voce forte: una donna nuda sotto la doccia, un omicidio a coltellate e una scena di sesso iniziale (che verrà machiavellicamente espunta dal film) sono davvero troppo per un pubblico americano ancora fortemente bacchettone. Così, insieme all'eterna compagna Alma (Mirren), Hitchcock decise di finanziarsi il film da solo, ipotecando persino la casa. Un esempio di quanto il capitalismo fosse incapace, già allora, di assumersi il rischio d'impresa, salvo poi raggranellarne i profitti.
Dopo l'esordio semidocumentaristico sulla band heavy metal degli Anvil, Sacha Gervasi - partito dal libro di Stephen Rebello che ricostruisce la vicenda della produzione di Psyhco - rimane sul solco della biopic con una scelta narrativa coraggiosa e persuasiva: quella di raccontare uno dei più grandi registi di tutti i tempi scegliendo un momento chiave della sua traiettoria artistica (quello che poi l'avrebbe portato al suo massimo successo), tenendo al tempo stesso sullo sfondo il tema delle reciproche gelosie tra Hitchcock e sua moglie. La regia, di impianto assai classico e con alcune buone invenzioni (l'incipit e il finale sono tra i momenti migliori del film), indugia forse un po' troppo sul tentativo di veicolare l'idea che buona parte dell'ispirazione del mago del brivido derivasse dallo scarto tra pulsioni erotiche (l'ossessione per le bionde piuttosto algide) e i diktat di un super-io potentissimo (nonostante Hitchcock fosse goloso e geloso), tradotta sul grande schermo con squarci onirici piuttosto sgraziati. Ma il vero infortunio del film sta nel trucco pesantissimo toccato a Anthony Hopkins, che gli toglie ogni espressività e che con ogni probabilità ha contribuito a far storcere il naso ai distributori, che hanno ripetutamente rinviato l'uscita del film.    

domenica 24 marzo 2013

Italy: Love It, or Leave It

anno: 2012       
regia: HOFER, GUSTAV * RAGAZZI, LUCA
genere: documentario
con Gustav Hofer, Luca Ragazzi, Giuseppe Pugliese, Mary Epifania, Carlo Petrini, Lorella Zanardo, Claudia D'Aita, Carla Girasole, Nichi Vendola, Padre Fedele, Ignazio Cutrò, Loredana Simioli, Andrea Camilleri, Francesco Pascale
location: Italia
voto: 7

Con poche eccezioni (Quando c'era Silvio, Parole sante, Videocracy, Il corpo delle donne), gran parte dei documentari andati in sala a partire dalla fine del secolo scorso - pur con tutti i loro meriti divulgativi e politici - tendono a somigliarsi per il registro malmostoso, la critica al sistema politico-economico, la denuncia sui dissesti del Belpaese, la mancanza di lavoro, le aziende che chiudono, la crisi, il malcostume, il grado zero del sapere e della cultura. Sono gli stessi problemi che pone anche Italy: love it or leave it. Il quale, a differenza di film come Il mio paese e Niente paura, possiede ironia e originalità sufficienti a emergere da un panorama piuttosto monocromatico.
A dirigerlo sono Luca Ragazzi e Gustav Hofer, coppia gay - uno romano, l'altro altoatesino - che deve decidere se lasciare Roma con tutte le sue bellezze e le sue storture, oppure trasferirsi a Berlino. Quasi per scommessa, i due si danno sei mesi di tempo, durante i quali, a bordo della loro 500, fanno un andirivieni continuo per la penisola per dare sostanza e risposte ai loro interrogativi. Eccoli allora scoprire il simbolo dell'Italia industriale in piena crisi, con gli stabilimenti Fiat a rischio chiusura; la Bialetti, altra icona di quello stesso Paese, che ha trasferito i suoi stabilimenti in Romania. È solo la minima parte di un florilegio di aberrazioni e orrori del Belpaese: da Rosarno, fucina di forme di schiavitù moderna, alla convention con i figuranti delle manifestazioni pro-Berlusconi, fino a Predappio, città natale di Mussolini, con i nostalgici che non sanno neppure cose sia l'apologia del fascismo, senza dimenticare le cose che oggi ci rendono famosi nel mondo: i cumuli di immondizia e Napoli, la mafia in Sicilia, gli ecomostri (non si sa se ridere o piangere davanti all'esilarante Festival dell'incompiuto siciliano, a Giarre) e il paesaggio deturpato in gran parte del sud (e non solo), le coste divorate dal cemento in Calabria. I due autori riescono però miracolosamente a mantenere un registro ironico e leggero, a rendere avvincente il loro continuo contraddittorio, a infilare con grande tempestività i bellissimi inserti animati e le interviste a Camilleri, a Lorella Zanardo, a Nichi Vendola e all'onnipresente Carlo Petrini, testimoni e analisti della deriva degli italiani.    

sabato 23 marzo 2013

Il figlio dell'altra (Le fils de l'autre)

anno: 2012       
regia: LEVY, LORRAINE
genere: drammatico
con Emmanuelle Devos, Pascal Elbé, Jules Sitruk, Mehdi Dehbi, Areen Omari, Khalifa Natour, Mahmud Shalaby, Diana Zriek, Marie Wisselmann, Bruno Podalydès, Ezra Dagan, Tamar Shem Or, Tomer Offner, Noa Manor, Shira Naor, Jill Ben David, Yuval Rozman, Lana Attinger, Loai Nofi, Majd Bitar, Nir Avrashi, Shir Friebach, Beni Eldar, Ori Lachmi, Natan Yadlin, Samantha Amouyal, Oum Abed, Michel Taroni, Keppa, Zaki Mevorach
location: Cisgiordania, Israele, Palestina
voto: 6

L'idea di partenza è plausibile e accattivante: durante un bombardamento su Haifa, i dirigenti dell'ospedale dove sono appena nati due bambini - uno israeliano, l'altro palestinese - sono costretti a ordinare una rapidissima evacuazione. Diciotto anni dopo, per caso, una delle due famiglie scopre che il loro figlio (Sitruk) non è davvero loro: durante lo sfollamento il neonato fu scambiato con un altro. Dirlo? Non dirlo al diretto interessato? Il dubbio dura poco e le due famiglie, in un estenuante andirivieni oltre cortina, cominciano a frequentarsi, figli compresi, a dispetto della diffidenze dei due padri e della totale recalcitranza del fratello del ragazzo arabo.
Ennesima declinazione del tentativo di riconciliare gli opposti del conflitto arabo-israeliano, il film della regista francese Lorraine  Lévy, ebrea non praticante, è una via di mezzo tra Totò le heros e Il giardino di limoni: ritmo serrato, narrazione efficacissima, ma anche molti elementi romanzati e implausibili, qualche didascalia di troppo e un finale decisamente edulcorato che stride soprattutto con la capacità di raccontare - ed è questo il merito principale del film - la pressione sociale esercitata sui due diciottenni, che si fa massima quando al ragazzino ebreo viene detto che l'altro, per ragioni genetiche, è più ebreo di lui, che ha mandato la Torah a memoria.    

venerdì 22 marzo 2013

Cirque du soleil: Mondi lontani 3D (Cirque du Soleil: Worlds Away)

anno: 2012       
regia: ADAMSON, ANDREW 
genere: documentario
con Erica Linz, Igor Zaripov, Lutz Halbhubner, John Clarke, Dallas Barnett, Tanya Drewery, Sarah Houbolt, Ascia Maybury, Damien Gordon, Zach Brickland, Iren Goed, Roufan Gan, Pei Pei Lane, Shaowei Xin, Stephen Cooper, Mengkai Shi, James Fletcher, Wenbo Zheng, Mariska du Plessis, Dan Hales, Graham Candy, Mike Baker, Matt Gillanders, Alan Thompson 
location: Usa
voto: 4

James Cameron produce e Andrew Adamson dirige, rigorosamente in 3D. Peccato però che Mondi lontani sia un film completamente senz'anima, un gigantesco zibaldone del meglio che il gruppo fondato a Montreal da Guy Laliberté abbia sfornato in quasi trent'anni di esibizioni condite da clamorosi successi di pubblico. Scenografie sontuose, acrobazie impossibili, torsioni fisiche oltre le possibilità umane, danze aeree e salti da record non bastano a scansare la nettissima sensazione di trovarsi di fronte a un noiosissimo videoclip che si protrae per un'ora e mezza.    

lunedì 18 marzo 2013

Teresa la ladra

anno: 1973       
regia: DI PALMA, CARLO
genere: commedia
con Monica Vitti, Stefano Satta Flores, Isa Danieli, Carlo Delle Piane, Michele Placido, Valeriano Vallone, Luciana Turina, Anna Bonaiuto, Geraldine Hooper, Nazzareno Natale, Denise Peron, Fiorenzo Fiorentini, Franco Diogene
location: Italia
voto: 3,5

Dopo anni passati a dirigere la fotografia di film come Kapò, Divorzio all'italiana, L'armata Brancaleone, Il deserto rosso e Blow-up, Carlo Di Palma passa alla regia per portare sul grande schermo un romanzo di Dacia Maraini, Memorie di una ladra, docu-drama che parte dagli anni del fascismo e arriva alla fine degli anni sessanta. Protagonista ne è la Teresa del titolo, incarnata da Monica Vitti, a lungo compagna nella vita del regista/direttore della fotografia e protagonista di tutti i suoi film (gli altri due sono Qui comincia l'avventura e Mimì Bluette). L'attrice romana interpreta una ragazza sfortunatissima, figlia di un padre manesco, innamorata sempre dell'uomo sbagliato, rimbalzata da un carcere all'altro e poi anche al manicomio sempre per il vizio del furto, impossibilitata fino all'ultimo a ricongiungersi con il figlio. Sembra un melodramma senza consolazione, e in parte effettivamente è così, ma ha il tocco leggero della commedia questo film lavorato su un canovaccio esilissimo (per l'occasione, Kezich ha usato l'aggettivo "stentatissimo") ma impreziosito dalla prova indimenticabile e intensissima di Monica Vitti.    

domenica 17 marzo 2013

Area paradiso

anno: 2012       
regia: ABATANTUONO, DIEGO * TRIVELLINI, ARMANDO  
genere: commedia  
con Diego Abatantuono, Franz (Francesco Villa), Ale (Alessandro Besentini), Ricky Memphis, Rosalia Porcaro, Karin Proia, Maria Jesus Pierabella, Ugo Conti, Gianluca Fubelli, Raul Cremona, Marcello Marziali, Marco Milano, Riccardo Zinna, Cinzia Mascoli, Michele Vasca, Sebastianello Genovese, Isabella Cecchi, Stefano Costantini, Pietro Delle Piane, Alessio Zampetti, Fabrizio Brandi  
location: Italia
voto: 1

Mediaset produce e Abatantuono, in squadra per tanti anni con Medusa & C., dirige per la prima volta. Siamo in un autogrill dalle parti della Toscana, dove un'armata Brancaleone di sfigati si vede prospettare l'ipotesi assai concreta di una chiusura (nei paraggi c'è un autogrill concorrente e le casse di entrambi languono). In mezzo, un andirivieni di strani personaggi, il gestore (Ale) minacciato dalla mafia, il proprietario del terreno (Abatantuono) che non riesce ad allontanarsi nemmeno di qualche chilometro, un pazzo (Franz) che dice sempre la verità, una tettona svampita (Porcaro), un cuoco (Fubelli) che non sa cucinare e un meccanico (Memphis) con la gamba offesa che aspetta da una chat line il grande amore della sua vita.
È impossibile trovare le parole per dire quale insulsaggine sia questo film per la televisione, quale vuoto pneumatico di idee proponga, quanto gli sia del tutto estraneo qualsiasi concetto di scrittura, per non parlare della pretesa di far ridere. Ale & Franz sono avvilenti, Ricky Memphis ricicla l'unico personaggio della sua carriera (se passa da un poliziesco a un melodramma recita sempre nella stessa maniera), Abatantuono fa il piacione e le donne della compagine hanno un talento inversamente proporzionale alla loro avvenenza. Che però non è una ragione sufficiente per guardare questo orrido film.    

sabato 16 marzo 2013

Venuto al mondo

anno: 2012   
regia: CASTELLITTO, SERGIO
genere: drammatico
con Penélope Cruz, Emile Hirsch, Mira Furlan, Pietro Castellitto, Jane Birkin, Saadet Aksoy, Sergio Castellitto, Branko Djuric, Isabelle Adriani, Sanja Vejnovic, Adnan Haskovic, Luna Mijovic, Juan Carlos Vellido, Milan Pavlovic, Moamer Kasumovic, Rijad Gvozden, Emina Muftic, Sven Medvesek, Ermin Sijamija, Luca De Filippo, Mona Muratovic, Mediha Musliovic, Mugdim Avdagic, Igor Zoric
location: Bosnia, Italia
voto: 2


Non ho mai letto un libro di Margaret Mazzantini né, con ogni probabilità, lo farò mai. Un po' per pura diffidenza nei confronti dei best seller della narrativa contemporanea, quasi sempre prodotti massificati di infima fattura; un po' perché suo marito Sergio Castellitto non è uno che ti invita alla lettura del romanzo dopo avere visto i suoi film.
Venuto al mondo è un'opera di sconcertante bruttezza. È la quintessenza del brutto. È il non plus ultra dei luoghi comuni che sfruttano la tragedia della guerra nella ex Jugoslavia per raccontare l'ossessione di una maternità. È il manuale di come gli attori non dovrebbero mai essere diretti (raggiunge picchi di insopportabilità Adnan  Haskovic, nel ruolo di un ambiguo poeta bosniaco) né truccati e di come il cast, al di là dei nepotismi (Pietro Castellitto ha un radioso futuro davanti…), andrebbe scelto con un minimo di cura e non un tanto al chilo. C'è da sentirsi offesi dalle didascalie che il Castellitto regista sparge in giro: natale 1992; la morte di Kurt Cobain; il filmato con Buster Keaton dove si vede il nome dell'attore; lo stupro inverosimile con tanto di trombettista a tenere il ritmo della trombata. È davvero troppo! Tutto questo per raccontare del viaggio di una donna insieme al figlio recalcitrante, a Sarajevo, per andare incontro a un passato nel quale ha perso il grande amore della sua vita (il pessimo Emile Hirsch, perennemente sopra le righe) per ragioni legate, in qualche maniera, alla sterilità di lei. La trama è ben più fitta, una serie di passaggi sono raccontati in modo a dir poco ellittico, la tragedia del conflitto etnico-religioso nella ex Jugoslavia è ridotta a poco meno di una collezione di fotografie e qualche esplosione: tutto è estremamente finto, costruito, artificioso. È un peccato che uno dei migliori attori in circolazione sia anche uno dei più incapaci registi e che si ostini a passare dietro la macchina da presa.    

venerdì 15 marzo 2013

La frode (Arbitrage)

anno: 2012       
regia: JARECHI, NICHOLAS
genere: drammatico
con Richard Gere, Susan Sarandon, Tim Roth, Brit Marling, Laetitia Casta, Nate Parker, Stuart Margolin, Chris Eigeman, Graydon Carter, Bruce Altman, Larry Pine, Curtiss Cook, Reg E. Cathey, Felix Solis, Tibor Feldman, Austin Lysy, Monica Raymund, Gabrielle Lazure, Shawn Elliott, Sophie Curtis, Ted Neustadt, Maria Bartiromo, David Faber, Josh Pais, Paul Fitzgerald, Julian Niccolini, Evelina Turen, Alyssa Sutherland, Paula Devicq, Io Bottoms, Zack Robidas, Betsy Aidem, Sam Kitchin, Glen Lee, Jennifer Lee Crowl, Quinn Friedman, Olivia Salerno, Tyler Turen, Michael Leif O'Brien, Angel Picard-Ami, Jamie Johnson
location: Usa
voto: 7,5

Delitto senza castigo a Wall Street. Robert Miller (Gere) è uno squalo gentile che sta cercando di portare a termine una colossale fusione finanziaria bluffando sui conti aziendali e truccando i libri contabili. Per lui le cose si complicano quando, a causa di un colpo di sonno, ha un incidente in auto in cui perde la vita la sua amante (Casta). Per cavarsi d'impaccio mette in mezzo un ventenne nero (Parker) che ha qualche debito di riconoscenza nei suoi confronti, ma deve vedersela con un poliziotto ostinato (Roth) che negli uomini come lui ritrova tutto il marcio e tutta la crisi di una società intera. Ma una mossa incauta del detective giocherà a favore dello squalo.
Sulla scia di film come Enron, l'economia della truffa e Margin call, l'esordiente Nicholas Jarecki firma un appassionante legal thriller sui colletti bianchi, mostrandoci questi novelli Al Capone dai modi gentili, amati dai media e capacissimi di passare per dei filantropi a colpi di beneficienza. E lo fa mettendo al centro della scena un personaggio a tutto tondo e lasciando intravedere in filigrana una società fortemente classista, dove a rimetterci, spesso, sono ancora i neri.    

giovedì 14 marzo 2013

L'ispettore Martin ha teso la trappola (The laughing policeman)

anno: 1973       
regia: ROSENBERG, STUART 
genere: poliziesco 
con Walter Matthau, Bruce Dern, Louis Gossett Jr., Albert Paulsen, Anthony Zerbe, Val Avery, Cathy Lee Crosby, Mario Gallo, Joanna Cassidy, Shirley Ballard, William Hansen, Jonas Wolfe, Paul Koslo, Louis Guss, Frances Lee McCain, David Moody, Ivan Bookman, Clifton James, Gregory Sierra, Warren Finnerty, Matt Clark, Joseph Bernard, Melvina Smedley, Leigh French, James Klawin, Anthony Costello, John Francis, John Frederick Vick, Wayne Grace, Cheryl Christiansen, James V. Christy, David Belrose, Dawn Frame, Ellan Nance, Lavelle Roby, Hobart Nills Nelson, Gus Bruneman, The San Francisco Strutters 
location: Usa
voto: 3

Qualcuno fa una strage all'interno di un autobus di San Francisco. Tra le vittime c'è un poliziotto che stava pedinando un ricercato. La polizia, come da manuale, brancola nel buio e tra appostamenti, pedinamenti, soffiate, irruzioni in postriboli malfamati, inseguimenti tra guardie e ladri e interrogatori sui generis se ne vanno quasi due ore di film prima di arrivare a un frettoloso finale.
Poliziesco fiacchissimo tratto da un soggetto originale ambientato a Stoccolma, con un Matthau "prestato" ancora una volta dalla commedia al thriller (dopo Mirage e Chi ucciderà Charley Varrick?) ma ai minimi sindacali (qui si limita a masticare gomme americane, a non rivolgere parola ai figli e a dormire separato dalla moglie) e una trama meno che elementare.    

martedì 12 marzo 2013

It might get loud

anno: 2009       
regia: GUGGENHEIM, DAVIS
genere: documentario
con Jimmy Page, The Edge, Jack White
location: Irlanda, Regno Unito, Usa
voto: 4

Il 3 gennaio 2008, in occasione del cinquantenario dell'invenzione della prima chitarra elettrica di massa - quella inventata da Leo Fender - i chitarristi dei Led Zeppelin, degli U2 e dei White Stripes - Jimmy Page, The Edge e Jack White - si sono incontrati per discutere del loro approccio alla chitarra e per strimpellare qualcosa insieme. A metterli insieme, al netto delle reciproche diffidenze ("finirà a pugni", dice White a inizio riprese) è stato il documentarista Davis Guggenheim (Una scomoda verità, Waiting for superman), appassionato di rock, che con questo lungometraggio ha cercato di raccontare "dal di dentro" le diverse mitologie che ammantano il mondo del rock. Ne emergono tre approcci molto diversi, con una relazione radicalmente differente allo strumento. Il vero problema del film è che, al di là del piacere che ciascuno può o non può avere ad ascoltare i rumori prodotti dai tre chitarristi (ma tra Page e gli altri due c'è la fossa delle Marianne), questi qui non hanno davvero nulla da dire e il documentario annaspa tra immagini di repertorio, dichiarazioni d'intenti e ricerche nei cassetti dei ricordi, senza appassionare mai. E allora, più che mai, varrebbe il monito di uno che questi tre se li divora: "shut up'n'play yer guitar". Parola di Frank Zappa.    

lunedì 11 marzo 2013

Megamind

anno: 2010   
regia: McGRATH, TOM
genere: animazione
location: Usa
voto: 6

Rivali fin dai tempi della culla, Megamind e Metro Man incarnano gli opporti: se l'uno è e vuole essere il male assoluto, piccolo, magro e macrocefalo con la faccia bluastra, l'altro è il classico supereroe bello, buono e muscoloso, amatissimo a Metro City. Quando però Metro Man viene tolto di mezzo dal nemico, quest'ultimo dopo un po' si accorge del tedio di una vita in cui nessuno dà filo da torcere alla sua cattiveria. E allora si inventa un nemico ad hoc, Titan, un cameraman ciccione che però ben presto approfitta della situazione e dei superpoteri concessigli per mettere a soqquadro la città. E allora a Megamind, anche per via dell'amore verso una giovane cronista, non rimarrà che transitare dalla parte dei buoni.
Il colosso d'animazione targato Dreamworks ha gli stessi pregi e, soprattutto, gli stessi difetti di tutti gli ultimi prodotti, da Shark tale a Kung fu panda: invenzioni visive pirotecniche, riprese magistrali, animazioni ad altissimo tasso spettacolore ma, al tempo stesso, inconsistenza tematica (il male contro il bene, sai che novità), attorcigliamenti narrativi, banalità da bigino di psicanalisi. Il cinema d'animazione si va facendo sempre più muscolare e sempre più vuoto d'idee. Qui, poi, siamo anche al paradosso che nello stesso periodo in sala è uscito Cattivissimo me: la storia di un cattivo che diventa buono. Praticamente identica.    

sabato 9 marzo 2013

Il Lato Positivo - Silver Linings Playbook

anno: 2012       
regia: RUSSELL, DAVID O.
genere: commedia
con Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Jacki Weaver, Chris Tucker, Anupam Kher, John Ortiz, Shea Whigham, Julia Stiles, Paul Herman, Dash Mihok, Matthew Russell, Cheryl Williams, Patrick McDade, Brea Bee, Regency Boies, Phillip Chorba, Anthony Lawton, Patsy Meck, Maureen Torsney-Weir, Jeff Reim, Fritz Blanchette, Rick Foster, Bonnie Aarons, Ted Barba, Elias Birnbaum, Matthew Michaels, Pete Postiglione, Richard Eklund III, Sanjay Shende, Mihir Pathak, Ibrahim Syed, Madhu Narula, Samantha Gelnaw, Tiffany E. Green, Tal Livshitz, Vlada Semenova, Zhan Paulovich, Svetlana Roosiparg
location: Usa
voto: 6

Affidato alla custodia dei genitori dopo avere passato mesi in una casa di cura psichiatrica per via di una sindrome bipolare, il trenetenne Pat Solatano (Cooper) vorrebbe rifarsi una vita e, soprattutto, riconquistare la moglie dopo che questa lo ha lasciato a seguito del pestaggio a cui Pat ha sottoposto l'amante della donna, colto il flagrante. Per reintegrarlo in una vita "normale", la mamma (Weaver) si limita a coccolarlo mentre il papà (De Niro) vorrebbe solleticare in lui le pigre simpatie per la locale squadra di football. Ma a cambiargli davvero la vita sarà l'incontro con Tiffany (Lawrence, premiata con un Oscar forse eccessivo), una ragazza con qualche problema psichiatrico, trasformatasi in una ninfomane a seguito della morte improvvisa del marito. Saranno le prove in vista di una gara di ballo a rimettere entrambi in pista.
Dopo il classificassimo The fighter, David O. Russell continua a guardare la middle class americana sfornando una commedia ad alto potenziale comico, nella quale svettano i siparietti esilaranti tra genitori e figlio, i rituali scaramantici di papà De Niro (ogni singolo movimento muscolare della sua faccia è il trionfo di un'arte recitativa che sovrasta involontariamente chiunque, nonostante l'ottima prova di tutto il cast), i paradossi dovuti all'impossibilità del protagonista nel nascondere quello che pensa. Una commedia uscita dal romanzo L'orlo argenteo delle nuvole di Matthew Quick, con dialoghi scritti assai bene e momenti di puro spasso.    

giovedì 7 marzo 2013

Pirati dei Caraibi - La maledizione della prima luna (Pirates of the Caribbean: the curse of the black pearl)

anno: 2003   
regia: VERBINSKI, GORE  
genere: avventura  
con Johnny Depp, Geoffrey Rush, Orlando Bloom, Keira Knightley, Jack Davenport, Jonathan Pryce, Lee Arenberg, Mackenzie Crook, Damian O'Hare, Giles New, Angus Barnett, David Bailie, Michael Berry Jr., Isaac C. Singleton Jr., Kevin McNally, Brye Cooper, Lauren Maher, Antonio Valentino, Ben Wilson, Vince Lozano, Trevor Goddard, Christian Martin, Dustin Seavy, Greg Ellis, Martin Klebba, Ben Roberts, Sam Roberts, Vanessa Branch, Ian McIntyre, Owen Finnegan, Mike Babcock, Michael Sean Tighe, Lucinda Dryzek, Dylan Smith, Paul Keith, Paula Jane Newman, Ralph P. Martin, Guy Siner, Zoe Saldana, Treva Etienne  
location: Usa
voto: 5

Nel XVII secolo, per sciogliere un incantesimo che li rende fantasmi ogni volta che c'è la luna piena, i pirati della nave Perla nera, guidati da Barbossa (Rush), cercano una stilla di sangue della persona che deve restituire l'ultimo medaglione legato alla maledizione di Montezuma. Ma il pirata Jack Sparrow (Depp) è determinato a riprendersi la nave che gli appartiene mentre l'esercito di Port Royal si muove a fatica per sedare le intemperanze della bella di corte (Knightley).
Cinema fracassone tutto effetti speciali: gli adolescenti ci vanno a nozze; per un adulto il gioco alla lunga stanca.    

Una vita difficile

anno: 1961   
regia: RISI, DINO 
genere: drammatico 
con Alberto Sordi, Lea Massari, Franco Fabrizi, Lina Volonghi, Claudio Gora, Antonio Centa, Franco Scandurra, Mino Doro, Daniele Vargas, Loredana Cappelletti, Paolini Vanni, Alessandro Blasetti, Salvatore Campochiaro, Enzo Casieri, Alfonsina Cetti, Borante Domizlaff, Carolyn Fonseca, Vittorio Gassman, Kraft Honenlohe Oehringen, Nina Honenlohe Oehringen, Carlo Kechler, Alfredo Lucifero, Valeria Manganelli, Silvana Mangano, Antonio Marrosu, Leo Monteleoni, Bruna Perego, Edith Peters, Piera Pichi, Umberto Raho, Renato Tagliani 
location: Italia
voto: 7,5

Conosciutisi durante la Resistenza,  quando lui era un partigiano e lei una servetta di provincia, Silvio (Sordi) ed Elena (Massari) si amano, si sposano, ma alla fine si lasciano: lei vorrebbe più concretezza e ben altri agi da lui, che invece e rimasto un irriducibile idealista, pervicacemente convinto di poter mostrare prima o poi il suo talento di scrittore. Si ritroveranno anni dopo, quando lui ha subito una metamorfosi radicale che fa capire a Elena quanto fosse importante avere un uomo con ideali così puri.
Uno dei personaggi più memorabili della sterminata galleria di ritratti di un italiano costruita pezzo dopo pezzo da Sordi è il frutto dell'ottimo copione di Rodolfo Sonego e dell'impeccabile regia di Dino Risi. Incredibilmente attuale anche ad anni di distanza, il film si fa ricordare anche per un finale catartico che all'epoca fece storcere il naso a qualche critico.

mercoledì 6 marzo 2013

Anna Karenina

anno: 2012       
regia: WRIGHT, JOE 
genere: sentimentale 
con Keira Knightley, Jude Law, Aaron Taylor-Johnson, Kelly MacDonald, Matthew MacFadyen, Domhnall Gleeson, Ruth Wilson, Alicia Vikander, Olivia Williams, Emily Watson, Tannishtha Chatterjee, Michelle Dockery, Steve Evets, Holliday Grainger, Shirley Henderson, Susanne Lothar, Raphael Personnaz, Alexandra Roach, Pip Torrens, David Wilmot 
location: Russia
voto: 2

Nella Russia del 1874, Anna Karenina (interpretata da una Keira Knightley sempre più ossuta che è un monumento all'anoressia) è la moglie di un ministro assai in vista a San Pietroburgo (Law). La donna prende una cotta per un ufficiale opportunista e mediocre (la cui interpretazione è affidata allo scialbo Aaron Taylor-Johnson), che prima promette e poi fa tutt'altro. Persi i figli e il marito, la donna si troverà con un pugno di mosche in mano.
Specialista nella traduzione di opere letterarie su pellicola (Orgoglio e pregiudizio era tratto da Jane Austen, Espiazione da Ian McEwan), Joe Wright riprende il capolavoro di Tolstoj firmando un'opera pomposa, ambiziosissima, preoccupandosi moltissimo del'impianto scenografico e coreografico (entriamo e usciamo dal teatro della vita) senza curarsi minimamente della pazienza dello spettatore, costretto per due ore ai sussulti e ai palpiti della bella dama in un polpettone assolutamente indigesto.    

martedì 5 marzo 2013

500 Giorni insieme ((500) Days of Summer)

anno: 2009   
regia: WEBB, MARC
genere: sentimentale
con Joseph Gordon-Levitt, Zooey Deschanel, Geoffrey Arend, Chloe Moretz, Matthew Gray Gubler, Clark Gregg, Rachel Boston, Patricia Belcher, Minka Kelly, Olivia Howard Bagg, Yvette Nicole Brown
location: Usa
voto: 5

Lui (Gordon-Levitt) e lei (Deschanel) si conoscono in un ufficio di Los Angeles, dove lui è un architetto che si è riciclato come copywriter e lei una segretaria. Rispetto ai clichè di genere le parti sono invertite: lui si innamora; lei lo tiene a debita distanza e non vuole rapporti impegnati. Passano 500 giorni, avanti e indietro nel tempo, in cui assistiamo ai saliscendi dell'amore. A fare da cornice, le icone della cultura pop contemporanea: gli Smiths, frammenti da Il laureato, i mobili Ikea. Tanta grazia nel racconto, trovate geniali a livello visivo (lo spit screen che mette a confronto la stessa scena nella realtà e secondo le aspettative di lui) ma anche molto di già visto e due attori non proprio all'altezza della situazione.    

lunedì 4 marzo 2013

Come mio padre

anno: 2009   
regia: MORDINI, STEFANO 
genere: documentario 
location: Italia
voto:5

I padri di ieri (quelli degli anni cinquanta) e quelli di oggi visti attraverso lo sguardo dei figli: un ritratto di come si è evoluta (è il caso di dirlo) la figura genitoriale paterna, passando dal ruolo meramente strumentale del padre padrone sostenuto dal diritto di famiglia a una figura più espressiva e complessa, affettivivamente diversa. Stefano Mordini, già regista del trascurabile Provincia meccanica, non va però granché oltre un lavoro di assemblaggio di vecchi materiali.    

sabato 2 marzo 2013

Viva la libertà

anno: 2013       
regia: ANDÒ, ROBERTO 
genere: commedia 
con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Michela Cescon, Anna Bonaiuto, Eric Nguyen, Judith Davis, Andrea Renzi, Massimo De Francovich, Renato Scarpa, Lucia Mascino, Giulia Andò, Stella Kent, Brice Fournier, Olivier Martinaud, Federico Torre, Gianrico Tedeschi 
location: Italia
voto: 7

In occasione delle elezioni ormai prossime, l'uomo di punta del maggior partito della sinistra italiana (Servillo), in caduta libera di consensi, decide di sparire. Il suo portaborse (Mastendrea), non sapendo che pesci pigliare, prima inventa una malattia, quindi lo fa sostituire dal fratello gemello, un filosofo geniale che entra ed esce da una clinica psichiatrica. L'ingresso di quest'ultimo in politica, sotto le mentite spoglie del congiunto - che nel frattempo ha trovato conforto in Francia presso una vecchia fiamma (Bruni Tedeschi) - è un successo trionfale: parole dirette e sincere, bagni di folla, scrosci di applausi. Quanto potrà durare il gioco?
Tratto dal romanzo Il trono vuoto  scritto dallo stesso regista del film Roberto Andò, Viva la libertà è uscito in fretta e furia prima delle elezioni del febbraio 2013 con un portato profetico davvero significativo. In esso si intravedono chiaramente molte delle ragioni legate alla flessione di consensi ai partiti tradizionali, a favore di una politica più schietta e con meno inciuci. Duello di bravura tra Servillo e Mastandrea.    

Fratelli d'Italia

anno: 2009       
regia: GIOVANNESI, CLAUDIO
genere: documentario
con Alin Delbaci, Masha Carbonetti, Nader Sarhan
location: Italia
voto: 5,5

L'immigrazione di seconda generazione esplorata con un trittico che ne racconta le difficoltà di integrazione. Tre episodi che stanno molto più dalla parte del documentario che della fiction (il modello di riferimento è più o meno La classe e c'è da domandarsi come abbia fatto Giovannesi a ottenere tanta autenticità e quante ore abbia dovuto girare per ottenere tanto verismo), tutti ambientati a Ostia, con protagonisti tre studenti del locale istituto tecnico Toscanelli. Nel primo un ragazzo rumeno diventa l'oggetto di discussione tra docenti e discenti per via il suo comportamento antisociale. Nel secondo una ragazza bielorussa è in bilico rispetto alla decisione se raggiungere il proprio fratello di sangue nel paese natale, conosciuto anni dopo essere stata adottata da una famiglia italiana. Il terzo è la prova generale di quello che in seguito sarebbe diventato Alì ha gli occhi azzurri: un sedicenne arabo vive in maniera conflittuale le imposizioni materne in materia di scelte amorose: sua madre infatti non vuole che il ragazzo si metta con una italiana e la lite è sempre dietro l'angolo.
Interessante spunto documentaristico dal piglio zavattiniano, con la macchina da presa a pedinare gioorno e notte i tre protagonisti, ma con esito un po' monocorde (ricorrono la scuola, gli ambienti, le età) per un film che ha comunque il merito di investigare la doppia anima di questi ragazzi che passano con disinvoltura dal vernacolo romanesco agli idiomi dei loro paesi d'origine.    

venerdì 1 marzo 2013

Mi manca Riva. Viaggio di un collezionista di figurine

anno: 2012   
regia: GAGLIARDI, GIUSEPPE
genere: documentario
con Angelo Orlando, Sara De Felici, Riccardo Rossi, Massimiliano Bruno, Francesco Alibrandi
location: Italia
voto: 7

Era il 1960 quando il primo album di figurine raffigurante i calciatori del campionato italiano fece la sua comparsa. L'idea la ebbero due fratelli, edicolanti modenesi, che colsero al volo una delle tante opportunità del boom economico, coniugandola con quella dimensione iconografica che avrebbe avviluppato sempre più la nostra società. Giuseppe Gagliardi, già autore del mockumentary La vera leggenda di Tony Vilar e del pugilistico Tatanka, prova a intrufolarsi nel mondo del collezionismo con un registro che sta tra la seriosità delle testimonianze dello psicologo di turno, dell'AD della Panini o di un collezionista compulsivo come Cristiano Militello e la fiction grottesca in cui un cinquantenne (Orlando) è ossessionato dal bisogno di completare l'album di Mexico 70, al quale manca solo la figurina di Gigi Riva. Operazione riuscita grazie all'efficacia del ritratto di costume e alla dimensione sociologica del fenomeno che lascia intravedere nel collezionismo dei più piccoli il viatico per allevare i bambini ai surrogati del capitalismo fin da piccoli. Né mancano le curiosità, come quella della leggendaria figurina di Pizzaballa, all'epoca introvabile. Un documentario che potrà godersi soprattutto chi quell'universo lo ha vissuto attivamente e che nel film potrà ritrovare i piccoli piaceri dell'infanzia e dell'adolescenza, rivedendoli magari con occhi diversi. Peccato soltanto per la voce sgradevole e i toni inutilmente concitati di un Riccardo Rossi perennemente fuori registro.