venerdì 31 luglio 2015

Take Five

anno: 2013       
regia: LOMBARDI, GUIDO
genere: gangster
con Gaetano Di Vaio, Peppe Lanzetta, Carmine Paternoster, Salvatore Ruocco, Salvatore Striano Gianfranco Gallo, Antonio Pennarella, Antonio Buonomo, Alan De Luca, Marco Mario de Notaris, Esther Elisha, Emanuele Abbate    
location: Italia
voto: 6,5

Un esperto del sistema fognario con enormi debiti di gioco (Paternoster) ha l'idea di penetrare nel caveau di una grossa banca napoletana per saldare finalmente i suoi ammanchi. Suggerisce il piano a un avanzo di galera (Di Vaio) che raduna altri tre complici non proprio raccomandabili per mettere a segno la rapina col buco. Diffidenze reciproche, ambizioni inespresse e un'indomabile avidità determineranno ben altro esito dell'operazione.
Presentato al festival di Roma del 2013 ed arrivato con consistente ritardo nelle sale, Take five (il titolo è preso in prestito da un celeberrimo brano del pianista Dave Brubeck) è un mix tra gangster movie e cinema grottesco con più debiti verso La rapina che nei confronti di Song 'e Napule, sorretto da un'evidente cinefilia che rimanda a I soliti ignoti, Le iene e Gomorra. Se il cast (che, per quanto riguarda i protagonisti, per i quattro quinti è composto da gente con precedenti penali) funziona a meraviglia e le ambientazioni sotterranee sono indovinate, il copione dell'opera seconda del documentarista Lombardi (suo il precedente Là-bas) fa registrare diverse lacune, a cominciare da una diffrazione temporale collocata a forza e da alcuni passaggi a dir poco ellittici.    

mercoledì 29 luglio 2015

Promised Land

anno: 2012   
regia: VAN SANT, GUS Jr.
genere: drammatico
con Matt Damon, Frances McDormand, John Krasinski, Rosemarie DeWitt, Hal Holbrook, Benjamin Sheeler, Terry Kinney, Carla Bianco, Joe Coyle, Dorothy Silver, Titus Welliver, Lexi Cowan, Tim Guinee, Sara Lindsey, Frank Conforti, Garrett Ashbaugh, Jericho Morgan, Max Schuler, August G. Siciliano, Ken Strunk, Karen Baum, Gerri Bumbaugh, Johnny Cicco, Erin Baldwin, Kristin Slaysman, Andrew Kuebel, Matthew Ferrante, Justin Cook, Steven Craven, Bruce Craven, Gene Williams, Dan Anders, Lucas Black, Sandy Medred, Scoot McNairy, Carrington E. Vaughn, Cain Alexander, Joy de la Paz, Lennon Wynn, Payton Godfrey    
location: Usa
voto: 7

Steve Butler (Damon) lavora per la Global Crosspower Solutions, un gigante finanziario nel settore dei giacimenti di gas. Convinto di andare insieme alla collega Sue (MacDormand) a fare la solita sveltina attraverso cui, a gente povera in paeselli rurali depressi, vende promesse in cambio di pochi spiccioli, stavolta Steve si trova davanti all'opposizione di molti membri della cittadina, guidati da un anziano professore (Holbrook) e sorretti, in un secondo tempo, da un attivista di un'associazione ambientalista (Krasinski). La sconfitta del gigante sembra cosa fatta, quando arrivano i colpi di scena.
Ennesima variazione, stavolta in chiave ambientalista, sul tema Davide contro Golia (L'uomo della pioggia, Il diavolo veste Prada, Il giardino di Limoni, solo per citarne qualcuno), Promised land è il miglior film di Gus Van Sant. Tensione narrativa e spiazzanti ribaltamenti di fronte si alternano su un sostrato a forte caratura etica, nel quale serpeggia la trasognata elegia bucolica dell'inurbato capace di ritornare ai sani principi della vita di campagna. Capra docet.    

martedì 28 luglio 2015

Under the Skin

anno: 2013       
regia: GLAZER, JONATHAN  
genere: fantascienza  
con Scarlett Johansson, Jeremy McWilliams, Lynsey Taylor Mackay, Dougie McConnell, Kevin McAlinden, D. Meade, Andrew Gorman, Joe Szula, Krystof Hádek, Roy Armstrong, Alison Chand, Ben Mills, Oscar Mills, Lee Fanning, Paul Brannigan, Marius Bincu, Scott Dymond, Stephen Horn, Adam Pearson, May Mewes, Michael Moreland, Gerry Goodfellow, Dave Acton, Jessica Mance    
location: Regno Unito
voto: 6  

Partiamo da un dato cruciale: il film è tratto da un romanzo di Michel Faber che non ho letto e che difficilmente leggerò prima delle settantatreesima reincarnazione, alla quale peraltro non credo. Ciò detto, diamo pure a Jonathan Glazer, regista non esattamente prolifico (un film nel 2000, Sexy Beast; uno nel 2004, Birth - Io sono Sean e infine questo), il beneficio d'inventario sulla trama, che è a dir poco ellittica. ed è questa: un'aliena con le sembianze di Scarlett Johansson arriva sul nostro pianeta. Guida un furgoncino col volante a destra, dettaglio che insieme ad altri ci suggerisce che siamo in Scozia. Qui abborda uomini soli per poi farne non si sa bene cosa, comunque qualcosa per assemblare pezzi dalle sembianze umane. Priva di emozioni, l'aliena comincia a intenerirsi ed ad avere paura, prima del finale che apparecchia l'unica vera scena da fantascienza che non sia girata come un videoclip.
Disarmante nella reiterazione continua dello stesso modulo abbordaggio-passaggio in auto-scomparsa della vittima, e a tratti irritante nel suo estetismo oleografico ed algido, questa pellicola a fortissima caratura notturna e cerebrale si fa tuttavia apprezzare per la carica di tensione e l'aura straniata di mistero che infonde nel 104 minuti di durata. Con una Johansson al alto impatto goniometrico, generosamente esposta alla macchina da presa e alcune scene criptiche che si risolvono in un magma amniotico.    

domenica 26 luglio 2015

Se Dio vuole

anno: 2015       
regia: FALCONE, EDOARDO
genere: commedia
con Marco Giallini, Alessandro Gassman, Laura Morante, Ilaria Spada, Edoardo Pesce, Enrico Oetiker, Carlo De Ruggeri, Giuseppina Cervizzi, Alex Cendron, Fabrizio Giannini, Urbano Lione, Maurizio Lops, Silvia Manguia
location: Italia
voto: 5

Un facoltoso cardiochirurgo ateo della Roma bene (Giallini) nonostante i quattrini e la fama ha le sue grane: una moglie insoddisfatta (Morante) che beve di nascosto, una figlia imbecille (Spada) sposata con un minus habens (Pesce) ma, soprattutto, un figlio che intende entrare in seminario (De Ruggeri). Per dissuaderlo e fargli prendere la strada degli studi di medicina, il padre è disposto a tutto. La sua missione diventa allora quella di sbugiardare il prete (Gassman) che ha concretizzato la vocazione religiosa di suo figlio. Ma il parroco non ha nulla di losco a suo carico e, tra mosse e contromosse, la sfida tra i due uomini andrà avanti a suon di sorprese.
Dopo il successo di Tutta colpa di Freud, l'esordiente Edoardo Falcone ripropone l'accoppiata vincente Gassman-Giallini per un film che procede a colpi di luoghi comuni, cerchiobottismo che cerca di accontentare tutti (un'infelicissima battuta su De André, chiosata con un brano di Gigi D'Alessio, viene compensata con una canzone di De Gregori sui titoli di coda), anticlericalismo apostata in sottofinale, scrittura bolsa, personaggi tagliati con l'accetta e tutti eccessivamente caricaturali, con un Gassman che ricorda il Cruise di Magnolia e i due figli imbranati nel copione come nella vita (da attori), ma comunque meglio di Laura Morante, alla quale dovrebbe essere impedito di recitare per decreto legge. Eppure, nonostante il mare di deficienze, questa sorta di Peppone e Don Camillo in sedicesimo regge grazie a un ritmo spedito, all'efficacia dei colpi di scena e a qualche trovata comica apprezzabile.    

martedì 21 luglio 2015

Europe for Sale (Europa a vendre)

anno: 2014       
regia: PICHLER, ANDREAS   
genere: documentario   
location: Austria, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia
voto: 6   

La crisi cominciata nel 2008 ha, tra i moltissimi effetti collaterali, quello di avere nettamente ridimensionato la sovranità dei popoli. Al punto che molti governi europei si sono orientati verso la svendita del patrimonio pubblico per risanare i deficit di bilancio con cui politici sempre più dissennati e collusi con i poteri finanziari stanno facendo favori indicibili alle banche.
Andrea Pichler, già documentarista impegnato di Teorema Venezia, ricostruisce alcuni dei casi più clamorosi di tentativi di svendita - per fortuna, non sempre andati a buon fine - del patrimonio pubblico. Le montagne austriache, sulle quali un'azienda vorrebbe apporre il proprio nome in cambio di qualche centinaia di migliaia di euro; il palazzo della Marina a Place de la Concorde, a Parigi, che alcuni improvvidi finanziatori del Qatar avrebbero voluto trasformare in un albergo se non si fossero trovati davanti a una sommossa popolare; il patrimonio boschivo irlandese, che un governo poi dimissionario avrebbe voluto svendere per pochi soldi. In questa carrellata non poteva mancare l'Italia. Da noi il Governo Berlusconi nel 2002 aveva varato un piano per la messa all'asta di tutto il patrimonio immobiliare pubblico, Colosseo compreso, sul cui restauro ha poi messo la firma Diego Della Valle, in apparenza senza richieste di ritorni pubblicitari. Su sponde opposte una all'altra, anche Grecia e Germania si trovano nella stessa situazione. Se da una parte si è cercato di vendere i paradisi incontaminati di Corfù, dall'altra c'è voluta l'ennesima alzata di scudi da parte del popolo per evitare la dismissione del valore storico del muro di Berlino. Pregnante nei contenuti, il film inchiesta di Pichler è fragile nella forma, con la voce off dell'autore contraddistinta da un fastidioso rotacismo, e svogliato nell'assemblaggio dei materiali.    

lunedì 20 luglio 2015

Nymphomaniac vol. II

anno: 2013   
regia: VON TRIER, LARS  
genere: erotico  
con Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Shia LaBeouf, Jamie Bell, Christian Slater, Willem Dafoe, Mia Goth, Sophie Kennedy Clark, Michael Pas, Jean-Marc Barr, Udo Kier, Ananya Berg, Morgan Hartley, Andrea Thompson, Tine Burn, Tabea Tarbiat, Janine Romanowski, Lawrence Sheldon, Ivan Pecnik, Jonathan Sawdon, Christopher Craig, Jacob Levin-Christensen, Kookie, Shanti Roney, Papou, Nicole Sandweg, Kate Ashfield, Lien Van de Kelder, Laura Christensen, Sarah Soetaert, Sami Loris, Caroline Goodall, Tania Carlin, Christine Urspruch, Daniela Lebang, Omar Shargawi, Marcus Jakovljevic, Conny Dachs, Severin von Hoensbroech, Maja Arsovic  
location: Regno Unito
voto: 8  

Chissà cosa ci avrebbe mostrato Lars Von Trier se nelle sale cinematografiche fosse arrivata la versione originale di Nymphomaniac, ridotta a due episodi di due ore ciascuno dalle 9 ore originali. Già, perché nella seconda parte di questo dittico il regista danese alza la posta. Il racconto della donna (Gainsbourg) soccorsa da un erudito (Skarsgård) che vive la sua ascesi tra i libri si rimpingua di nuovi capitoli nei quali la ricerca forsennata del piacere si fa sempre più estrema, fino a spostarne i limiti sulla soglia dell'anorgasmia, della tortura fisica, delle lacerazioni clitoridee. Ancora più filosofico dell'episodio precedente, con momenti di scrittura altissima che spaziano tra teologia, letteratura e aneddotica da superbo storytelling in un continuo andirivieni tra alto e basso che dalla pittura di Andrej Rublev arriva fino alle pistole di James Bond, il secondo capitolo di questo coraggiosissimo dittico trova una complessa chiave di lettura sulla potenza dirompente della sessualità, analizzando in filigrana le differenze di genere, la repressione della sessualità come espressione del perbenismo borghese, la dialettica tra eros e thanatos, senza mai debordare nella pornografia. Molto "scritto", con meno elementi meta narrativi rispetto a Nymphomaniac volume I e con dialoghi da applausi, al film va anche riconosciuta la potenza drammaturgica, con scene madri dirompenti come quella del gruppo di auto aiuto di donne sessodipendenti, come la digressione sul nodo di Prusik, come il tentativo di tenere a bada gli impulsi sessuali incerottando anche i rubinetti per via della loro forma inevitabilmente fallica, o come il finale che non ti aspetti e che ribadisce il concetto di imprevedibilità dell'eros in un quadro di torbido nichilismo.    

venerdì 17 luglio 2015

Anastasia mio fratello

anno: 1973       
regia: VANZINA, STEFANO (STENO)   
genere: commedia   
con Alberto Sordi, Richard Conte, Luciano Pigozzi, Edoardo Faieta, Thomas Chu, Franco Angrisano, Feodor Chaliapin Jr., Maria Tedeschi, Ugo Carboni, Mary Dolan, Enzo Monteduro, Umberto Travaglini, Nello Caruso, Joe Anile, Henry Ferrentino, Aldo Bonamano, Giuseppe Caracciolo, Mario Cecchi, Peter Clune, Rik Colitti, Ubaldo Granata, Filippo Laurentino, Richard Conti, Anthony Marciona, Steve Vignari   
location: Italia, Usa
voto: 5   

Dalla Calabria, don Salvatore Anastasia (Sordi) si trasferisce a New York, dove finalmente può conoscere il fratello Alberto (Conte). Magicamente, nel paese a stelle e strisce gli si spalancano tutte le porte a qualsiasi sua richiesta. All'ingenuo prelato ci vorrà del tempo per capire che tutta quella riverenza è dovuta al fatto che il fratello è un temutissimo boss mafioso. Ciò nonostante, riuscirà a impartire a lui e ai suoi accoliti una (parziale) lezione di vita.
Nell'ultimo film girato da Sordi sotto la regia di Steno si vede molto la mano dell'attore romano sulla sceneggiatura, di cui è coautore con Sergio Amidei e Alberto Bevilacqua. Basterebbe pensare alla maniera come viene raccontato il disorientamento dell'emigrato, che richiama in parte Fumo di Londra e che ritroveremo in Un tassinaro a New York. L'Albertone nazionale qui si limita a recitare col pilota automatico e uno zoppicante accento calabrese (spiegabile soltanto con il tributo al romanzo di Don Salvatore Anastasia, dal quale è tratto il film), messi a servizio di un copione moraleggiante e qualunquista.    

giovedì 16 luglio 2015

'71

anno: 2014       
regia: DEMANGE, YANN
genere: thriller
con Jack O'Connell, Sean Harris, Paul Anderson, Sam Reid, Charlie Murphy, Sam Hazeldine, Martin McCann, David Wilmot, Valene Kane, Killian Scott
location: Regno Unito
voto: 8,5

Belfast, 1971. Durante un'ispezione in un quartiere dove nazionalisti cattolici e frange diverse del'IRA si contendono il territorio, due militari, dopo un'intensa sassaiola, vengono accerchiati e linciati. Uno muore; l'altro, Gary Hook (O'Connell) - diciottenne cresciuto in un orfanotrofio con il fratello minore e costretto ad arruolarsi suo malgrado - si trova a passare una notte da incubo in territorio nemico. Tutti lo cercano: i radicali dell'IRA per dargli il colpo di grazia, i nazionalisti cattolici per l'odio vero la corona d'Inghilterra, i moderati per attenuare le tensioni con l'esercito britannico, un alto grado doppiogiochista dell'esercito stesso per farne un martire. Lui viene messo in salvo da un medico che ha passato 20 anni nell'esercito e che lo scambia per un civile: "ricchi coglioni che dicono a stupidi coglioni di uccidere poveri coglioni. Questo è l'esercito", lo istruisce. La sua lezione non potrebbe essere più vera, a giudicare dalla guerra interna all'esercito tra militari dal grilletto facile e caporali dalla testa calda.
Da La moglie del soldato e Una scelta d'amore a Michael Collins, The boxer, Bloody Sunday, Il vento che accarezza l'erba e Hunger, il cinema ha raccontato le vicende legate al separatismo irlandese dell'IRA con un registro tra il didascalico e l'illustrativo. '71, dell'esordiente franco-inglese Yann Demange, parte da un spunto assai simile a Fuggiasco, lo accosta alla teleologia di Salvate il soldato Ryan e lo cala nel registro spettrale di Caccia selvaggia, facendone il miglior film mai visto sul conflitto che ha insanguinato a lungo l'Irlanda del Nord. Da esso emerge, in una chiave dai risvolti attualissimi, l'odio di tutti contro tutti, le contraddizioni interne, l'impossibilità da parte del protagonista di capire di chi fidarsi, l'allucinata metafora antimilitarista. Se i contenuti affiorano con intenti a forte caratura morale, la forma stupisce altrettanto: un apologo antibellico raccontato come un thriller sepolcrale, con molte scene memorabili tra le quali spicca quella dell'accoglienza che i separatisti riservano all'arrivo dei militari inglesi, con le donne che battono per terra alcuni grossi coperchi per segnalare l'arrivo del nemico. Una scena da antologia destinata a rimanere scolpita nella storia del cinema.    

domenica 12 luglio 2015

Focus - Niente è come sembra

anno: 2015       
regia: FICARRA, GLENN * REQUA, JOHN 
genere: drammatico 
con Will Smith, Margot Robbie, Adrian Martinez, Gerald McRaney, Rodrigo Santoro, BD Wong, Brennan Brown, Robert Taylor, Dotan Bonen, Griff Furst, Stephanie Honoré, David Stanford, Dominic Fumusa, Steve Kim, Don Yesso, Juan Minujín, Jano Seitun, Melania Lenoir, Pietro Gian, Justina Bustos, Paula Brasca, Antonella Macchi, Aaron Jay Rome, Armando Leduc, Jon Eyez, Clay Chamberlin, Danny Ladmirault, Chip Carriere, Daniella Short, Frank Monteleone, Alan Sabbagh, Hervé Segata, Jorge Takashima, Pierre Marquille, Nas Mehdi, Federico Bongiorno, Kate Adair, Billy Slaughter, Lindsay Clift, Thomas Francis Murphy, Nicoye Banks, Ruy Gatti, Cacilie Hughes, Alvin Chon, Brett Baker, Taylor Persh, Mariano Bertolini, Scott Michael Jefferson, Billy Louviere, Thomas Thomason, Antonella Saldicco, Joaquín Berthold, Marina Artigas, Dario Dukah, Martin Covert, Apollo Robbins, Michael Dardant, Victor Moran, Eric McMullen, Han Soto, Yeshi Tenzin, Laney Chouest, Darrell Foster, Hilary Ellison Tuttle, Guillermo Miguel, Nina Leon, Nick Reasons, Chris Dieker, Stevie Baggs Jr., Thomas Holley, Walter Prestenberg Jr., Nicholas Harris, Patrick O'Hara, David Haines, Steve M. Hammond, Derrick Townsend 
location: Argentina, Usa
voto: 2,5 

Lui (Smith) è un ladro funambolico, lei (Robbie) vuole imparare il mestiere. Fanno colpi a ripetizione, si innamorano ma lui non vuole grane. Dopo la separazione, si incontrano nuovamente tre anni più tardi, a Buenos Aires, nel giro delle corse automobilistiche. Ma alzano troppo la posta in gioco e rischiano seriamente.
Dopo una commediola innocua come Crazy, stupid, love, Ficarra e Requa tornano al mondo dei truffatori di Colpo di fulmine, con questo film insulso, verboso, volgare, implausibile dall'inizio alla fine e con una sceneggiatura con più buchi di un groviera ma, bisogna, ammetterlo, con un guizzo legato all'influenza inconscia col numero 55. Al gentil sesso non dispiaceranno le insistite esibizioni muscolari di Will Smith, mentre i maschietti saranno ripagati dall'avvenenza gelida di Margot Robbie, attricetta inconsistente e inspiegabile sex-symbol hollywoodiano, doppiata in maniera insopportabile da Domitilla D'Amico, una delle voci più stridule e sgraziate mai sentite nel nostro cinema.    

sabato 11 luglio 2015

Sunshine Superman - The journey of Donovan

anno: 2008   
regia: ROSSACHER, HANNES 
genere: documentario 
con Donovan, Astrella Celeste, Linda Lawrence 
location: Giappone, Grecia, Irlanda, Regno Unito, Usa
voto: 6 

Una sua apparizione negli studi televisivi della BBC, nel 1965, fece di Donovan Leitch (ma il cognome non viene mai esplicitato in questo documentario che ne ricostruisce vita e carriera) "la risposta britannica a Bob Dylan". Voce nasale, chitarra e armonica a bocca, testi impegnati e antimilitaristi, ballate intimiste e canzoni d'amore: gli ingredienti c'erano tutti per fare di questo scozzese di Glasgow una delle stelle più luminose degli anni Sessanta. Il film che ne racconta la parabola che lo vide eclissarsi per quasi un ventennio (negli anni Ottanta e Novanta Donovan non pubblicò quasi nulla e fu costretto a ricominciare a suonare in piccoli locali, un po' come accadde al nostro Claudio Lolli dopo il successone di Ho visto anche degli zingari felici) ha un'impostazione molto classica che si basa su una lunghissima intervista solcata da molte immagini di repertorio che ben documentano le diverse vicende, tanta musica (immancabili Colors, Universal soldier, Happiness runs, Season of the witch e moltissimi altri hits) e dalla testimonianza di Linda Lawrence, la donna che sposò nei Sessanta.
Quella raccontata è una storia fatta di enorme successo ma anche di rovinose cadute (il fisco gli diede la caccia e Donovan fu costretto a trasferirsi in Giappone), delle influenze provenienti tanto dalla beat generation quanto da forme di misticismo orientale (un'ampia pagina del documentario è dedicata al viaggio in India con i Beatles). Nel film ci sono anche la partecipazione di Donovan ai grandi raduni rock, la lunga parentesi di vita trascorsa in Grecia, il tentativo di rinnovarsi anche come autore di colonne sonore (il nostro Zeffirelli lo volle per Fratello sole, sorella luna, ma Donovan scrisse anche la colonna sonora de Il pifferaio di Hamelin, nel quale interpretava una parte, e di Poor cow, film d'esordio di Ken Loach). Poi la decisione di ritornare a vivere di tornare a vivere in Europa, in Irlanda stavolta, dopo la lunghissima parentesi sulla costa pacifica degli Stati Uniti, a contatto con un music business volubile e scontroso, che ormai non lo voleva più. Raccomandato solo ai fan di canzoni come Catch the Wind, Mellow Yellow, Hurdy Gurdy Man, Jennifer Juniper e Atlantis o a nostalgici degli anni Sessanta.    

giovedì 9 luglio 2015

Melbourne

anno: 2014       
regia: JAVIDI, NIMA   
genere: drammatico   
con Payman Maadi, Negar Javaherian, Mani Haghighi, Shirin Yazdanbakhsh, Elham Korda, Roshanak Gerami, Mehrnoosh Shahhosseini, Alireza Ostadi   
location: Iran
voto: 7   

Amir (Moadi) e Sara (Javaherian) stanno per lasciare l'Iran per trasferirsi a Melbourne, in Australia. Tutto è pronto per il trasloco in vista della nuova vita in un altro continente. Ma c'è un inconveniente: il neonato che la babysitter dei vicini di casa ha chiesto loro di tenere per qualche ora per poter sbrigare alcune incombenze muore nel sonno. Cosa fare? Come dirlo ai genitori? La partenza è compromessa?
Costretto dalla censura autoritaria del governo di Teheran a girare in interni, Javidi firma un kammerspiel parossistico e ansiogeno, nel quale la ridda di bugie che i protagonisti congegnano per coprire l'incidente segue un climax insostenibile. Sicché lo spettatore, dapprima indotto a parteggiare per loro e per un caso tanto eclatante di sfortuna, sono indotti a stigmatizzarne i comportamenti che sfociano in un'irricevibile assenza di morale. Nella casa che rischia di trasformarsi in prigione, viene così inscenato un dramma ad altissimo tasso di nevrosi, nel quale gli elementi dell'assedio dall'esterno - citofono e telefoni che suonano in continuazione, l'allarme dell'auto che parte accidentalmente più di una volta - diventano i coprotagonisti di questo dramma dell'assurdo di cui va assolutamente vietato lo spoiler.    

mercoledì 8 luglio 2015

Ex machina

anno: 2015   
regia: GARLAND, ALEX
genere: fantascienza
con Domhnall Gleeson, Oscar Isaac, Alicia Vikander, Corey Johnson, Sonoya Mizuno, Claire Selby, Symara A. Templeman, Gana Bayarsaikhan, Tiffany Pisani, Elina Alminas
location: Usa
voto: 6,5

L'uomo bicentenario, A.I. - Intelligenza Artificiale, 2001: Odissea nello spazio, Ghost in the Shell, Nirvana e Io, Robot sono soltanto alcuni tra i film che hanno affrontato, da angolazioni diverse, il tema dell'intelligenza artificiale, spesso declinato nei termini della coscienza e del libero arbitrio. Declinazioni che non sfuggono neppure a questo Ex machina, debutto dietro la macchina da presa di Alex Garland, che nel mondo della settima arte si era già fatto notare come sceneggiatore di altre opere fantascientifiche come 28 giorni dopo, Sunshine e Non lasciarmi. Cosa aggiunge dunque il primo lungometraggio di Garland da regista alle opere citate? Assai poco, a ben vedere. Qui il racconto si sviluppa per intero all'interno della futuristica residenza-laboratorio di un guru dell'informatica (Isaac) che vuole far testare la sua ultima creatura, un cyborg chiamato Ava (Vikander), da un ragazzo con il bernoccolo della programmazione (Gleeson). Nell'ambiente elegantissimo ma claustrofobico nel quale si svolge l'azione, i ruoli tra esaminatore (il ragazzo) ed esaminato (Ava) progressivamente si ribaltano e il clou del film sta proprio nei dubbi che cominciano ad assalire il protagonista in merito alla sua essenza umana, di cui solo il sangue come espressione inimitabile della materia sembra essere la prova certa. Tra dialoghi anodini che vorrebbero proporre riflessioni inedite sulla filosofia del linguaggio - con rimandi zoppicanti a Wittgenstein e Carroll - e il ribaltamento del test di Turing, il film tuttavia si dimostra capace di accumulare una tensione che lo trasforma in un thriller dagli esiti non banali, ma con qualche ellissi di troppo, imputabile a una padronanza molto parziale dei temi ad alto quoziente intellettuale che il copione vorrebbe trattare.    

domenica 5 luglio 2015

La regola del gioco (Kill the Messenger)

anno: 2014       
regia: CUESTA, MICHAEL  
genere: drammatico
con Jeremy Renner, Robert Patrick, Jena Sims, Robert Pralgo, Hajji Golightly, Ted Huckabee, Mary Elizabeth Winstead, Lucas Hedges, Rosemarie DeWitt, Matt Lintz, Parker Douglas, Kai Schmoll, Joshua Close, Paz Vega, Aaron Farb, Barry Pepper, Tom Jordan, Clay Edmund Kraski, Yul Vazquez, Tim Blake Nelson, Michael Kenneth Williams, Kristen Danch-Powell, Jen Harper, Oliver Platt, Manuel Rodriguez, Andy Garcia, Brett Rice, Jonathan Fritschi, Michael Sheen, Gil Bellows, Steve Coulter, Kenny Alfonso, Dan Futterman, Susan Walters, Richard Schiff, David de Vries, David Lee Garver, Rhoda Griffis, Andrew Masset, Brik Berkes, E. Roger Mitchell, Kevin Harrison, Ray Liotta, Michael H. Cole  
location: Nicaragua, Panama, Usa
voto: 6,5

Nel 1996 Gary Webb (Renner), un giornalista di una testata locale, raccolse una serie di prove relative ai rifornimenti di armi ai Contras nicaraguensi da parte del Governo americano, che in cambio importava ingenti quantità di droghe - crack e cocaina in primis - destinate soprattutto al consumo dei neri (a proposito di questa imbarazzante vicenda, si veda il documentario intitolato Come fare soldi vendendo droga). Giunto alle orecchie dell'opinione pubblica, il caso fece divampare una portentosa protesta da parte degli afroamericani, mentre i giornali concorrenti, il direttore di Webb e la CIA fecero di tutto per screditare il giornalista, lasciandolo solo e mettendo persino a repentaglio l'incolumità della sua famiglia. Fallito il tentativo di infamare Webb, al giornalista si mise di traverso anche il caso: la notizia arrivò sui giornali nello stesso giorno in cui scoppiò il caso Clinton-Lewinsky, un'eventualità assurdamente cinica come quella della morte di Peppino Impastato nella medesima data di Aldo Moro.
Tratto dalla storia vera raccontata nell'autobiografia con la quale lo stesso Webb vinse il premio Pulitzer, il legal-thriller di Michael Cuesta non si discosta granché dalle regole della rappresentazione cinematografica del giornalismo gatekeeping, da Tutti gli uomini del presidente e State of play a Veronica Guerin e Insider, fino ai nostrani Apnea, Fortapàsc e Nomi e cognomi. Notevole la prova di Jeremy Renner, già protagonista di The Hurt locker.  

venerdì 3 luglio 2015

Latin Lover

anno: 2014       
regia: COMENCINI, CRISTINA
genere: commedia
con Virna Lisi, Marisa Paredes, Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Candela Peña, Claudio Gioé, Jordi Mollà, Pihla Viitala, Lluís Homar, Francesco Scianna, Neri Marcorè, Toni Bertorelli, Nadeah Miranda
location: Italia
voto: 2

La solita solfa: gineceo riunito per le grandi occasioni (in Matrimoni era il Natale; ne Il più bel giorno della mia vita una comunione; stavolta si commemora il decennale della scomparsa di Saverio Crispo (Scianna), attore di culto del cinema italiano) e sfondo agrodolce su tema amoroso, come in Va' dove ti porta il cuore, Liberate i pesci e La bestia nel cuore). A casa di Rita (interpretata da Virna Lisi, qui alla sua ultima apparizione cinematografica), la sua prima moglie, accorrono la seconda moglie spagnola (Paredes) con figlia (Pena) e genero al seguito (Mollà), più un manipolo di altre discendenti che l'uomo ebbe da altrettante relazioni in giro per il mondo. La figura di Saverio fa da catalizzatore di rancori mai sopiti, di gelosie nemmeno troppo represse, di vendette subdole.
Il cinema di Cristina Comencini continua a naufragare in un oceano di luoghi comuni, situazioni stracotte, personaggi caricaturali, criptoideologia manichea. In questa occasione ci si aggiunge la ridda di citazioni a sproposito (Leone, Monicelli, Risi, Petri, Germi) che esasperano la centrifuga preposta a rappresentare una figura di fantasia che - nelle intenzioni della regista e di Giulia Calenda, coautrice del copione - dovrebbe essere la sintesi del divo cinematografico degli anni d'oro della commedia all'italiana, un mix nemmeno troppo nascosto tra Gassman, De Sica e Mastroianni, tutti grandi seduttori la cui memoria viene annichilita da questo filmaccio da cicaleccio tra femmine, molto al di sotto la cortina del fotoromanzo.     

mercoledì 1 luglio 2015

Crushed Lives - Il sesso dopo i figli

anno: 2014       
regia: COLIZZI, ALESSANDRO   
genere: commedia   
con Walter Leonardi, Nicoletta Romanoff, Bob Messini, Euridice Axen, Jacopo Cullin, Melissa Anna Bartolini, Paola Migneco, Leonardo Sbragia, Chiara Martegiani, Carmen Giardina e Cesare Apolito   
location: Italia
voto: 7   

Come cambia il sesso nelle coppie dopo l'arrivo dei figli? Sembra una domanda da documentario e in effetti di docufiction si tratta. Saverio (Leonardi) decide di realizzare un film-inchiesta andando a intervistare coppie con figli per vedere cosa succede sotto le lenzuola dopo l'arrivo della discendenza. La metamorfosi della vita sessuale delle diverse coppie intervistate segue quasi sempre lo stesso copione: la coppia comincia a sfaldarsi, i figli richiedono attenzioni nei momenti meno appropriati, le donne usano la prole come schermo alle avances sessuali dei mariti, i quali ripiegano sulla masturbazione (anche creativa, come nel caso della scena con la levigatrice) se non sulla prostituzione.
Se la stessa suddivisione di questo mockumentary in capitoli sembra suggerire una qualche presenza di cliché nel raccontare le disavventure da materasso delle coppie romane che finiscono sotto la lente di Saverio, ad Alessandro Colizzi, tornato dietro la macchina da presa per il grande schermo a dieci anni da Fino a farti male, va riconosciuta la capacità di assemblaggio delle storie, l'inventiva delle trovate comiche, l'efficacia dello script (merito anche di Silvia Cossu) e la gentilezza del tocco registico, che non scade mai nel pecoreccio, mantenendo costantemente un intelligente registro comico.